giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Dossier illeciti Telecom, dopo 3 anni non ancora fissato l’appello

Dal 13 febbraio del 2013, data della sentenza di primo grado, sono passati quasi 3 anni e il processo d’appello non è stato ancora fissato. Ci furono 7 condanne (tra cui 7 anni e mezzo all’ex appartenente al Sisde Marco Bernardini e 5 anni e mezzo all’investigatore privato Emanuele Cipriani). La vicenda è quella di una struttura interna a Telecom che confezionava dossier illegali su diversi personaggi. A capo c’era Giuliano Tavaroli, responsabile della security dell’azienda. Una storia di cui giornali e tg parlarono a lungo e che sembrò molto più grossa di quella che si è rivelata con il passare del tempo. Il patteggiamento di Giuliano Tavaroli, l’indagato più importante, scatenò aspre polemiche.

Una parte dei fatti furono dichiarati prescritti dalla corte d’assise. Del processo d’appello si sono perse le tracce, non si sa quando sarà celebrato. Troppo spesso magistrati, Anm e i media che fanno da megafono all’accusa addebitano agli avvocati difensori la responsabilità dei tanti processi che finiscono in prescrizione. Almeno in questo caso specifico nessuno lamenta l’omissione della corte d’appello di Milano che non molto tempo fa aveva vantato di aver smaltito gran parte dell’arretrato beneficiando di titoli di giornale della solita stampa amica. Adesso tutti sembrano fare finta di niente, a cominciare da chi dovrebbe controllare l’operato dei giudici. C’è un ministro che ha poteri ispettivi e sta zitto, c’è un Csm che dorme quando gli conviene.  (frank cimini)

L’investigatore privato querela Tronchetti:
“Macché spia, i dossier li facevo per te”

L’esecutore dei dossier fabbricati all’ombra di Telecom, Emanuele Cipriani, querela Marco Tronchetti Provera il quale, in un’intervista andata in onda a ‘Presa diretta’ del 27 gennaio scorso, è tornato a sostenere la sua linea processuale: i report illeciti nascevano da iniziative autonome della security guidata da Giuliano Tavaroli e non su indicazione dei vertici aziendali. I dossieraggi, assicura Tronchetti, rispondevano esclusivamente agli interessi “di spie e ladri”.

Sarà la Procura di Roma a indagare sulla denuncia per diffamazione aggravata presentata nei giorni scorso dall’ex titolare dell’agenzia investigativa ‘Polis d’Istinto’, condannato in primo grado a 5 anni e mezzo di carcere, che si è sentito chiamare in causa sia in quanto autore dei dossier, sia perché nella trasmissione di Riccardo Iacona, Tronchetti ha fatto proprio il suo nome. Continua a leggere