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“Le fotografie raffigurano soggetti sconosciuti a questa direzione”. Lo scrive il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria distaccamento di Sassari per spiegare i motivi che impediscono al detenuto Alfredo Cospito la disponibilità delle foto dei genitori defunti e di altri familiari.
Nel reclamo contro il divieto sul quale i giudici del Tribunale di Torino si sono riservati di decidere l’avvocato difensore Flavio Rossi Albertini osserva che le fotografie riportano tutte sul retro il visto di censura della casa di reclusione di Opera dove Cospito era ristretto sottoposto al regime del 41 bis.
”La motivazione contenuta nel provvedimento di trattenimento temporaneo inoltre è destituita di ogni fondamento – scrive il legale – perché i soggetti riprodotti nelle immagini sono persone già censite dall’istituto ovvero immortalano fratelli di Cospito già regolarmente autorizzati ad effettuare i colloqui visivi mensili con il congiunto”.
L’avvocato chiede di annullare il trattenimento che riguarda le foto dei genitori defunti già oggetto del procedimento davanti ai giudici di Torino e altre 27 immagini delle quali la difesa ha appreso solo successivamente fossero state nloccate.
Il legale sostiene che siamo davanti a divieti che finiscono per violare diritti di rango costituzionali attinenti alla sfera privata e personalissima dell’individuo.
”Non si comprende in che modo le fotografie possano essere ritenute pericolose” conclude il legale.
Nell’udienza di ieri a Torino il pm Paolo Scafi ha sostenuto che le foto potrebbero contenere messaggi criptici. Si tratta dello stesso magistrato che nei giorni scorsi per l’occupazione di due aulente universitarie ha chiesto pene superiori a un anno di reclusione per una dozzina di studenti universitari insistendo affinché fosse negata la sospensione condizionale perché benché incensurati non avevano dimostrato pentimento.
(frank cimini)