Questo post è stato letto 6173 volte.
Dalla visita ispettiva effettuata dai Senatori Gregorio de Falco e Simona Nocerino, accompagnato da assistenti collegate alla rete “Mai più Lager – No ai CPR” presso il Centro per il Rimpatrio di Via Corelli a Milano, gli scorsi 5 e 6 giugno 2021 emerge una dettagliata istantanea, il report “Delle pene senza delitti”.
La pubblicazione del Report segue varie diffide volte alla liberazione di singoli trattenuti in condizioni sanitarie incompatibili con il trattenimento in un CPR e si accompagna al deposito di due esposti penali: il primo fa riferimento alle testimonianze dei trattenuti che hanno raccontato di pestaggi da parte di agenti delle forze dell’ordine il 25 maggio 2021. Con questo esposto si ipotizza il reato di lesioni e tortura aggravata in concorso. Il secondo esposto ipotizza, tra gli altri, il reato di rifiuto di atti d’ufficio e chiede il sequestro preventivo del centro per la situazione ben conosciuta di totale indisponibilità di cure sanitarie specialistiche all’interno del Centro, dovuta al mancato accordo tra Prefettura e Regione
Il dossier parte raccontando l’ingresso “shock” che ha visto il Senatore e le sue assistenti di fronte ad un evento di autolesionismo da parte di un trattenuto, che stava per essere affrontato da agenti in tenuta antisommossa. Si evidenziano, poi, la mancanza di registri e procedure, e le testimonianze dei trattenuti che fanno emergere una dilagante condizione di forte disagio psicofisico, che sfocia in frequenti atti di autolesionismo o in tentativi di suicidio. Nel corso dei colloqui sono state registrate anche notizie di pestaggi da parte delle forze dell’ordine.
Il dossier analizza, inoltre, la gestione approssimativa e le carenze strutturali di un centro nel quale impera l’arbitrio, causato da una legislazione lacunosa che ha prodotto un non luogo dei diritti umani, laddove non esistono nemmeno garanzie minime di tutela per il diritto alla salute, alla difesa, alla comunicazione.
Vengono indicate, inoltre, le responsabilità delle istituzioni che delegano a privati la custodia di esseri umani, con bandi al ribasso che consentono che per il profitto si taglino i servizi. Si evidenzia, altresì che la struttura stessa del CPR è anche inutile e costosa, non potendo ottenere lo scopo per cui sarebbe nata: la limitata permanenza ed il rimpatrio di persone che non hanno titolo per rimanere in Italia.