giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

La figuraccia di Orlando, restituita la libertà a Doina Matei dopo i sorrisi su Facebook

 

Mica per niente il  principe della democrazia Montesquieu aveva stabilito il principio di separazione dei poteri. I magistrati, il popolo, la politica. Nella grande confusione sotto al cielo di questi giorni, annotiamo anche la poco lusinghiera figura del Guardasigilli Andrea Orlando sulla vicenda di Doina Matei, la ragazza rumena che a furor di popolo era stata privata della semilibertà perché aveva postato una foto sorridente al mare su Facebook.

Come si permetteva di sorridere nove anni dopo essere stata condannata per omicidio preterintenzionale per aver ucciso con un ombrello una giovane donna in metropolitana a Roma? Così lo stesso Tribunale che le aveva concesso la libertà gliel’aveva tolta, forse stordito dal chiacchiericcio sui social di chi non poteva tollerare uno spicchio di gioia conquistato da una detenuta modello.  Il Ministro Orlando era intervenuto ostentando conoscenza del caso : “La decisione dei giudici è giusta – aveva detto – perché il regime a cui era sottoposta prevedeva la limitazione dei mezzi di comunicazione e l’uso di Facebook, che permette di comunicare col mondo intero, non era previsto”. Già, non era previsto ma neppure vietato e la legge ama la precisione in questi casi. E oggi Doina Matei, nel frattempo tornata in carcere,  è stata riammessa al regime di semilibertà con un unico vincolo: guarda un po’, il divieto di usare Facebook, quello che per il Ministro c’era già.  (manuela d’alessandro)

Perdere la libertà per un sorriso su Fb, punita dalla giustizia morale