giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

‘Spese pazze’, le motivazioni della condanna ai consiglieri regionali

Un piatto di gnocchi, gli slip, le aragoste. Miserie e nobiltà di una vita, “spese compulsive” per il giudice di Milano Fabrizio D’Arcangelo che così le definisce nelle motivazioni alla sentenza di condanna col rito abbreviato a carico di tre ex politici del Pirellone – Carlo Spreafico (Pd), Alberto Bonetti Baroggi (eletto nelle file del Pdl) e Angelo Costanzo (Pd)  – a pene fino a 2 anni. Il procedimento è quello sulla presunta ‘rimborsopoli’ lombarda tra il 2008 e il 2012 nell’ambito del quale il gup ha anche rinviato a giudizio 56 persone, tra cui Renzo ‘Trota’ Bossi e Nicole Minetti.

Spese spesso prive “dell’ indicazione dei dati del cliente” e delle “occasioni di rappresentanza” che giustificavano quegli esborsi. Più che per i libri o per altre attività ludiche, annota il giudice, i soldi pubblici finivano in “pranzi, cene o rinfreschi”. Nelle motivazioni della sentenza, il gup evidenzia come “le finalita’ sociali (di raccordo con la societa’ civile)” potevano consentire che venissero rimborsate ai consiglieri anche le spese per “iniziative di segno strettamente politico-partitico”, oltre che quelle relative al gruppo consiliare, ma era certamente necessaria una “adeguata documentazione”. Invece qui le ‘pezze d’appoggio’ non ci sarebbero state o comunque non erano in grado di attestare che l’”evento conviviale fosse attinente all’attività istituzionale” .

(m. d’a.)

qui il documento integrale: Sentenza

 

Tutte le spese
minuto per minuto

Sappiamo che le state cercando. Un po’ per voyerismo (birichini! ma nessuno qui vi farà la morale, anzi: la vicenda è quanto mai pubblica, e avete diritto di conoscere tutto nel dettaglio), un po’ perché con questa roba ci lavorate (lo sappiamo, molti di voi sono avvocati!).
Ecco qua tutte le spese, minuto per minuto, con tutte le cifre. Quelle fatte con denaro pubblico da 64 rappresentanti delle istituzioni, e poi rimborsate. Per lo più si tratta di ex consiglieri di Regione Lombardia ma ci sono anche una decina di ex assessori. Se si tratti o meno di rimborsi leciti, non saremo certo noi a giudicarlo. La Guardia di Finanza e i pm Robledo, Filippini e D’Alessio ritengono di no. I legali degli indagati sosterranno il contrario, com’è normale. Se ne può tranquillamente discutere. Vero è che per un’altro bell’elenco di rimborsi la Procura, un paio di mesi fa, ha chiesto l’archiviazione, ritenendoli non penalmente rilevanti quando non pienamente legittimi. Insomma, un primo filtro l’ha già usato l’accusa.

Non troverete solamente i ‘soliti’ Renzo Bossi o Nicole Minetti, e magari vi sorprenderà sapere che nell’elenco ci sono anche diversi consiglieri dell’opposizione. Agli indignati di professione, consigliamo di andare a guardare subito la cifra totalizzata dai singoli indagati. Avrete sorprese. Ma non perdiamo tempo, e non perdetelo neppure voi: con questo link avete una settimana per scaricare il file che contiene l’avviso di conclusione delle indagini.

chiusura indagini

Buona lettura. (giustiziami.it)

Al Pirellone se mangiano tra loro non è reato…”e io pago”

Ci sono pranzi e cene “con soggetti ben identificati appartenenti ad altre istituzioni” a metà strada tra le spese di rappresentanza e lo scrocco ai danni della collettività, al pari di acquisti di personal computer e software vari che non è possibile considerare reato a causa sia della mancanza dell’elemento psicologico del reato sia dell’irrisorietà delle somme in questione (la richiesta di archiviazione è consultabile nella sezione Documenti).

Per questi motivi la procura di Milano ha scremato, distinguendo il grano dal loglio, l’elenco di 92 consiglieri ed ex consiglieri regionali chiedendo al giudice per le indagini preliminari di archiviare l’accusa di peculato a carico di 33 indagati tra i quali Pippo Civati, candidato alla segreteria del Pd battuto da Matteo Renzi e Rosi Mauro, un tempo pasionaria del Carroccio e badante del senatur Umberto Bossi.

Questo significa che a metà gennaio per gli altri 59 tra cui Chiara Cremonesi di Sel, l’ex capogruppo Pd Luca Gaffuri, Nicole Minetti e Renzo Bossi il pool per i reati contro la pubblica amministrazione chiuderà le indagini in vista della richiesta di rinvio a giudizio.

Nella richiesta di archiviazione i pm Robledo, Filippini e D’Alessio fotografano come “plausibile la strumentalità rispetto all’esercizio delle funzioni consiliari” ma aggiungono che non ci sarebbe materia per arrivare davanti a un giudice. “La modestia di alcune spese rende l’approccio degli indagati estraneo a quella volontà di approfittamento illecito delle risorse pubbliche” si legge nel documento della procura.

L’ultima parola spetterà a un gip e considerando che anche per i 33 c’è il rischio di una condanna per danni erariali davanti alla Corte dei conti la decisione di archiviare non è proprio scontata. Il gip potrebbe pensarla diversamente e ordinare l’imputazione coatta.

L’esiguità delle spese al centro della vicenda avrebbe forse dovuto indurre la procura a iscrivere meno consiglieri nel registro degli indagati, ma ai tempi si era nel pieno della polemica anticasta, non si andava troppo per il sottile e anche i magistrati risentono del contesto in cui operano. (frank cimini)