giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Un anno e 4 mesi al magistrato tedesco in fuga
oggi l’Interpol lo consegna alla Germania ma resta il mistero

In Germania se ne parla da mesi sulle prime pagine, da noi la storia è passata come un fulmine, un capitolo ‘strappato’ da un intrigo di George Simenon ambientato a Milano. Il 31 marzo il magistrato Jorg Lieberum, 48 anni, ricercato su mandato internazionale perché accusato nel suo paese di corruzione,  viene arrestato nella notte in un albergo di Porta Romana in possesso di una pistola calibro 7.65 e una manciata di proiettili, qualche agenda, 30mila euro in contanti. E’ accompagnato da  una ragazza romena di 26 anni.  Ce n’è abbastanza per una ghiotta spy – story.

In Germania sospettano che Lieberum abbia intascato una mazzetta per truccare gli esami di accesso alla magistratura. Lui però la butta sul romantico: “Non stavo scappando, ero a Milano di passaggio dopo essere stato a Venezia in gita”.  Chiede di essere rispedito al suo Paese per potersi difendere dall’accusa di corruzione, ma i giudici della Corte d’Appello gli negano l’estradizione.  Oggi, ed eccoci alle novità, Lieberum è uscito dal carcere di San Vittore ed è stato riconsegnato dall’Interpol alla Germania perché ha risolto le sue pendenze con la giustizia italiana patteggiando 1 e 4 mesi (pena sospesa) per detenzione  e possesso illegale di arma e proiettili. Libero.

Noi lo ricordiamo così, elegante, occhialini sul naso, seduto nella gabbia dell’aula dove si il 4 aprile si è discussa la sua estradizione. In fondo alla stanza una bella signora bionda gli lanciava larghi sorrisi. Era la moglie. “Ha deciso di stargli vicino, nonostante tutto”, ci aveva spiegato il suo avvocato, Stefano Ferrari. Chissà. Ci piacerebbe leggere gli altri capitoli (in tedesco) di questa strana storia dove una moglie dispensa amore al suo uomo in fuga trovato con una pistola e una fanciulla. (manuela d’alessandro)

 

 

Giudice ubriaco, è caccia disperata al nome (tra le toghe)

“Eddai, dimmi chi è”. Non si sa. “Ma è uno importante o uno meno importante?”. Non te lo dico. “Ma chi è ‘sto collega ubriaco?”. Non posso violare il segreto istruttorio. Cioè, quello professionale. Insomma la notizia l’abbiamo data, mica ti possiamo dire tutto, e poi che cosa cambia ai fini del pubblico interesse?
E’ un mondo alla rovescia quello del Tribunale di Milano, da due giorni. Da quando cioè il sito giustiziami.it ha pubblicato la notizia del magistrato condannato a Brescia dopo una disavventura alcolica in bicicletta (vedi http://www.giustiziami.it/gm/ubriaco-in-bicicletta-magistrato-condannato-a-2-mesi-e-20-giorni-di-arresto/ ). Due mesi e 20 giorni convertiti in una multa, dopo un percorso giudiziario accidentato quanto quello compiuto sulle due ruote, a tarda sera, su un marciapiede, prima di imbattersi nel solerte vigile che ha accertato il tasso alcolico della toga-ciclista. Continua a leggere