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Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Fondi Expo, l’Anac allarga le indagini a 25 appalti e manda al Comune le conclusioni

L’Anac di Raffaele Cantone allunga il tiro sui fondi Expo per la giustizia milanese.Con le ‘comunicazioni delle risultanze istruttorie’ inviate oggi al Comune aumenta il numero delle gare sospette – da 18 a 25 per un valore di 10 milioni – e arricchisce di nuovi dettagli quanto scritto nell’esposto denuncia finito anche in Procura, in Cassazione e alla Corte dei Conti.

Nell’atto di contestazione, inviato per conoscenza anche al Ministero della Giustizia, viene evidenziato come il Comune, quale stazione appaltante, non avrebbe effettuato indagini di mercato per la ricerca di fornitori che potessero consentire di risparmiare soldi pubblici e avrebbe chiuso gli occhi dinnanzi a potenziali conflitti di interessi e alla partecipazione ai ‘tavoli di lavoro’ di persone che non vi avevano titolo.

Le procedure di evidenza pubblica, come scrivevamo su  questo blog tre anni fa, sono state evitate senza quelle adeguate motivazioni che la legge prevede per consentire l’affidamento diretto anche sopra i 40mila euro. Il procedimento amministrativo di Anac sul Comune si chiuderà entro sei mesi e Palazzo Marino dovrà far pervenire le proprie deduzioni entro 30 giorni. Diversi gli epiloghi possibili, da una delibera pubblica all’invio delle carte ad altri organi inquirenti. Insomma, Cantone sembra fare sul serio, e la Procura? Dopo l’inedita auto – assegnazione del fascicolo da parte del procuratore capo Francesco Greco e del vice Giulia Perrotti, nulla per ora si è mosso, perlomeno in modo visibile. L’inchiesta è a carico di ignoti e il reato è turbativa d’asta. Il  presidente del Tribunale Roberto Bichi, uscito  da una riunione straordinaria coi giudici, aveva scaricato sul Comune come stazione appaltante. Ma alcuni funzionari di Palazzo Marino che scelgono l’anonimato, da noi incontrati nei giorni scorsi, sostengono di avere “eseguito gli ordini” che provenivano dai magistrati. E la sensazione è che, se accerchiati, potrebbero decidere di raccontare la loro versione.

(manuela d’alessandro)

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Giudici convocati “con urgenza” dal presidente Bichi per discutere sugli appalti Expo

Domani dalle 13 i processi del Tribunale di Milano rischiano di fermarsi perché i giudici si riuniranno   “con urgenza” per discutere della scioccante relazione Anac sugli appalti Expo per la giustizia milanese di cui questo sito aveva dato conto per primo due anni e mezzo fa.

A convocare la riunione con una lettera dai toni drammatici inviata a tutti i giudici è il presidente del Tribunale Roberto Bichi.

“Considerato il grave negativo riflesso derivante sull’immagine e sull’attività stessa del Tribunale – scrive Bichi – ritengo necessario convocare con urgenza una riunione dei presidenti di sezione, in primo luogo per informarvi delle circostanze a mia conoscenza e, inoltre, al fine di valutare eventuali iniziative”.

“I magistrati sono convocati nell’aula della presidenza della prima sezione civile e – questo è il passaggio della missiva di Bichi che colpisce di più – in considerazione dell’importanza dell’argomento sottolineo la necessità della presenza di tutti, eventualmente anche con sospensione dell’udienza“.

Stando a quanto emerge dalle carte in nostro possesso, Bichi non ha avuto nessun ruolo nella sciagurata assegnazione dei 16 milioni di fondi Expo destinati alla giustizia milanese. All’epoca era però il vicario del presidente Livia Pomodoro, di cui ha preso il posto quando è andata in pensione, e forse con questa iniziativa vuole prendere le distanze da chi l’ha preceduto.

La lettera esprime con palpitazione il momento delicatissimo della giustizia milanese dopo l’esposto dell’Anac di Raffaele Cantone su presunte irregolarità in almeno 18 delle 72 procedure d’appalti del Tribunale milanese per un valore di 8 milioni di euro (su 16) di fondi governativi stanziati per l’Expo e distribuiti dal Comune di Milano per l’informatizzazione della giustizia. Nel dossier dell’Anac  vengono espresse perplessità sull’operato di diversi magistrati, tra cui Pomdoro e l’ex presidente dei gip Claudio Castelli, ora presidente della Corte d’Appello di Brescia.

Ieri, la Procura ha avviato un’indagine ‘a modello 44′ a carico di ignoti sulla base dell’esposto dell’Anac con l’ipotesi di turbativa d’asta. Inchiesta che ben difficilmente resterebbe a Milano visto il presunto coinvolgimento di toghe meneghine.   I fatti risalgono a un periodo compreso tra il 2010 e il 2015. Giustiziami, ‘Il Giornale’ e il ‘Fatto’ ne avevano dato abbondantemente conto due anni e mezzo fa. Perché l’Anac arriva solo ora? E i magistrati avranno il coraggio di indagare su loro stessi?

(manuela d’alessandro)