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Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

NoTav, dalla Cassazione spiraglio di luce nella notte del diritto

La decisione della Cassazione è arrivata oltre la mezzanotte ma è uno spiraglio di luce nella notte del diritto perché i giudici della Suprema Corte, annullando con rinvio al Riesame di Torino gli ordini di carcerazione, hanno rimesso in discussione il capo di imputazione che prevede una condanna fino a 30 anni  per i 4 militanti NoTav responsabili di aver danneggiato un compressore nel maggio del 2013.

La nuova udienza del Riesame dovrà ripartire necessariamente dall’anullamento del capo a e del capo b: aver attentato alla vita delle persone con finalità di terrorismo e aver agito per gli stessi motivi detenendo armi da guerra, le molotov. La Procura di Torino, retta fino a pochi mesi fa da Giancarlo Caselli, l’uomo di tutte le emergenze ora in pensione e impegnato a scrivere articoli forcaioli sul ‘Fatto Quotidiano’, aveva radicalizzato lo scontro parlando di danni all’immagine dell’Italia e della Ue. Il gup aveva fatto copia e incolla mandando a giudizio gli imputati davanti alla corte d’assise (dove il processo inizierà il 22 maggio). La Cassazione ha messo dei paletti. Adesso toccherà attendere le motivazioni e il nuovo Riesame. Gli imputati nel frattemmpo restano in carcere dove entrarono a dicembre scorso, detenuti con un regime di alta sorveglianza mentre il Dap non vorrebbe nemmeno permettere loro la presenza in aula da giovedì prossimo costringendoli a seguire il processo tramite videoconferenza.

Ma qualcosa si muove nella notte del diritto. La Suprema Corte ha messo un granello di sabbia nel teorema-marchingegno  della procura che si muove in un misto di maccartismo e stalinismo mentre è finito indagato per procurato allarme l’autista di un pm che si era inventato un’aggressione da parte dei NoTav. Pure questo fa parte del clima creato dagli inquirenti che agitano un fantasma del passato perché insieme alla politica (uniti nella lotta stavolta) temono l’opposizione sociale sia a un’opera inutile, costosa, che sventra il territorio sia a uno status quo destinato ad aggravare il gap tra chi ha di più e chi ha di meno e a limitare i diritti delle persone (frank cimini)

A Expo dal Tav dove i pm non indagano.
Appalti onesti in nome di Dio

A sostituire l’arrestato Angelo Paris in Expo sarà Marco Rettighieri, top manager di Ltf, Torino-Lione, alta velocità ferroviaria. Una provenienza che è una garanzia, perchè gli appalti del Tav sono gli unici onesti e trasparenti al mondo, per definizione, quasi per grazia divina.  La ragione è molto semplice: su quegli appalti la procura di Torino non ha acceso non diciamo un faro, ma nemmeno un lumino. Non ci possono essere ombre per ragion di Stato.

Il rischio sarebbe quello di dare argomenti a chi al Tav si oppone nelle piazze, davanti ai cantieri, manifestando dubbi e  perplessità su un territorio che viene sventrato, buttando via un sacco di soldi per un’opera che serve a nulla, se non a permettere una spartizione della torta che da anni riguarda soprattutto i partiti “di sinistra”, uno in particolare, che nel tempo ha cambiato nome ma ha sempre gli stessi appetiti.

In materia di Tav la procura di Torino, retta fino a pchi mesi fa da Giancarlo Caselli magistrato ora in pensione e che costruì la sua fortuna passando per ogni “emergenza”, ha ben altro da fare: svolgere il ruolo di laboratorio politico della repressione del terzo millennio. Da cinque mesi, per aver danneggiato un compressore in un cantiere, sono in carcere, torturati da un articolo 41bis di fatto, 4 militanti NoTav che rischiano condanne fino a 30 anni. Secondo i pm, i 4 avrebero agito con finalità di terrorismo, danneggiato l’immagine dell’Italia e dell’Unione Europea. Il 22 maggio inizierà il processo nell’aula bunker di Torino. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per rinfocolare il clima da emergenza ha proposto che gli imputati non siano presenti in aula ma seguano il processo in videoconferenza dalle prigioni che li “ospitano”. La procura vuole un processo “pilota”, pene esemplari, che suonino da deterrente e da monito per chiunque nel presente e nel futuro pratichi l’opposizone sociale allo status quo.

Per questo, nel momento in cui, quasi tutte le opere pubbliche sono sub judice, gli appalti dell’alta velocità non si discutono. Per non darla vinta ai “terroristi” agitano i fantasmi del passato con un un senatore piddino, siamo sempre lì, che gioca a recitare pateticamente il ruolo del Pecchioli del terzo millennio (frank cimini).

Caselli denunciato a Milano, abuso d’ufficio e peculato

L’ex capo della procura di Torino Giancarlo Caselli, da poco in pensione, è stato denunciato il 29 aprile scorso a  Milano per abuso d’ufficio e peculato dall’avvocato Alessio Ariotto. Caselli, prima che venisse aperto alcun fascicolo, aveva incaricato la Digos di svolgere indagini sul alcune frasi postate dall’avvocato Ariotto sul proprio account di Facebook. E sulla base di quelle indagini Caselli, allora capo dei pm di Torino, presentava querela per diffamazione, ritenendo che il suo onore fosse stato oltraggiato.

Secondo legalteamitalia.it, che esprime solidarietà al collega Ariotto, Caselli ha utilizzato un apparato dello Stato perché conducesse indagini come fosse un’agenzia investigativa privata per il suo privato interesse in quanto dirette su un soggetto che egli intendeva querelare.

Gli avvocati di legalteamitalia.it affermano in un comunicato che la conduzione dei processi in corso a Torino sulle mobilitazioni NoTav non dà piena garanzia ai diritti di difesa dfegli imputati. Sarebbe stata fatta la scelta di “drammatizzare la situazione e criminalizzare il diritto di manifestare con la celebrazione dei processi nell’aula bunker, le imputazioni di terrorismo e il regime carcerario speciale per gli imputati…. un clima da anni di piombo artificioso e tendente ad accreditare la figura dell’oppositore politico come un nemico dello Stato verso il quale applicare un diverso diritto penale, il diritto penale del nemico”.

Toccherà alla procura di Milano, competente per  le vicende in cui sono coinvolti magistrati in servizio a Torino, verificare se Caselli ha utilizzato per scopi privati le risorse dei pubblici uffici. A Torino il 22 maggio inizierà il processo ai 4 militanti NoTav in carcere per aver distrutto un compressore in un cantiere e accusati di aver agito con finalità di terrorismo, con danni all’immagine dell’Italia e della Ue. Rischiano fino a 30 anni di carcere. Le difese degli imputati, facendo riferimento anche al caso Caselli-Ariottoi, chiederanno il trasferimento del processo per legittima suspicione in quanto la sede del capoluogo torinese non garantirebbe la serenità nè l’imparzialità del giudizio. A Torino inoltre è in corso un altro processo a un avvocato che aveva criticato il pm genovese il quale si era occupato del procedimento per l’uccisione di Carlo Giuliani finito con l’archiviazione (frank cimini)

Senza più tv straniere (Ruby), via teloni da gabbie e dentro il Notav

E’ l’aula grande della corte d’assise d’appello di Milano, dove le gabbie per i detenuti erano state coperte ai tempi del processo a Berlusconi per il caso Ruby al fine di evitare di mostrare al mondo intero attraverso le tv estere le vergogne medioevali della giustizia italiana. Adesso via i teloni bianchi, le gabbie sono visibili in tutto il loro “splendore” e utili per metterci dentro Mattia Zanotti, uno dei 4 Notav accusati di terrorismo a Torino per il danneggiamento di un compressore e di qualche filo elettrico. Zanotti a Milano viene processato insieme ad altri per i fatti relativi allo sgombero del centro sociale di via Conchetta, gennaio 2009. Resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio, recita il capo di imputazione, e rapina di capi di abbigliamento da un negozio di via Torino, da dove però il proprietario sentito a verbale ha detto che non mancava nulla. Continua a leggere