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Diciamo, tanto per usare un eufemismo, che non sembra molto tranquillizzante la circostanza emersa nelle ultime ore da Bruxelles relativa a indagini fatte dai servizi segreti. Nei paesi dove le indagini le fanno i ”servizi”, lo dimostra la storia, parlare di democrazia è difficile se non impossibile.
La lotta alla corruzione spetta in primo luogo alla politica. La magistratura indaga per portare i presunti responsabili davanti ai Tribunali dove si fanno i processi nel rispetto delle regole per stabilire chi ha violato la legge e chi invece no. Ma le indagini fatte dai servizi sono inquinate perché è praticamente impossibile controllare se eseguite con mezzi leciti o illeciti.
Ricordiamo tutti quello che è accaduto in Italia con la farsa di Mani pulite, la finta rivoluzione dove comunque non risulta formalmente che vi furono accertamenti e raccolta di indizi da parte delle “barbe finte”.
Poi c’è da dire che questo signor Claise figura a metà trada tra un pm poliziotto e un giudice istruttore appare fin troppo muscolare. Gli piace presentarsi cone uno che ce l’ha duro. Poi danno il loro devastante contributo i media che lo paragonano a Di Pietro incensando sia la toga belga che l’uomo simbolo di Mani pulite il quale utilizzò il codice come carta igienica.
Insomma possiamo parlare di una sorta di euroemergenza. Cioè il paese dove l’emergenza è infinita da circa mezzo secolo tra “anni di piombo”, mafia e corruzione farebbe da modello nell’intero continente.
(frank cimini)