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Premetto che in quasi mezzo secolo di cronaca giudiziaria non avevo mai visto e sentito una cosa del genere. Siamo al Tribunale Massa al processo contro un gruppo di anarchici accusati di istigazione a delinquere, apologia di reato aggravate da finalità terroristiche offese all’onorevole e al prestigio del presidente della Repubblica. Il processo è stato chiamato “scripta scelera” in relazione alla rivista “Bez Motivny” chiusa ormai da tempo per mancanza di fondi
L’imputato Luigi Palli sta agli arresti domiciliari a Faenza ma non viene autorizzato a essere presente in aula di persona. Se vuole seguire udienza deve presentarsi al carcere della Dozza a Bologna e farlo per videoconferenza.
Pare che non si riescadavvero a scacciare il convitato di pietra dell’associazione terroristica da questoprcesso. Il motivo sarebbe “l’esplosiva” (aggettivo utilizzato dal giudice) situazione derivante dalla presenza di quell’imputato e del pubblico in aula.
Palli non c’è. Ma poi quando l’udienza inizia effettivamente nel pomeriggio il giudice monocratico si rimangia la decisione precedente cambia idea e dispone la presenza dell’imputato Palli per la prossima udienza, purché, aggiunge non gli arrivino poi note di polizia negative. Cioè il giudice tratta gli imputati e gli avvocati oltre che il pubblico come scolaretti. “Dovete fare i bravi, se no, sono guai”.
In aula sono presenti la procura antiterrorismo di Genova e l’avvocato dello Stato per il risarcimento danni al presidente della Repubblica. Insomna un classico processo emergenziale nell’anno di grazia 2024.
(frank cimini)€