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Il fascicolo Sea, prima ‘dimenticato’ nell’armadio dal capo della Procura e poi ‘pomo della discordia’ tra Bruti Liberati e Robledo, rischia di finire avocato dalla Procura Generale su richiesta delle difese. L’istanza sarebbe motivata dalla mancanza di serenità in Procura dove il litigio interno ha portato a una paralisi dell’attività investigativa che riguarda altre numerose inchieste dei dipartimenti guidati da Francesco Greco, reati societari e finanziari, e Alfredo Robledo, reati contro la pubblica amministrazione.
Sempre in relazione alla Sea, c’è un’indagine per aggiotaggio in mano al pm Sergio Spadaro. Il caso che suscita maggiori perplessità e interrogativi inquietanti è quello del cosiddetto ‘Ruby ter’. I giudici dei processi Ruby uno (Berlusconi) e Ruby due (Fede, Minetti e Mora) hanno in pratica ordinato alla Procura di svolgere indagini sulle presunti corruzioni e false testimonianza di ‘olgettine’, poliziotti e varia umanità. Invece non si muove foglia perché, riferiscono le ‘voci’ del Palazzo, la Procura avrebbe deciso di aspettare le sentenza di appello dei due processi che potrebbero arrivare in estate ma anche oltre. L’impressione è che Berlusconi, in questo momento, interessi molto meno che in passato sia per il suo ruolo nelle riforme sia perché messo all’angolo dall’affidamento ai servizi sociali.
Lungo è l’elenco delle inchieste che da mesi segnano il passo e si tratta di indagini equamente distribuite tra i due dipartimenti al centro della contesa di cui si stanno occupando il Csm con tre commissioni e il pg della Cassazione per l’aspetto disciplinare.
Ci sono i fascicoli per evasione fiscale su Apple e Prada, c’è uno stralcio dell’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena e poi in ordine sparso quella nata dal ‘papello’ in cui è indagato Alberto Nagel di Mediobanca e quella sulle quote latte del pm Ascione che aveva portato a ipotizzare un coinvolgimento della Lega poi smosciato in un’inusuale conferenza stampa di Greco. Si aspettano anche le richieste di rinvio a giudizio di esponenti della Lega per l’utilizzo dei fondi ai partiti e di politici coinvolti in ‘rimborsopoli’ al Pirellone. Alcuni di loro hanno chiesto di essere interrogati e questo porta ad allungare i tempi ma, nel frattempo, non risulta siano stati convocati.
Inoltre, sono in attesa di essere definito diversi procedimenti in carico al pm Eugenio Fusco attualmente molto imegnato come applicato a Busto Arsizio per esercitare l’accusa nel processo per presunte mazzette in ambito Finmeccanica. Tra questi, le indagini su Parmalat – Lactalis e l’accusa di bancarotta a Emilio Fede nel ‘caso’ Lele Mora che, vista l’assenza forzata di Fusco, la Procura non ha per ora deciso di affidare ad altri magistrati. (manuela d’alessandro e frank cimini)
rechtsanwalt ha scritto:
come si dice: evviva la “obbligatorietà dell’azione penale”… in realtà, quasi tutti i fieri e strenui oppositori di un ridimensionamento di tale altissismo precetto costituzionale (non sia mai che contro un reo non si proceda!! tutti sono uguali avanti alla legge!!) sono in realtà A FAVORE, nel proprio intimo (personale collettivo)a derogare a tale principio e selezionare quindi i reati per i quali procedere e per quali no, anche nella forma più lieve della “priorità”, periodicamnete da stabilirsi, tra i reati da perseguire : solo, che vorrebbero le anime pie che tale potere di scelta fosse loro esclusiva prerogativa: non del parlamento, tantomeno del governo (in fondo,bene o male che importa se questi sono comunque scelti direttamente dalla gente o da persone da essa votate) ma LORO. Non vi pare così? beh a prescindere dalla circolare “Maddalena” interna alla procura di Torino (con la quale il procuratore capo aveva dato disposizione ai sostituti di “lascair morire” i procedimenti che -a torto o a ragione- parevan destinati a prescriversi in secondo se non g primo grado), chi rammenta che l’ipotesi di adozione di priorità nell’attività delle diverse Procure(in soldoni: decidere a quale tipologia di reati, periodicamente, dedicare maggiori attenzioni, mezzi,uomini e strumenti stante la accertata impossibilità di “fare tutto e bene ed allo stesso tempo”), con indicazione annualmente da parte del parlamento/governo di linee-guida sui reati cui dare la “precedenza” nelle indagini, fu sibito accantonata causa -more solito- la rivolta della magistratura che gridava all’attentato al totem monolitico costituito dal succitato principio della obbligatorietà penale? gli alti lai alla luna elevati dai più rappresentativi esponenti della magistratura al “tentativo del potere politico di evitare indagini scomode”? nessuno, credo – a maggior ragione, nessuno rammenterà che di lì a pochissimo il Procuratore capo di Genova emanò una circolare, con la quale giustappunto comunicava aia suoi sostituti delle linee-guida in relazione ai reati cui dedicare tempo e mezzi, a scapito di altri reati i cui relativi fascicoli (centiania? migliaia?), con buona pace del “sublime principio”, restavano destinati a gaicere in un sonno più o meno eterno… Quindi,l’esatta lettura della diatriba “obbligatorietà sì/obbligatorietà no” dell’azione penale deve esser risolta a favore del “no”: purchè a decidere se procedere o meno siano Lor Signori Magistrati nel loro insidacabile giudizio… Bah.