Ora lo dice anche il garante della concorrenza e del mercato: i fondi Expo per informatizzare la giustizia milanese sono finiti senza gara a una società che ha messo in atto “condotte ostruzionistiche e discriminatorie” tali da spazzare via ogni possibile concorrenza. E chi glieli ha assegnati, e ne dovrebbe rispondere, sono stati una parte della magistratura milanese, il Ministero della Giustizia e il Comune di Milano.
Quello meneghino è solo un capitolo di una lunga ‘tirannide’ esercitata dalla corazzata bolognese Net Service su tutto il processo civile telematico (PCT). Finché un giorno, siamo nell’ottobre 2015, a fuochi di Expo ancora accesi, qualcuno prova a ribellarsi. Un gruppo di imprese riunite sotto la sigla Assogestionali, che ritiene di avere le carte in regola ma non la possibilità di competere sul terreno della ‘giustizia 2.0′, si rivolge al garante. “Ci siamo resi conto che Net Service la fa da padrona in tutti i Tribunali italiani e volevamo capirne le ragioni – racconta l’avvocato Carlo Piana, autore dell’esposto – abbiamo anche chiesto invano al Comune di Milano i documenti sugli affidamenti diretti per i fondi Expo, poi trovati su Giustiziami. Che ci fossero questi soldi a disposizione era di dominio pubblico nell’ambiente, ma, come sempre per quanto riguarda il Pct, non c’è stata la possibilità di competere ad armi pari e sono andati a Net Service attraverso affidamenti diretti. E sempre richiamandosi alla norma del codice degli appalti per cui anche oltre i 40mila euro si può evitare la gara se viene individuato un solo operatore economico con le conoscenze tecniche richieste per aggiudicarsi il contratto”.
Per il garante che ha avviato un’istruttoria la “strategia di Net Service impedisce l’accesso di altri produttori di software applicativi per il Pct sul mercato italiano”. ” Da un lato, questo ipotizzato abuso di posizione dominante si spiega col fatto che nel 2001 e 20012 la società ex Finemccanica si era aggiudicata le due gare ‘madri’ per la progettazione, realizzazione e gestione dell’infrastruttura centrale del Pct. Con in mano la mappa e l’architrave del Pct e delle sue continue evoluzioni, Net Service gioca d’anticipo anche sui software applicativi, traendo in inganno, ipotizza il garante, anche gli utilizzatori finali dei prodotti che la ritengono l’unica con certe competenze.
Questo assolve chi ha assegnato i fondi Expo? Crediamo di no perché da magistrati abituati ad andare oltre le apparenze e a considerare spesso gli affidamenti diretti un’anticamera per le tangenti ci saremmo aspettati un controllo ben più rigoroso. Per esempio, se Net Service meritava davvero di ricevere con affidamento 631 mila euro di fondi Expo per lavorare sulla consolle del magistrato. O se, più opportunamente, si sarebbe dovuta fare una gara. Ma, come sappiamo, sui fondi Expo si è giocata una durissima battaglia anche all’interno della stessa magistratura milanese tra chi ha distribuito soldi senza ombre di dubbio e chi aveva intuito che quegli affidamenti diretti a raffica non erano giustificabili. Una battaglia di cui si trova traccia nelle decine di schermi Samsung acquistati col bottino dell’Esposizione Universale che adornano le pareti del Palazzo di Giustizia: dovevano servire per orientarsi tra aule e processi, sono inesorabilmente spenti da oltre due anni. (manuela d’alessandro)
Il testo del provvedimento del garante