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Evidentemente Carlo Nordio, il “liberale e garantista” ministro della Giustizia non ha di meglio da fare in questi giorni. Insieme al Dap ha impugnato in Cassazione l’ordinanza con cui il Tribunale di Sorveglianza di Sassari, ribaltando la decisione della direzione della prigione e del magistrato monocratico, aveva autorizzato Alfredo Cospito ad acquistare farina e lievito.
Il Tribunale aveva sottolineato che il divieto di acquistare farina e lievito “cozza contro la linea di indirizzo posta dalla Corte Costituzionale che con specifico riferimento alla materia ‘alimentare’ aveva spiegato che anche chi si ritrova ristretto secondo le modalità dell’articolo 41bis deve conservare la possibilità di accedere a piccoli gesti di normalità quotidiana, tanto più preziosi in quanto costituenti gli ultimi residui in cui puo’ espandersi la sia libertà individuale”.
Insomma per la Consulta il divieto relativo all’uso di farina e lievito va contro lo spirito e la lettera dell’articolo del regolamento penitenziario del carcere duro. In pratica siamo al di là del bene e del male.
I giudici scrivevano anche: “Del resto non si ha notizia di detenuti che abbiano appiccato il fuoco alle suppellettili della camera utilizzando farina. Lo fanno invece purtroppo frequentemente, con gli accendini e i fornelli a gas di cui dispongono”.
E ancora si legge nell’ordinanza poi impugnata: “I detenuti comuni e del reparto 41bis possono acquistare olio di oliva e di semi, prodotti che sono notoriamente altamente infiammabili… Questo a riprova che il divieto relativo alla farina basato sulla sola possibilità che i detenuti possano realizzare congegni esplosivi o incendiari non ha serio fondamento ed è dunque irragionevole“.
Secondo la direzione del carcere il Dap e il Ministero della Giustizia non ci sarebbe stata lesione di alcun diritto e il ricorso del detenuto aveva a oggetto una mera lamemtela su aspetti attinenti alla regolamentazione dettata dall’amministrazione. “È inspiegabile infine che il Tribunale metta in discussione che le ragioni poste a fondamento del diniego siano qualificabili come ragioni di sicurezza… Con la farina può essere prodotta colla utilizzabile per occultare oggetti non consentiti. Anche sostanze come il lievito possono diventare facilmente infiammabili o addirittura esplosive” si legge nel ricorso.
La richiesta di Nordio alla Cassazione è quella di annullare l’ordinanza senza rinvio o in subordine di rimandare le carte al Tribunale per un nuovo esame.
Si tratta dell’ultima in ordine di tempo carognata ai danni dell’anarchico Alfredo Cospito che sta pagando ancora sulla sua pelle il lunghissimo sciopero della fame contro la tortura del 41bis che affligge circa 700 detenuti. Il digiugno di Cospito in realtà è stato considerato a scopo di terrorismo nell’infinita emergenza italiana sfociata in questi giorni nelle cosiddette “zone rosse Capodanno”.
(frank cimini)