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Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

NoTav, da eredi Caselli 67 faldoni di atti per 4 fumogeni

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Per quattro fumogeni accesi durante i presidi contro il Tav la procura di Torino ha costruito un’inchiesta che ammonta a 67 faldoni di atti, fin qui utili a ottenere 13 misure cautelari ma anche la bocciatura da parte del gip dell’accusa relativa all’associazione sovversiva.
Trattandosi degli eredi di Caselli e Maddalena che cercarono d trasformare un compressore bruciacchiato in una sorta di rapimento Moro del terzo millennio non esistono dubbi. La procura chiederà il processo anche per il reato associativo pur avendo subito per il momento uno stop significativo.
Questa mattina c’è stata la conferenza stampa per replicare agli arresti.
Le misure cautelari sono 13, due dei quali, Giorgio Rossetto e Umberto Raviola sono stati tradotti nel carcere delle Vallette, a Torino, e riguardano una serie di iniziative e manifestazioni che, dall’estate 2020, si sono svolte in Val Clarea, dove si trova il cantiere Tav di Chiomonte e a San Didero, dov’è situata la recinzione per quello che dovrebbe diventare il nuovo autoporto valsusino. I reati contestati sono quelli di violenza privata e resistenza aggravata a pubblico ufficiale.
“Procura, Magistratura e Mass media hanno tentato da sempre di sporcare questa lotta con una narrazione falsa che tenta di dividere tra buoni e cattivi – afferma Nicoletta Dosio, storica No Tav – di riproporre la solita retorica legata alla distinzione tra “buoni e cattivi – all’interno del Movimento No Tav, cercando di ricostruire fantomatiche regie dietro ad ogni iniziativa o manifestazione. “Quando il potere è ingiusto la resistenza è diritto e dovere di tutti – continua Nicoletta Dosio – Non basteranno i tribunali, il carcere e le fandonie sul nostro conto per farci tornare a casa. Solidarietà dal movimento No Tav ai nostri compagni che stanno subendo queste misure cautelari”.
Inoltre, ieri le forze dell’ordine, senza grandi risultati, hanno perquisito anche i Presidi No Tav dei Mulini e di San Didero, da tempo vissuti dal movimento, all’interno dei quali sono state realizzate numerose iniziative popolari e varie azioni di monitoraggio e disturbo dei cantieri.
“L’operazione di ieri è stata di uno squallore universale – tuona Alberto Perino, No Tav di vecchia data – ed è la dimostrazione che il movimento No Tav è estremamente forte e fa paura a tutti. Se essere sovversivi significa opporsi a questo sistema e a questo governo inutile, che punta solo a garantirsi la pensione e che può decidere qualsiasi cosa, allora noi continueremo ad essere “sovversivi” e a resistere come facciamo da 30 anni e continueremo a farlo per altrettanti se necessario”. Facendo poi eco alla Dosio “questo perché, al di là della narrazioni tossiche dei mass media rispetto al Tav, ormai si è svelata quale è la vera utilità di questi corridoi ferroviari che ormai sono diventati corridoi di guerra e morte” ha concluso Alberto Perino.
“La finalità è lampante – afferma Andrea Bonadonna – continuano ad essere utilizzati strumenti atti a silenziare e reprimere qualsiasi dimensione di dissenso sociale, e questo è molto grave. Ogni capo di imputazione è inserito in una cornice posta lì per tentare di delegittimare e silenziare quello che è il movimento più longevo della storia del nostro Paese, che da 30 anni si batte contro la costruzione della linea ad Alta Velocità Torino – Lione, con il solo e unico obiettivo di salvaguardare la salute del territorio, di chi lo vive e del futuro delle nuove generazioni. (frank cimini)

Categoria: Nera