giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Per Sala moratoria Expo senza fine, nuova archiviazione sulle case non dichiarate

 

Peppino Sala nell’autocertificazione richiesta ai titolari di cariche pubbliche aveva indicato un terreno a Zoagli ma non i due immobili costruiti, e nemmeno due motocicli, una casa in Svizzera e le quote di una società in Romania, ma questo non gli costerà un processo per falso ideologico. Perché la procura di Milano ha chiesto di archiviare l’accusa in quanto si tratterebbe solo di informazioni incomplete. Non ci sarebbe stata alcuna alterazione della realtà. Nel caso il gip dovesse accogliere la richiesta dei pm Sala sarebbe fuori dai guai per la seconda volta. Una sorta di sindaco della procura.

Era già caduta infatti l’accusa di abuso in atti d’ufficio in relazione all’affidamento a Oscar Farinetti di due padiglioni per la ristorazione di Expo senza indire gara pubblica. Il gip su richiesta conforme della mitica procura di Milano decise che Sala favorì Farinetti ma non c’era la prova che ne avesse l’intenzione. Una motivazione tragicomica, come del resto appare quella degli immobili di Zoagli.

Insomma la moratoria su Expo appare senza limiti e si protrae nel tempo, anche adesso l’evento è finito da tempo. Expo non si tocca. Del resto per il “successo” dell’esposizione Renzi aveva ringraziato in ben due occasioni la procura allora di Bruti Liberati parlando di “responsabilità istituzionale”. Adesso al posto di Bruti c’è Francesco Greco, già nel ‘cerchio magico’ dell’allora procuratore capo. E non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Expo e i suoi uomini, Sala in testa, sembrano godere di una sorta di impunità. Il proscioglimento in relazione all’affare Farinetti fu sicuramente più grave. Ricordiamo però che venne firmato da un giudice il quale sui fondi Expo giustizia si era comportato come Sala contribuendo a distribuirli senza gare pubbliche.

Quantomeno a livello di scambi di potere Expo è stato un banchetto dove hanno mangiato tutti, anche i magistrati. Per questo la verità non la sapremo mai. Tutto a difesa del sistema paese, cioè la patria degli affari. E la chiamano pure legalità. (frank cimini)

Le balle giudiziarie top del 2013: dai diamanti della Lega all’imprenditore assolto

La cronaca giudiziaria è materia scivolosa, si sa, e allora alla fine di questo 2013 ci prendiamo un po’ in giro anche noi.  Ecco le notizie false che abbiamo contribuito, anche con l’aiuto di fonti e intervistati, a mettere in circolazione.

1) LA ‘BUFALA’ DELL’IMPRENDITORE ASSOLTO PER LA CRISI

Alcune testate scrivono che un imprenditore è stato assolto per la crisi, dando pieno credito alla versione dei suoi avvocati. Invece nelle motivazioni, uscite diversi giorni dopo la notizia, il giudice spiega che il motivo dell’assoluzione dall’accusa di evasione andava individuato nell’interpretazione ‘tecnica’ di una norma sui concordati  preventivi. Nemmeno una parola sulle sue difficoltà finanziarie. Ma la ‘notizia’ che è passata, una delle più cliccate nelle cronache del 2013, è che se un imprenditore evasore affoga insieme al Paese nei debiti può anche guadagnarsi l’assoluzione.

2) LO YACHT DI RICCARDO BOSSI

In piena bufera sulla Lega, spunta uno yacht da 2,5 milioni di euro ormeggiato in Tunisia, la cui proprietà sarebbe di Riccardo Bossi. Il sospetto, spiegano i giornali, è che l’imbarcazione di lusso sia stata comprata coi soldi dei rimborsi pubblici. Il rampollo del ‘Senatur’ riesce però a dimostrare di non c’entrare nulla con lo yacht.

3) LA ‘PAGHETTA’ DEL TROTA E I DIAMANTI DI ROSI

Ancora Lega e ancora forzature giornalistiche (non sempre invenzioni, a volte anche le fonti sbagliano). Renzo e Riccardo Bossi, scrivono i giornali, avrebbero ricevuto una ‘paghetta’ da 5mila euro mensili coi soldi dei rimborsi elettorali del Carroccio. L’ipotesi viene smentita in ambienti giudiziari pochi giorni dopo essere finita in prima pagina e avere creato ironie e moti d’indignazione popolare. Negli atti depositati con la chiusura delle indagini di qualche giorno fa non c’è traccia dello ‘stipendio’ per i figli di Umberto Bossi. Una balla anche la notizia che Rosi Mauro aveva comprato i famosi ‘diamanti della Lega’ con i soldi dei rimborsi elettorali. Dopo che lo scoop è stata sparato, si è scoperto che la ‘pasionaria’ li acquistò coi suoi risparmi personali.

4) LE BUGIE DI MICHELLE

“Io c’ero, ho visto tutto. Il Cavaliere ha passato almeno una notte con Ruby quando lei era minorenne”. Il racconto è di Michelle Conceicao. Il bravo collega riporta tutto in un’intervista che sembra segnare una svolta nel caso Ruby. Invece poi il pm Ilda Boccassini analizza i tabulati e vede che la prostituta brasiliana non è mai stata ad Arcore quando c’era anche Ruby. E Michelle in aula non osa mentire alla ‘rossa’.

5) LA FANTASIA DI PROTO

In questo caso i giornalisti italiani sono in buona compagnia perché anche il Financial Times, folgorato dalla sua immaginifica ascesa, gli ha dedicato la prima pagina. Alessandro Proto ha tenuto per mesi in scacco la Consob e i giornali millantando Opa e operazioni finanziarie di alto livello. Tutte balle enfatizzate dai giornali, come ha certificato la sentenza con cui ha patteggiato 3 anni e dieci mesi, lo scorso 22 ottobre.

(Manuela D’alessandro, Roger Ferrari, Nino Di Rupo)