giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Elogio a Fabio, da 18 anni custode gentile dei segreti della Procura

Un po’ come Lucy, l’amichetta di Charlie Brown pronta ad accogliere tutti al suo banchetto ‘Psychiatric help’ per la spropositata parcella di 5 cents. Ma con due differenze: lui ti ascolta davvero e lo fa gratis, con un sorriso aggiunto.

Magistrati, giornalisti, umanità del Palazzo, personaggi strampalati, uno per tutti il mitico professor ‘Mezzacapa’ che una volta alla settimana per anni si presentava nel suo ufficio per fare il punto col procuratore Corrado Carnevali sull’amore non corrisposto per una nota cantante.

Oggi tutti festeggiano il custode dell’anticamera del potere, l’appuntato dei carabinieri Fabio Vicari, mentre riceve a furor di popolo “per il suo lodevole e costante impegno” un elogio speciale dal suo Comandante Giuseppe La Gala.

“Ogni giorno sono motivato a ricevere qualcuno per qualche problema e ricevo anche chi non ce li ha”,  scherza (come sempre) Fabio, da 18 anni alla segreteria dei capi della Procura, da Borrelli a D’Ambrosio, da Minale a Bruti Liberati, fino a Greco.

“Nonostante non abbia svolto la sua attività in strada  ha mostrato quella voglia di essere utile nei confronti dei cittadini, aiutando i magistrati a risolvere i problemi della gente”, è l’omaggio di La Gala il quale però, non vivendo qua dentro, lo conosce solo un po’. Perché Fabio aiuta tutti, chiunque abbia bisogno di un’informazione, un consiglio su come riparare il pc (è un portento dell’informatica e ha un drone, oltre che una bellissima moglie, collega di Tribunale) o di una carezza in una giornata nera. E nonostante il potere lo annusi tutti i giorni nella solenne anticamera del capo di turno, il miracolo è che Fabio non se n’è mai lasciato sedurre, conservando lo sguardo dei puri sul mondo.  (manuela d’alessandro)

Il giudice imprigionato in bagno spacca la porta e i carabinieri lo verbalizzano

Eccoci nella nuova, scintillante palazzina della giustizia milanese, quella riservata ai giudici civili e del lavoro da poco inaugurata. Il giudice entra in bagno per fare la pipì e, chiudendo la porta dietro di sé, resta con la maniglia in mano. Che fa? “La pipì anzitutto e poi non mi faccio travolgere dal panico, prendo a manate la porta e urlo di venirmi ad aprire”. Non può telefonare perché i cellulari nella nuova, scintillante palazzina non prendono (l’avevamo raccontato qui). Allora si mette comodo e pensa: ‘Prima o poi a qualcuno scapperà la pipì’. Invece i suoi colleghi (il bagno è di servizio) se ne stanno tutti beati dietro alle scrivanie.

Passa mezz’ora e la pazienza si fiacca. Il giudice prende il mozzicone di maniglia e colpisce la porta che scopre essere di pastafrolla. Con due calcioni apre un bello squarcio nel ‘tamburato’.

“Stai calmo, ora ti salviamo!”, gli urlano dall’aldilà sentendo i rumori delle pedate. Dallo squarcio intravvede due carabinieri. Aprono quel che resta della porta. Neppure un secondo per rigustare la libertà che il brigadiere gli chiede i documenti e verbalizza le generalità.  “Potevate almeno chiedermi come stavo…”, butta lì il magistrato. “Signore, noi facciamo il nostro lavoro…”, risponde il militare che di fronte alla porta rotta forse vola con la fantasia e pensa a un’ipotesi di danneggiamento aggravato dall’uso di una maniglia contundente. (manuela d’alessandro)

ps. qualche giorno prima una collega del giudice imprigionato aveva segnalato all’ufficio manutenzione che la maniglia era rotta.

Quando Hacking Team, Ros e Aruba dirottarono il traffico del web

Hacking Team e il Ros dei carabinieri con l’appoggio di Aruba hanno dirottato o interrotto il servizio web ai danni di migliaia di ignari navigatori per inseguire le tracce di sospetti criminali. Tutto senza alcun provvedimento dell’autorità giudiziaria.

L’episodio, raccontato per primo da un giovane ingegnere italiano su  http://blog.bofh.it/id_456 ed emerso dai file pubblicati da wikileaks, dimostra che l’attività ‘borderline’ dei trojan di Stato può danneggiare non solo obbiettivi sensibili ma anche chi finisce per caso sulla loro strada.

Due anni fa il Ros si trova  nel panico perché un server utilizzato in Romania per carpire informazioni su alcuni indagati viene chiuso per motivi tecnici e non è più possibile raccogliere i dati dei sospettati. Per recuperare il controllo remoto dei dispositivi intercettati, i reparti speciali dei carabinieri e HT chiedono al provider Aruba di dirottare verso i propri server il traffico diretto all’ex provider romeno. Aruba  non può spostare solo un sito ma deve dirottare l’intera classe di indirizzi IP.

Risultato: improvvisi blocchi della navigazione con siti che non appaiono più raggiungibili o, peggio ancora, utenti che finiscono su siti ‘esca’ col rischio di beccarsi un’infezione dai trojan di Stato al posto del vero obbiettivo.

E’ legale? In questo momento supponiamo di sì, fino a legge o pronuncia contraria di un giudice, ma saremmo più tranquilli se su questi temi ci si confrontasse in modo solare e se certe azioni ‘spericolate’ avvenissero col controllo di un magistrato.  (manuela d’alessandro)

le email del dirottamento:   1 2 3 4 5 6 7 8 9

hacking-team-riguarda-tutti-noi-la-nostra-liberta-la-nostra-costituzione