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L’Ordine dei giornalisti della Lombardia evidentemente non ha di meglio da fare. Il suo presidente Gabriele Dossena dopo l’intervento censorio del Cdr del quotidiano ha aperto un fascicolo al fine di valutare se la pagina di informazione pubblicitaria pubblicata con la solidarietà di alcuni amici espressa a Marcello Dell’Utri in carcere per mafia condannato a 7 anni possa configurare l’apologia di reato.
Dossena si è rivolto al direttore Ferruccio De Bortoli invitandolo a fornire spiegazioni. Non bastano i magistrati a perseguire reati di opinione come è accaduto per lo scrittore Erri De Luca adesso ci si mettono anche i signori dell’Ordine dei giornalisti, un organismo che esiste in due soli paesi, in Italia e in Egitto, e che sarebbe da abolire al più presto. L’iniziativa di Dossena conferma che quando l’Ordine dei giornalisti non ci sarà più sarà stato sempre troppo tardi.
Chi ha firmato i messaggi contenuti nell’inserzione non ha scritto certo “viva la mafia”, ma ha solo espresso solidarietà a una persona che conosce da una vita. Dell’Utri sta scontando la pena. I suoi amici ex collaboratori e varia umanità dicono che gli sono vicini. Che male c’è? Devono far fronte per questo a una miscela micidiale di maccartismo e stalinismo confezionata in primis da un comitato di redazione storicamente egemonizzato dalla “sinistra” che comunque nel passato si trovò a cogestire l’azienda con la tanto vituperata a parole P2? (frank cimini)