giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Ambra, Chiara e Ruby: il mistero del nuovo avvocato tra anatocismo e Scilipoti

Che c’azzeccano Ambra e Chiara, le due “parti offese” del processo Ruby, con anatocismo, sovranità monetaria, Domenico Scilipoti, e Forza Italia-Pdl?
Il filo è labile e spunta dal mistero aperto da un’altra domanda: chi cavolo è il nuovo legale di Ambra e Chiara, quello che si è presentato in udienza al processo Ruby ter, annunciando in pompa magna la richiesta di costituzione di parte civile con congrua richiesta di danni? Ecco, si chiama Mauro Rufini, è iscritto al foro di Roma. Il numero di studio che compare sul sito del Consiglio Nazionale Forense, da almeno due giorni, risulta però inesistente o momentaneamente disattivo. Stessa cosa per un secondo numero di telefono, che fa riferimento a uno studio di Limbiate (Mb). Abbiamo scovato un terzo numero romano, che parrebbe appartenere a una praticante di studio, stesso indirizzo: squilla a vuoto. Allora abbiamo iniziato a cercare in rete altre tracce lasciate dall’avvocato. Il quale compare come relatore a un importantissimo convegno convocato dal Pdl nel 2012 – organizzatore l’on. Domenico Scilipoti – sotto il titolo “La perdita del potere d’acquisto e della sovranità monetaria. l’Italia fuori dall’Euro?”. L’avvocato Rufini in quell’occasione tiene la dissertazione “Permanenza o uscita: vantaggi svantaggi, possibilità ed occasioni”. Il legale ricompare l’anno successivo a un ulteriore convegno scilipotesco, “Anatocismo ed Abusi Bancari le vere cause della Crisi italiana”, con una relazione sul “Perché le Banche non sono più tali”. Il link è ancora visibile sul sito movimentorevolution.it. Interessante anche l’intervento tenuto al convegno del Sindacato Nazionale Antiusura riservato ai Professionisti.

E’ aprile 2014, ecco Rufini: https://www.youtube.com/watch?v=d0aDB8LGrvg.
Ora, come direbbe Tonino: che c’azzecca con Ambra e Chiara? Mistero. Le due ragazze sono piemontesi. Avevano due ottimi legali torinesi, Patrizia Bugnano e Stefano Castrale, che le hanno seguite nel processo contro Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede, in cui ottennero risarcimenti come parti civili (prequel: andarono ad Arcore, non gradirono le avance di Berlusconi). Non si costituirono però contro Berlusconi, che fu poi assolto. Nel processo Ruby ter, quello appena avviato sulla presunta corruzione in atti giudiziari Berlusconi-Olgettine, Ambra e Chiara avevano stabilito insieme ai legali di non presentarsi come parti civili. Pochi giorni prima dell’udienza l’avvocato Bugnano riceve una lettera con gli indirizzi del collega Rufini: “Cara collega, come ben sa, è stata revocata dall’incarico”, ecc. Solo che in realtà la collega non ne sa proprio nulla. Totale, le due giovani piemontesi, Ambra Battilana e Chiara Danese, si presentano in Tribunale, accompagnate dal nuovo legale romano-limbiatese che nel 2007 compariva come vicepresidente dell’Associazione Italiana Anti Savoia. Forse le due giovani sabaude non amano i re. Di certo non quelli brianzoli. Chiederanno i danni, questa volta, anche a quello di Arcore?

Nei 27′ di video Berlusconi – Polanco i licenziamenti in Mondadori, ‘Striscia’, la Georgia e molto altro

Striscia la notizia? Da chiudere, “costa troppo”. Balotelli? “Negro”. “Ho evitato la guerra tra Russia e Georgia”. “La gente è cattiva”. Signorini per quelle foto sul settimanale, “l’ho già chiamato, te lo giuro”. “Non ho mai preso in giro nessuno in vita mia”. Chi pronuncia queste frasi? Indovina.

LE FRASI RAZZISTE
“Una che va con un negro mi fa schifo, tu sei solo abbronzata, quello è proprio nero”, diceva Silvio Berlusconi. Ma quando? Il video, di cui vi abbiamo riferito in esclusiva ieri, è databile tra giugno e settembre 2011, ovvero 5 anni fa. L’inchiesta Ruby è già scoppiata, Raffaella Fico è fidanzata con Mario Balotelli, Berlusconi è presidente del Consiglio in carica, la stagione televisiva autunnale non è ancora iniziata. Lo si ricava dalla lettura dagli atti dell’indagine Ruby ter relativi alla conversazione avvenuta ad Arcore, e ripresa di nascosto da Marystelle Polanco. Ne sono protagonisti lo stesso Berlusconi, la soubrette Polanco e le sue colleghe Barbara Guerra, Concetta De Vivo, Aris Espinosa, e la giovanissima Iris Berardi. Il bomber Mario Balotelli non è ancora in rossonero, lo diventerà solo nel 2013, due stagioni dopo. Non sa ancora che in casa Berlusconi i giocatori di colore vengono definiti “negri” o ancora “negretti” (cit. Paolo Berlusconi 2013).

FICO E BALOTELLI
Tutte contro Raffaella Fico, ‘colpevole’ di lavorare troppo. La aiuti tu, accusano le giovani rivolte all’allora cavaliere, il quale si difende, “non la vedo da quattro mesi, lei ha trovato la sua strada”. “La dà a qualcuno”, maligna l’affilatissima Barbara Guerra. “Ma no, poi lei sta con Balotelli perché le è morto il padre da poco”. “Va in giro tutta vestita di nero”, chiosa Marystelle. “Appunto, e va in giro con Balotelli…” Risponde Berlusconi. Che Elogia la Fico: è brava, “lavora da tanto, è conosciuta, è bellissima”. Replica piccata Marystelle: “Se parliamo di bellezza quella c’ha due piedi grossi così, è nana, ha le vene varicose”. Sempre carine…

STRISCIA LA NOTIZIA
Le ragazze ce l’hanno con Antonio Ricci, che non le vede di buon occhio in Mediaset. Lo hanno incrociato da Bulgari, non le ha degnate di uno sguardo. Berlusconi: “Ma cos’è Bulgari?”. Con pazienza, la sedicente squattrinata Marystelle gli spiega che è un albergo in centro a Milano dove si va a fare aperitivi. È allora che Silvio annuncia: “Ti dico che quest’anno Striscia la Notizia potrebbe chiudere. Costa troppo”. Ma Silvio, Striscia è un bel programma, lo avverte l’esperta di tv Marystelle, “la Rai non la guarda nessuno, Mediaset va bene”. Sì ma costa, “forse si passerà dai telegiornali ai programmi della sera saltando Striscia”. “Mondadori deve licenziare il 30 per cento dei suoi dipendenti”, argomenta il Cav per spiegare il momento di difficoltà delle sue aziende, “sono preoccupatissimo”. Forse era davvero intenzione di Berlusconi chiudere un programma che è stato un simbolo delle sue televisioni. Non è poi andata così. Del resto spiega, “io in Mediaset non sono più presidente di niente”.

SIGNORINI E CHI
“Ma non hai chiamato Alfonso per quelle foto!”, lo attacca Concetta De Vivo riferendosi a un servizio fotografico posato che ritraeva lei e la gemella Eleonora col pancione. Si aspettavano di vederlo pubblicato immediatamente sul settimanale Chi. Non è ancora uscito. “Ma se ti dico che ho chiamato, ho detto che ci tenevo molto”, assicura Berlusconi. “Nella mia vita non ho mai oreso in giro nessuno”.

LO STATISTA
Nel video di 27 minuti c’è anche spazio per qualche sfogo. Berlusconi rivendica i suoi meriti, lamenta la cattiva pubblicità che gli ha provocato il caso Ruby. “Tutto quello che ho fatto da statista, ho evitato la guerra tra Russia e Georgia…tutto cancellato per questa storia del bunga bunga…”

video-inedito-di-berlusconi-balotelli-negro-tu-polanco-solo-abbronzata

Auguri Cavaliere, non avremo mai più un imputato così divertente

 

Auguri Cavaliere (per noi lo sei sempre), auguri sentiti e sinceri. La cronaca giudiziaria un “cliente” come te l’avrà mai più. Udienza dopo udienza passarono 22 anni e non è ancora finita. A Milano e altrove causa spezzettamento per ragioni di competenza c’è il Ruby-ter mentre s’annuncia un Ruby-quater. Ecco, presidente Berlusconi basta questo dato: per un pelo di quella lana siamo a quattro processi, un record mondiale.

Ci hai fatto scrivere tanto e scriveremo ancora, ci hai fatto divertire. Anche noi siamo tra i beneficiati della tua discesa in campo. In un certo senso, ovvio. E non siamo i soli. Lo diciamo a te che hai portato in parlamento e al governo personaggi assolutamente improbabili, che senza Berlusconi avrebbero fatto fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Non solo gli amici o presunti tali. Pure ai nemici o presunti tali hai fatto del bene. Il ‘Manette Daily’ con Berlusconi a palazzo Chigi sfondava il muro delle centomila copie, adesso dati ufficiali ma verosimilmente drogati come quelli di tutte le gazzette lo mettono a 38 mila copie. Se è vero che quei manettari in servizio permanente effettivo attaccano tutti è anche vero che i mal di pancia provocati da te al potere restano unici.

Presidente del consiglio o quando andava male capo dell’opposizione, 6 tv, banche, assicurazioni, giornali, il Milan che vinceva tutto e un mare di donne, la causa dicono degli ultimi guai. O meglio parte di quel 20 per cento di processi infondati, una piccola parte che però ha inficiato tutta l’azione della magistratura. Del resto sei l’unico grande imprenditore sul quale hanno indagato a fondo nell’ambito di un’operazione senza pari nel mondo civile. Altri tuoi colleghi sono stati miracolati, anche raccontando a verbale ‘nu cuofano e fesserie.

Noi abbiamo seguito e registrato tutto. La consapevolezza è che un altro imputato così non ci sarà, non ci potrà essere. Adesso buona parte della magistratura fa carriera e acquisisce potere soprattutto non facendo le indagini che dovrebbe fare. Una volta era il contrario, anche se le moratorie qui e lì, i due pesi e due misure ci sono sempre stati. Caro Cavaliere, l’augurio è di goderti gli 80 anni e pure quelli che verranno. E’ stato bello, ma si tratta di un tempo irripetibile. Auguri ancora.

(frank cimini)

Colpì Berlusconi con la statuetta, Tartaglia è libero, “percorso positivo”

Ricordate le foto di Doina Matei su Facebook, quelle per cui la giovane assassina e detenuta modello ha perso la semilibertà? Qualcuno aveva forse sperato in un finale analogo quando Massimo Tartaglia, l’uomo che nel 2009 ferì Silvio Berlusconi con una statuetta del duomo, partecipò a un casting per interpretare il ruolo di Babbo Natale in un centro commerciale. Era dicembre 2014. La sua storia giudiziaria, fortunatamente, non ha seguito gli umori giustizialisti della folla.

Oggi il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha rimosso l’ultimo ostacolo alla sua libertà. Cittadino speciale, Tartaglia, ancora bisognoso di cure, ma non più pericoloso, scrive il giudice agiovanna De Rosa.

Dopo il proscioglimento per totale vizio di mente, Tartaglia era stato sottoposto alla libertà vigilata. Con vincoli sempre meno stringenti, mano a mano che il suo percorso di riabilitazione e cura psichiatrica avanzava. Prima il permesso di uscire dal suo comune di residenza, poi dalla provincia di Milano. Pur con una serie di obblighi, tra cui quello di firma settimanale in commissariato. Due anni fa, un permesso speciale, concesso per rivedere il mare: nessuna foto su Facebook, per fortuna. Di “comportamento sempre adeguato” e “quadro positivo” parla il giudice nel suo provvedimento. Spiegando che il bisogno di proseguire le cure non va necessariamente di pari passo con la limitazione della libertà. E che la misura di sicurezza non è un vincolo penale. Non serve a scontare una pena, ma a rendere inoffensivo un soggetto potenzialmente pericoloso per gli altri. Cosa che Tartaglia non è più. Ora fa il giardiniere, tecnicamente manutentore del verde per conto di una cooperativa legata al centro psicosociale che lo segue. “Un percorso esemplare di riabilitazione, possibile solo perché seguito a 360 gradi”, commenta il suo avvocato, Daniela Insalaco. Mentre Berlusconi scivola lentamente verso i margini del potere politico, il suo aggressore è di nuovo libero. Questa volta non chiamatela giustizia a orologeria.

Ruby ter, per difesa atti a Roma ma Apicella non è un’olgettina

 

Se il primo pagamento fu a Roma a Mariano Apicella il processo Ruby ter va trasferito da Milano alla capitale, dicono le difese. Insomma con tutti i soldi che Silvio Berlusconi ha distribuito alle ragazze il destino degli atti verrebbe deciso dai quattrini dati a un maschio, l’ex parcheggiatore abusivo partenopeo (e parte napoletano direbbe Totò…) diventato cantautore per esclusivo merito del Cav ex Cav.

Apicella, che avrebbe dichiarato il falso sulle notti di Arcore in cambio di denaro, viene trattato come un’olgettina. Lui che non è portatore sano dell’unica vera ossessione ancora oggi dell’uomo prossimo agli ottant’anni, pronti ad arrivare a settembre.

Dunque non è vero che B. paga solo le donne. C’è anche questo nelle eccezioni preliminari proposte dagli avvocati difensori nell’udienza in cui un giudice deve decidere se c’è materia per mandare a giudizio il patron di Mediaset con una trentina di altre persone. Anzi. Il primo a prendere soldi fu un uomo e questo potrebbe portare il processo a Roma, sede giudiziaria che una volta aveva fama di porto delle nebbie dove ogni inchiesta veniva insabbiata.

Una volta. Il passato, solo il passato, per chi si era bevuto la favola di Mani Pulite. Comunque parlando esclusivamente del presente, sulla sabbia Milano non scherza e non ha nulla da invidiare a nessuno. Expo, basta la parola. Ruby ter può essere celebrato tranquillamente a Roma o altrove, anche se la procura di Milano è affezionata a B., non vuole perderlo e ha tuttora il dente avvelenato per l’assoluzione nel Ruby uno. (frank cimini)