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Le mobilitazioni in solidarietà con Alfredo Cospito nel corso del lunghissimo sciopero della fame portano alla celebrazione dell’ennesimo processo che inizierà il prossimo 9 gennaio davanti al Tribunale di Massa con rito immediato. I reati contestati dalla procura di Genova sono quelli di istigazione a delinquere è offesa all’onorevole e al prestigio del presidente della Repubblica.
4 imputati sono agli arresti domiciliari in 5 hanno l’obbligo di dimora e uno è libero. L’inchiesta è quella denominata Scripta Scelera e ruota intorno alla rivista Bezmotivny, accusata in un altro troncone di indagine per stampa clandestina nonostante fosse stata in bacheca sulla pubblica via. Il quadro dell’indagine è abbastanza pasticciato con il processo che viene celebrato mentre si è ancora in attesa dell’udienza in Cassazione sulle misure cautelari.
Sotto accusa c’è una storia di solidarietà di internazionalismo di lotta di classe. Il prossimo 9 gennaio davanti al Tribunale ci sarà un presidio contro la censura e un comunicato che indice la mobilitazione afferma che non basteranno le acrobazie tecniche di un magistrato in cerca di autore a far sì che un percorso politico venga giudicato e liquidato alla chetichella.
Nel recente passato la procura di Roma aveva avuto l’idea di procedere con il rito immediato nell’operazione Byalistock senza avere grande fortuna.
Bezmotivny ricorda la storia di altri giornali e riviste dell’area antagonista finiti a processo. Chi ha i capelli e la barba bianca ha memoria della rivista dell’autonomia operaia “Metropoli” finita nei guai ormai quasi mezzo secolo fa per un fumetto sul caso Moro.
Scripta Scelera è una delle tante inchieste aperte sugli anarchici negli ultimi anni dove viene contestata anche l’associazione sovversiva con finalità di terrorismo quasi sempre caduta anche prima di arrivare in aula. Evidentemente la pista anarchica è eterna e ha ripreso vigore come si diceva all’inizio per reprimere la solidarietà a Alfredo Cospito detenuto nel carcere di Sassari Bancali col regime del 41bis che g,i nega anche il diritto di accedere alla biblioteca centrale della prigione.
(frank cimini)