giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Robledo va a Venezia per tornare a Milano
Il Csm trova l”accordicchio’

Dieci mesi non sono bastati al Csm per decidere sulla querelle Bruti-Robledo. Alla fine, proprio nei giorni in cui Giorgio Napolitano grande protettore di Bruti Liberati lascia il Quirinale, spunta un sorta di accordicchio che porterà Robledo per circa un anno alla procura generale di Venezia come sostituto per poi tornare a Milano a capo del dipartimento anticorruzione che, nel frattempo, dovrebbe essere coperto con una nomina provvisoria. Nei giorni scorsi, alcuni pm dell’anticorruzione si sono lamentati  con Bruti che il loro lavoro è bloccato dopo l’esautorazione dell’aggiunto. (lotta-di-potere-in-procura-bruti-caccia-robledo-dallanticorruzione)

Robledo tornerebbe quando Bruti andrà in pensione al 31 dicembre 2015 per raggiunti limiti di età, senza avvalersi degli effetti di una eventuale ulteriore proroga che potrebbe essere  decisa per l’impossibilità del Csm di rispettare gli impegni a livello di nomine dei capi degli uffici.

Insomma, domani la prima commissione deciderà di non aprire la pratica formale di trasferimenti per incompatibilità ambientale ma aderirà alla cosiddetta “mediazione istituzionale” (insomma le istituzioni non godono di buona salute, diciamo) varata dal vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, che già di recente aveva annunciato: “Stiamo lavorando a una soluzione bonaria”.

Dice un giudice milanese: “E’ la conferma che al Csm da tempo hanno preso i vizi peggiori della politica”. Al punto che, possiamo aggiungere, se in pratica si insabbia un’inchiesta importante comne quella sulla Sea, ammettendo di aver dimenticato il fascicolo per 6 mesi in un cassetto, si ha diritto comunque di arrivare alla pensione. Perchè al Csm ci sono i giochi e i veti delle correnti che rappresentano partiti politici e si comportano come tali e per giunta con uun Presidente della Repubblica che, smessi i panni dell’arbitro, ha giocato la partita.

Un magistrato che dovesse dimenticare un fascicolo su Berlusconi in un cassetto verrebbe arrestato per corruzione senza neanche accertare quanto ha incassato e da chi. Una riflessione “bonaria”, diciamo. Il Csm di un paese normale avrebbe deciso in 15 giorni, trasferendo Robledo perché diventato incompatibile non per colpa sua a causa dell’esposto contro Bruti e Bruti perché se ti scordi un fascicolo che lambisce la neonata giunta milanese di centrosinistra non puoi fare il capo della procura. Il nostro non è un paese normale. Ma a sto punto basterebbe che i magistrati smettessero di menarla con la loro indipendenza e autonomia (frank cimini)

 

Davanti a tutti in graduatoria da sostituto Pg
Ma Robledo rischia il trasferimento da Milano

Tra i magistrati in corsa per ottenere un posto da sostituto in Procura Generale c’è proprio colui che potrebbe dover lasciare Milano per incompatibilità ambientale. Per oggi è attesa la proposta della Prima commissione del Csm su un eventuale trasferimento di Alfredo Robledo (e di Edmondo Bruti Liberati?). E proprio oggi si scopre, dalle graduatorie interne pubblicate dal Csm, che lo stesso Robledo è primo in una lista di 26 magistrati che hanno chiesto un posto nell’ufficio guidato da Manlio Minale.

Tra chi ha chiesto di diventare sostituto Pg non ci sono solo magistrati milanesi, ovviamente. Ma c’è anche chi parla di una “mezza fuga dalla Procura” guidata da Bruti. Robledo risulta primo in graduatoria (valutazione: 31) davanti ad Amato Barile (30), pm alla Procura di Lagonegro, e a Celestina Gravina (26), attuale Procuratore a Matera che farebbe così ritorno nella Milano che la vide impegnata da inquirente, tra le altre cose, nell’inchiesta sulla strage di Linate. Al settimo posto c’è un’altra pm milanese, Laura Gay, attualmente all’esecuzione (dipartimento guidato da Robledo dopo la nota estromissione dal pool anticorruzione). Più indietro i sostituti procuratori Maria Mazza, Paola Pirotta (di quel secondo dipartimento che fu guidato da Robledo), Angelo Renna, Silvia Perrucci, Maria Teresa Latella.

Chiedono un posto al terzo piano lato Manara anche l’ex giudice milanese Gemma Gualdi (quinta in graduatoria), l’ispettore del ministero Paolo Fortuna, il pm di Pavia Giovanni Benelli, i pm dei minori di Milano Maria Saracino e Ciro Cascone e la pm di Brescia Silvia Bonardi, magistrato che negli ultimi mesi ha indagato per concussione il collega milanese Ferdinando Esposito.

I posti messi a bando sono solo due. Con l’eventuale trasferimento di Robledo, qualcuno verrebbe ripescato.

(Aggiornamento delle ore 16: sulla questione trasferimenti per incompatibilità ambientale il Csm ha deciso di rinviare. Prima verrà ascoltato il presidente di Corte d’Appello Giovanni Canzio, il 16 dicembre, poi si vedrà).

Bruti scrive a tutti pm: ma voi i soldi sequestrati li date al Fug o alle banche?

“Caro collega”, ma tu hai mai fatto come Robledo?  I soldi sequestrati li dai alle banche “con eventuale nomina di custodi giudiziari”o al Fug (Fondo Unico di Giustizia)? Il ‘sondaggio’ è firmato dal procuratore Edmondo Bruti Liberati e rivolto, via e – mail, a tutti i pm. Bruti vuole sapere se è mai capitato ai magistrati di affidare il denaro, presunto frutto di reati, agli istituti di creditocome fece Alfredo Robledo nel 2009 quando depositò presso due banche cooperative 170 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta sui derivati. E lo vuole sapere con una certa velocità, “anche se la riposta fosse negativa”, entro il 26 novembre, “dovendo io presentare una relazione complessiva per il Csm”. Siamo, l’avrete capito, sempre nel ‘ring’ dove i due si sono sfidati negli ultimi mesi. Uno dei colpi più duri sferrati da Bruti al ‘nemico’ fu l’accusa di essersi sottratto alla regola che imporrebbe di dare i soldi sequestrati al Fondo Unico per la Giustizia, un’articolazione di Equitalia che per legge, dal 2009, deve gestire tutti i fondi sequestrati dalle Procure. Robledo rispose che nominò un custode perché glielo ordinò il giudice che dispose il sequestro  e consegnò i soldi alle due banche brianzole perché non investono in derivati ma in progetti economici destinati alle piccole imprese. (m.d’a.)

Da Bruti ok alla Boccassini
Forno dà il via libera a Robledo
Ma chi valuta Bruti?
E comunque i pareri sono da buttare

Un girotondo spezzato. Il Procuratore dà un giudizio su un suo vice, un altro procuratore aggiunto valuta un collega pari-grado, ma poi nessuno valuta il procuratore stesso.

Questo accade alla Procura di Milano. In valutazione, tre pedine fondamentali, che aspettano di sapere dal Consiglio giudiziario, e poi dal Csm, se saranno riconfermate nei propri ruoli per i prossimi quattro anni. Ciascuno ha bisogno di un parere, tranne il procuratore stesso. Quindi Bruti Liberati valuta positivamente Ilda Boccassini, capo della Dda. Pietro Forno, numero uno del pool sui reati che riguardano i soggetti deboli, valuta positivamente Alfredo Robledo, capo dell’anticorruzione fino al giorno in cui Bruti l’ha esiliato all’Esecuzione. Ma chi dà il voto a Bruti, anche lui attualmente in valutazione? Nessuno, è capo di un ufficio e non è previsto che sia il Procuratore generale, per esempio, a formulare una valutazione da sottoporre al consiglio giudiziario.

Fatto singolare, poi, è che il consiglio giudiziario ha appena rispedito al mittente i pareri di Bruti su Boccassini e di Forno su Robledo. Perché? Troppo generici, non rispettavano i quesiti previsti. In sostanza, secondo alcuni membri dell’articolazione locale del Csm, quelle schede di valutazione assomigliavano troppo a una specie di copia-incolla del bilancio di responsabilità sociale della Procura, il rapporto che annualmente viene distribuito a tutti i sostituti, ai vertici del Palazzo di Giustizia, e anche ai giornalisti. Non una valutazione specifica sui magistrati in questione, insomma, ma un riepilogone dei dati che riguardano i loro dipartimenti. Curiosa in particolare la carenza di dettagli su un punto: la capacità di rapportarsi con i sostituti. Chissà cosa ne pensano i pm della Dda, o quelli del secondo dipartimento. Bruti per Boccassini, e Forno per Robledo, pare si siano astenuti dal precisarlo.