giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

NoTav, altri 3 arresti ma Spataro rinuncia a teorema Caselli

Altri 3 militanti Notav finiscono in carcere per l’azione contro il cantiere del maggio 2013 ma l’accusa, a differenza di quanto accade per i 4 sotto processo dal 22 maggio, non fa riferimento all’aver agito con finalità di terrorismo con grave danno all’immagine dell’Italia e della Ue. La richiesta della procura accolta poi dal gip porta la data dell’8 luglio, quando si era già insediato come capo dell’ufficio Armando Spataro in sostituzione di Giancarlo Caselli andato in pensione.

L’accusa per le persone arrestate oggi parla di porto e detenzione di armi da guerra, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. La procura dunque ha scelto di adeguarsi alla decisione della Cassazione che aveva rimandato a una nuova udienza davanti al Riesame di Torino la discussione sulla finalità di terrorismo.  Se ne deduce che l’impostazione di Spataro è più pragmatica, meno “ideologica”. Del resto nel motivare la scelta la Suprema Corte era stata molto chiara: il grave danno va dimostrato nel concreto come pure il rischio che l’opera dell’alta velocità non possa essere portata a termine.

L’accusa ha scelto di fare un passo indietro, ma intanto ci sono 4 giovani militanti in carcere dal dicembre scorso che per aver danneggiato un compressore rischiano fornalmente fino a 30 anni di prigione, mentre la parte più grave dell’imputazione è stata in pratica cancellata dalla Cassazione.

Che l’imputazione facesse acqua lo aveva confermato anche la Ue rifiutando di eleggere domicilio in Italia e di costituirsi parte civile. “Alla Ue il processo sembra non interessare granché” aveva sintetizzato il presidente della corte d’Assise. Adesso bisognerà aspettare il nuovo Riesame per vedere se la corte su richiesta delle difese modificherà il capo di imputazione. I 3 arrestati di oggi invece rischiano un processo in Tribunale ma non in corte d’assise. (frank cimini)

NoTav, l’Europa: caro cancelliere, non eleggiamo domicilio in Italia

Poche parole secche, messaggio chiaro. “Egregio signor cancelliere la Commissione Europea non intende avvalersi della facoltà di eleggere domicilio in relazione alla vostra richiesta”, scrive Thomas Van Rijn, consigliere giuridico principale, alla corte d’assise di Torino che dal 22 maggio processa 4 militanti Notav i quali rischiano fino a 30 di prigione per aver danneggiato un compressore. I 4 Notav, secondo il teorema Caselli (l’ex capo della procura nel frattempo andato in pensione) avrebbero agito con finalità di terrorismo con grave danno all’immagine dell’Italia e dell’Unione Europea. Ecco, l’Europa spiega che non ci costituirà parte civile al processo. Ne avevamo già parlato, torniamo sull’argomento adesso che sono note le poche righe formali arrivate dall’Ue perché tutti i giornali e i tg hanno finora ignorato l’unica vera notizia del processo e continuano a farlo, fiancheggiando la procura di Torino che agita fantasmi del passato nel tentativo di supportare un’accusa lacunosa e che a livello di qualificazione giuridica sembra non reggere.

Lo ha detto anche la Cassazione rimandando al Riesame di Torino che dovrà fissare una nuova udienza per discutere il ricorso dei difensori. Per la Cassazione il grave danno va dimostrato insieme al concreto rischio che l’opera dlel’alta velocità non si faccia più a causa dell’azione in un cantiere.

La corte d’assise di Torino aveva tradotto le poche righe della Ue spiegando che “alla Commissione non sembra interessare granchè il processo”e nelle scorse udienze ha rigettato la richiesta della procura di allargare il discorso ad altre azioni dei militanti Notav come “contesto”.

Insomma, fino ad oggi il teorema Caselli pare fare acqua da tutte le parti. I 4 imputati però dal dicembre scorso continuano a stare in carcere e in regime di 41bis di fatto, carcere durissimo. Nel silenzio degli organi di informazione, molti dei quali controllati direttamente o indirettamente dalle banche molto interessate alla realizzazione del treno ad alta velocità della Torino-Lione (frank cimini)

NoTav, teorema Caselli bocciato da Cassazione
Non è terrorismo

Non c’è terrorismo se manca il grave danno allo Stato e se non c’è da parte dello Stato un’apprezzabile rinuncia a a proseguire l’opera pubblica dell’alta velocità. Con questa motivazione la Cassazione ha bocciato il teorema Caselli, utilizzato dalla procura di Torino per contestare l’accusa di aver agito con finalità di terrorismo con gravi danni all’immagine dell’Italia e della Unione Europea a 4 militanti NoTav in carcere da dicembre per il danneggiamento di un compressore durante un’azione in un cantiere.

Ora toccherà di nuovo al Riesame di Torino valutare il ricorso dei difensori, ma quelle della Suprema corte sono parole chiare. Il messaggio è che non si possono agitare fantasmi del passato come ha fatto Caselli da pochi mesi in pensione dopo una carriera costruita su tutte le emergenze con la complicità della politica che in passato come adesso delega alla magistratura di risolvere i conflitti sociali.

E’ il secondo smacco che l’accusa subisce dopo che la Ue invitata a costituirsi parte civile aveva rifiutato spiegando di non essere interessata granché al processo in corso dal 22 maggio a carico dei 4 militanti Notav.

Insomma Caselli ci ha provato ma gli sta andando male. Del danneggiamento del compressore si sarebbe dovuto discutere in Tribunale e non in Corte d’Assise in un contesto blindato per rinnovare fasti emergenziali che non hanno ragione di esistere a favore di un’inchiesta sponsorizzata da tutti i partiti e da tutti i mezzi di informazione. Perché ballano miliardi e nessuno a cominciare dalle banche che controllano un po’ di giornali ci vuole rinunciare.

Il teorema Caselli ha fatto la fine del teorema Calogero che aveva ipotizzato nel 1979 una sola cosa tra Autonomia e Br, ma venne bocciato a distanza di anni, passati in carcere da molti imputati. Autonomia non era contraria alla lotta armata come affermato da alcune anime belle ma era cosa diversa dalle Br e non ebbe alcun ruolo nel caso Moro come ipotizzato da Calogero.

L’azione contro il cantiere a maggio 2013 ci fu ma il problema è la qualificazione giuridica del fatto. Quella creata da Caselli, che vuole far tornare indietro l’orologio della storia, per la Cassazione non regge. (frank cimini)

 

NoTav, l’Europa ai giudici: “Per noi processo inutile”

“Abbiamo la presidenza della Commissione Europea, non so se c’è qualcuno in aula per questa Commissione Europea che, peraltro, ha fatto pervenire uno scritto dove sostanzialmente dice che non è interessata granchè alla cosa”, afferma il presidente della Corte d’assise di Torino, come risulta dalle trascrizioni di udienza del 22 maggio. La “cosa” è il processo in cui la procura di Torino accusa 4 militanti NoTav di aver agito con finalità di terrorismo con gravi danni all’immagine dell’Italia e dell’Unione Europea, imputazione che prevede fino a 30 anni di carcere per aver danneggiato un compressore in un cantiere dell’alta velocità a maggio del 2013.
Si tratta dell’unica vera notizia fin qui del processo iniziato il 22 maggio, ma che i giornali non hanno pubblicato. Anche dal tono e dalle parole usate dal giudice si capisce che all’Europa di questo processo importa nulla, anzi che lo considera inutile. Continua a leggere

Domani processo a Erri De Luca, assolvetelo in nome della libertà

Il 5 giugno dunque si terrà davanti al gip di Torino un’ udienza preliminare contro un apprezzato e valente scrittore italiano che ha scatenato, da più parti, nutrite e variegate manifestazioni di solidarietà. Trattasi di Erri De Luca, accusato dalla locale Procura di istigazione a delinquere (art. 414 Cp) per avere pronunciato,mesi orsono, le seguenti parole: “La TAV va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti. Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa” . L’art. 414 del Codice penale è reato inserito nel titolo V del Codice Penale “dei delitti contro l’ordine pubblico” e prevede una pena fino a 5 anni di reclusioneper chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più delitti.Rivendicando la libertà sancita dall’art. 21 della Costituzione che stabilisce che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”, lo scrittore ha dichiarato: ”Se mi condannano per istigazione alla violenza non farò ricorso in appello. Se dovrò farmi la galera per avere espresso una opinione, allora la farò”. Continua a leggere