La Procura di Milano li considera in due inchieste distinte sulla sanità lombarda i ‘cavalier serventi’ che hanno offerto viaggi e vacanze sullo yacht a Roberto Formigoni. Ora si viene a sapere che l’estate scorsa Pierangelo Daccò e Massimo Gianluca Guarischi hanno condiviso la cella nel carcere di Opera in un reparto riservato, di solito, ai ‘colletti bianchi’. Certo appare un caso bizzarro che i due, coinvolti in indagini per molti aspetti ‘gemelle’ , siano finiti proprio nello stesso angolo di prigione, fianco a fianco. A quanto appreso da Giustiziami, i pm che coordinano le indagini sarebbero venuti a conoscenza della strana coabitazione solo dopo che Daccò ha lasciato Opera per essere trasferito, a settembre, nel carcere di Bollate. Sembra peraltro che l’ex consigliere regionale di Forza Italia abbia accolto con sollievo la fine della convivenza con l’ex uomo d’affari, già condannato a nove anni di carcere per il crack del San Raffaele, col quale dietro le sbarre non sarebbe nato un grande feeling. L’inchiesta sulla Fondazione Maugeri per Daccò e quella sulle presunte mazzette pagate dagli imprenditori Lo Presti per Guarischi hanno rivelato numerose escursioni, anche in lidi esotici, offerte al ‘Celeste’ in cambio di favori. Daccò è ora imputato nell’udienza preliminare per le consulenze milionarie all’Istituto ospedaliero privato Maugeri, che di lui si sarebbe avvalso “per aprire le porte in Regione”, grazie alla sua amicizia con l’ex Governatore, a sua volta accusato di associazione a delinquere e corruzione. Sono ormai storia quelli che Formigoni aveva definito “viaggi di gruppo”, tra cui capodanni extra-lusso alla Antille sullo yacht, offerti dall’ex mediatore, in carcere dal novembre del 2011. Variegato anche il catalogo delle ‘gite’ a libro paga di Guarischi: Oman, Valtellina, Croazia, Sardegna. Secondo i pm, l’ex consigliere, per il quale è iniziato da poco il processo, avrebbe fatto da mediatore per le mazzette versate dall’imprenditore sanitario Giuseppe Lo Presti a pubblici funzionari del Pirellone ancora da individuare. In una tranche ancora aperta di questa vicenda, Formigoni risponde di corruzione e turbativa d’asta. (manuela d’alessandro e nino di rupo).