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Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Fondi Expo, ora i magistrati chiedono al Csm di aprire una pratica su loro stessi

Tre esponenti della corrente di Magistratura indipendente chiedono al Csm di aprire una pratica sulla distribuzione dei 16 milioni di fondi Expo assegnati alla giustizia milanese per lo più senza gare e con criteri apparsi  poco trasparenti anche all’Anac. E a decidere quale commissione dell’organo di autogoverno della magistratura si dovrà occupare della vicenda sarà, tra gli altri, anche l’attuale primo presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio che, all’epoca, guidava  Corte d’Appello di Milano.

“Si tratta di un argomento – scrivono Luca Forteleoni, Claudio Galoppi e Lorenzo Pontecorvo nella mailing list di Area – di fondamentale importanza sul quale deve essere fatta chiarezza al fine di salvaguardare il prestigio e la credibilità dell’ordine giudiziario”.    

I tre, si legge nella mail che Giustiziami ha potuto leggere, chiedono “l’apertura di una pratica avente ad oggetto l’attuazione, presso il Tribunale di Milano, dei principi organizzativi previsti per il processo civile telematico di cui alla risoluzione consiliare del 13 maggio 2015 nonché la verifica della regolare gestione dei fondi pubblici utilizzati per l’implementazione di specifici progetti organizzativi”.

Per capire quanta voglia avranno le toghe di indagare su loro stesse, bisognerà capire a chi il Comitato di Presidenza, di cui fa parte anche Canzio, assegnerà la pratica, se alla più agggressiva  prima commissione, che si occupò anche del caso Bruti – Robledo, o alla settima, solitamente più cauta nel valutare profili disciplinari dei magistrati. Tra chi potrebbe finire nel mirino ci sono l’ex capo dei gip milanesi facente funzione Claudio Castelli, ora presidente della Corte d’Appello di Brescia, e il magistrato civile Enrico Consolandi, mentre Livia Pomodoro, all’epoca vertice del Tribunale milanese, non rischia nulla da questo punto di vista perché è in pensione.

Quanto a Canzio, in seguito alle prime rivelazioni giornalistiche il 21 ottobre 2014 dichiarò a questo blog: “Non solo non sappiamo niente di questi contratti ma niente ne vogliamo sapere. Questo deve essere chiaro perché la conoscibilità implica delle responsabilità. Come mai il Tribunale è così presente nelle carte? Chiedetelo a loro…”.

(manuela d’alessandro)

Il pm Gobbis stravince la gara dei voti per il consiglio giudiziario, voglia di nuovo in Procura?

Alessandro Gobbis di Magistratura Indipendente, unico a sfondare il muro dei cento voti, stravince a sorpresa la gara delle preferenze nelle elezioni al consiglio giudiziario del distretto milanese. Assieme a lui, scelto da 136 votanti, entrano nel ‘piccolo Csm’ locale, i pm Donata Costa di Area (96), Alessandra Cerreti di Unicost (95) ed Eugenio Fusco, sempre di Area (86). A sopresa perché era il pm con meno anzianità di servizio in gara, per questo anche candidato al ruolo clou di segretario destinato di solito al più giovane eletto, e si è dedicato all’avventura politica solo negli ultimi mesi. Voglia di novità in una Procura monopolizzata per tradizione da Md cui apparteneva il procuratore uscente, Edmondo Bruti Libeati, e che vorrebbe piazzare anche il nuovo, Francesco Greco? Tra i grandi sconfitti, il pm del pool reati economici Adriano Scudieri, figura molto attiva in Md.

Certo, a dar conto dei commenti nei corridoi della Procura, nessuno accreditava un simile exploit di preferenze al magistrato 48enne di origini venete, ex carabiniere dal carattere esuberante, titolare anche dell’indagine sull’attacco informatico ad Hacking Team. Magistratura Indipendente, considerata corrente di destra, si aggiudica anche la gara delle preferenze tra i giudici, conquistando le prime tre posizioni col pavese Andrea Balba, Anna Introini (presidente del Tribunale di Como) e Nicola Di Leo (giudice del lavoro a Milano).

Tra le liste, resta il predominio di Area, in lieve flessione Unicost, mentre lievita  Magistatura indipendente nonostante la scissione della deludente, con solo un centianio di voti, Autonomia e Indipendenza,  creata dall’ex Mani Pulite Piercamillo Davigo. Martedì dovrebbe insediarsi il nuovo consiglio giudiziario che raccoglie l’eredità di quello diventato protagonista a Milano negli ultimi anni con interventi decisivi nella ‘guerra’ in Procura tra Bruti Liberati e Alfredo Robledo. (manuela d’alessandro)