giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Le nozze gay annullate dal giudice che tifa “sentinelle in piedi” su twitter

 

Il giudice estensore della sentenza del consiglio di stato che ha annullato la trascrizione delle nozze gay a Roma, dopo essere state celebrate all’estero, si chiama Carlo Deodato e su twitter aveva rilanciato articoli a favore delle iniziative di “sentinelle in piedi”.

“La nuova resistenza si chiama difesa della famiglia” è il titolo dell’articolo ritwittato. Poi aveva rilanciato un tweet: “Questa è sì la volta buona per mandare a casa Renzi e per altro governo che non sfasci il paese con riforme dannose”. Il tweet era stato indirizzato a Enrico Letta, l’ex premier, da “Cristina judex”.

Con tale attività di propaganda in corso il giudice Carlo Deodato avrebbe dovuto astenersi. Invece non lo ha fatto ed è addirittura estensore del verdetto che ha annullato la trascrizione delle nozze gay. Twitter è un luogo pubblico. Il giudice avrebbe dovuto comprendere di essere portatore di un conflitto di interessi spaventoso. Le sue idee sul matrimonio gay, come su qualsiasi altro argomento sono ovviamente legittime, ma nel momento in cui le esterna in modo così clamoroso, il giudice perde quelle caratteristiche di imparzialità, terzietà e indipendenza che sono indispensabili per chi è chiamato come professione a emettere sentenze in nome del popolo e della repubblica italiana.

Questa vicenda, come altre, dovrebbe far riflettere l’Anm e il Csm che non perdono occasione in convegni, congressi e comunicati stampa per gridare che i magistrati sono indipendenti e autonomi. Se non possono astenersi dai processi, che almeno si astengano da twitter. (frank cimini e manuela d’alessandro)

Nozze gay, la Procura: “Pisapia non sei indagato”
E lui: “Ma gli ignoti chi sono?”

Sono indagato, ma no che non sei indagato, e com’è che non mi avete indagato? Per anticipare la stampa, da buon conoscitore del sistema mediatico, Giuliano Pisapia fa uno scatto in avanti e sabato, durante un convegno del Pd, annuncia che la Procura di Milano lo accusa di omissione in atti d’ufficio per avere trascritto i matrimonio gay contratti all’estero.

Solo che lo sprint del sindaco avvocato è fin troppo bruciante, sicchè stamattina, con un certo imbarazzo, il procuratore Edmondo Bruti Liberati e il pm Letizia Mannella lo riportano ai blocchi di partenza comunicando ai giornalisti che vero, c’è un’inchiesta a carico di ignoti nata dall’esposto di un’associazione di cittadini, ma Pisapia non risulta indagato. E fanno anche capire che questa indagine finirà con una richiesta di archiviazione, senza nessun fuoco d’artificio.

La Procura giustamente non ha nessuna voglia di ipotizzare una responsabilità penale per il sindaco che non obbedì a ottobre alla richiesta del Prefetto Francesco Paolo Tronca di cancellare le trascrizioni delle nozze ‘arcobaleno’.  Da vecchio uomo di legge, il sindaco oggi c’è quasi rimasto male: ma come, si è chiesto, aprite un’inchiesta sulle trascrizioni dei matrimoni, e la lasciate a carico di ignoti quando tutto il mondo sa che le ho fatte io? “Quegli ignoti sono noti – così  il sindaco rivendica il suo diritto a essere indagato – le trascrizioni le ho fatte io perché le ritenevo legittime. Era giusto che mi assumessi le responsabilità di quello che ho fatto e non so se cercassero ignoti tra soggetti che, invece, ignoti non lo erano”.  (manuela d’alessandro)