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Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Sala a Palazzo: “Fare accendere i monitor di Expo? Ne ho già abbastanza qua dentro…”

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Beppe Sala sbarca a Palazzo di Giustizia per testimoniare al processo Maroni e come un alieno su una terra impervia si guarda attorno e posa lo sguardo su uno dei monitor non funzionanti acquistati coi soldi di Expo. “Cosa sono? Cosa vuol dire ‘udienza facile’?”.

“Sindaco – gli spieghiamo – sono i monitor acquistati coi soldi di Expo. Non può fare qualcosa per farli partire? Sono qui da 3 anni anni e non danno cenni di vita”. E lui, con amaro sorriso e chiaro riferimento all’indagine sulla ‘Piastra di Expo’ in cui è indagato per falso: “Ne ho già abbastanza, rischio di diventare un habitué qua dentro. Ah sì, ora ricordo, era l’appalto fatto dalla Pomodoro…”.

Si, caro sindaco, ma lei dovrebbe saperne di più perché era il commissario unico di Expo e vennero comprati con la ‘dote’ dell’Esposizione Universale’. Quasi duecento dispositivi di marca Samsung presi nell’ambito di un appalto complessivo da circa due milioni di euro. L’obbiettivo era ‘informatizzare’ la giustizia in vista dell’appuntamento col mondo e, in particolare, far orientare i cittadini nel dedalo giudiziario, sostituendo i fogli di carta appesi alle porte delle aule.

Spenti da secoli, ormai un arredo inerte che punteggia ogni angolo della cittadella giudiziaria, i monitor rappresentano lo spreco più evidente del ‘tesoro’ assegnato alla magistratura milanese in nome di Expo. Con l’ironia della scritta ‘udienza facile’ che lampeggia senza requie, chissà con quale dispendio di energia elettrica. E non sapremo mai di chi ne è la colpa perché nessuna indagine è mai stata aperta. Forse perché chi decideva cosa farne di quei soldi erano proprio dei magistrati. (manuela d’alessandro)

Categoria: Nera
  • rechtsanwalt ha scritto:

    tuttavia, e curiosamente, almeno fino a qulche tempo fa (poi sinceramnte me non vi ho più prestato attenzione, avendo segnalato più volte il fatto a consiglieri della camera penale nonchè dell’ordine avvocati, senza alcun riscontro..)in specie al primo piano vi era sì qualche monitor funzionante: per ripoatere la “autopubblicità” della ANM snocciolante dati su dati pro doma sua per “far sapere ai cittadini” quanti bravibuonibelleiefficientilavoratoriintegerrimialdilàdellemediaeuropea fossero i giudici. Tale “pubblicità è apparsa la prima volta -se ben ricordo- nei primi mesi elde 2015 e, come supra detto, ancor fino a poco tempo fa ho avuto modo di vdere monitors riportanti la stessa. Ora, se non ertro la ANM è una associazione privata, quindi mi chiedo a che titolo sia stata loro concesso di fari così pubblicità, se è stato prevista una contrapartita economica e a quanto ammontante, se il tutto con durata sine die o che. No, perchè se l’uso di detti monitors può esser concesso così AD USO E CONSUMO DI UNA ASSOCIAZIONE PRIVATA, allora vado e strepito perchè lo stesso “privilegio” sia concesso alla ex bocciofila di viale argonne, della quale i membri ultra settantenni sono stati privati causa lavori M4. Così, per sapere

  • gaspare ha scritto:

    Già Sala non sa niente . . e sà che può contare su Cantone, cui il Suo Protettore ( il venditore di tappeti di Rignano ) ha suggerito al responsabile ANAC di essere sereno e tranquillo sulle verifiche di EXPO 2015 . . !