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L’intervento per il cambio di sesso sarebbe stato rischioso a causa della sua obesità ma il Tribunale di Pavia, sulla scia di una pronuncia della Cassazione, ha riconosciuto a una ragazza in un corpo da uomo il mutamento di genere anche per la carta d’identità. Nella sentenza, che risale al 17 gennaio scorso, il collegio della seconda sezione civile riconosce che “la liberta’ di autodeterminazione dell’individuo nel decidere di avvalersi di tale intervento rappresenta un diritto inviolabile della persona, che non mette in discussione la serietà del percorso soggettivo intrapreso, qualora la persona decida di non sottoporsi al trattamento medico – chirurgico”. Nato uomo ma da sempre, come spiega il suo legale Francesco Langiu, “con indole femminile”, si era rivolto nel 2011 a un chirurgo per l’operazione ma il medico, sottolineano i giudici, “esprimeva parere negativo all’effettuazione dell’intervento e, successivamente, nel 2016, perdurando la problematica dell’obesità, ne certificava l’assoluta controindicazione, onde evitare di esporlo a elevati rischi per la propria incolumita’ nel corso dell’intervento, oltre a complicanze post – operatorie”. Da tempo, asssumeva ormoni, condizione necessaria, “anche in assenza di un intervento”, per chiedere che lo Stato riconosca come concluso il percorso di transizione. Con la sentenza, Il tribunale ha ordinato al Comune di origine della 29enne di modicare l’atto di nascita con l’assunzione del nome da lei prescelto. (manuela d’alessandro)