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Nel gennaio scorso desideravano tutti le nozze tra Fonsai e Unipol – una ‘folla’ entusiasta composta da giornali, associazioni, autorità di controllo – ma la Procura di Milano no … tranne il procuratore aggiunto Francesco Greco, che quei fiori d’arancio li avrebbe benedetti. Parole e pensieri in libertà, senza riscontri di altra natura, ‘firmati’ da Giulia Ligresti in una telefonata intercettata del 12 gennaio scorso, agli atti dell’inchiesta torinese sulla compagnia di assicurazioni.
Parlando con un amico, la secondogenita di ‘Don’ Salvatore, si lamenta: “Hanno la stampa tutta con loro tranne Linkiesta e Repubblica che però si sta ammorbidendo … hanno le autority tutte con loro, cioé sono al loro servizio, anzi gli dicono come devono fare le cose. Hanno le associazioni consumatori, Fondiaria, tutto questo mondo finanziario … gli advisor”. “Sì, ma la Procura no…”, obietta l’interlocutore. Giulia Ligresti è solo parzialmente d’accordo: “Una parte della Procura no, perché Greco l’hai visto come si comporta … totalmente schierato … ma guarda che anche Lombardi me lo diceva, De Luca (il riferimento è probabilmente a due legali, ndr), cioé quindi che Greco era totalmente pro Unipol … figurati”. Intanto, certamente già all’epoca di quella telefonata, c’era chi voleva vederci chiaro sull’operazione: il pm milanese Luigi Orsi, infatti, indagava già da mesi sulla vicenda del cosiddetto ‘papello’, ossia su un presunto accordo tra l’ad di Mediobanca Alberto Nagel, uno dei fautori della fusione Unipol-Fonsai, e la famiglia Ligresti per una buonuscita milionaria per l’ingegnere e i suoi figli. Giulia Ligresti è stata poi arrestata assieme al padre e alla sorella il 17 luglio scorso, la data che entrerà nella storia della finanza italiana come l’epilogo della potentissima dinastia. Lo stesso giorno in cui Anna Maria Cancellieri, ministro della Giustizia, commenterà con un ”non è giusto” la notizia degli arresti, al telefono con la compagna dell’ingegnere di Paternò. (manuela d’alessandro e frank cimini)