Non disturbare il manovratore, anche se è indagato. Il manovratore è impegnato nelle riforme, legge elettorale e persino titolo quinto della Costituzione, e allora l’inchiesta è soft e soprattutto slow. Parliamo di Rubyter, indagine dovuta perché ordinata in sede di motivazione dai giudici di due collegi, Ruby1 e Ruby2, a carico tra gli altri di Berlusconi, dei suoi legali e delle ‘olgettine’ mantenute a 2500 euro al mese per dire il falso in aula secondo l’accusa.
Non s’era mai vista un’indagine per corruzione in atti giudiziari partire senza il sequestro dei conti correnti di chi dà e di chi prende, produttore e consumatore, e senza perquisizioni. Si sa che l’inchiesta c’è, l’ha confermato il capo della procura di Milano in favore di telecamere, ma ‘calma e gesso’. A gennaio 2011 per Ruby1 in sede di indagini preliminari furono subito fuoco e fiamme. Allora il Cav era a Palazzo Chigi, una differenza non da poco e la procura avvertì subito che avrebbe chiesto il processo con rito immediato. Impegno mantenuto. Adesso l’unica eventualità esclusa con certezza è l’immediato. La scelta è quella di andare piano, magari attendere le sentenze di appello di Ruby1 e 2, lasciare che a Roma vadano in porto le riforme per evitare l’accusa di voler interferire con i tempi della politica. Continua a leggere