giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Cosa hanno fatto per un anno e mezzo in Comune i 2 funzionari indagati?

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Cosa facevano da un anno e mezzo Armando Lotumulo e Stanislao Innocenti, i due dirigenti del Comune di Milano, arrestati per corruzione negli appalti sulla sicurezza delle scuole? Per il sindaco Beppe Sala giacevano in una stanzetta isolati dal mondo, per i magistrati continuavano a ricoprire “importanti” incarichi “apicali” per la comunità.

Il 29 settembre 2015 diverse testate giornalistiche riportano che i “funzionari del 13esimo e del 19esimo piano”, così vengono indicati nelle intercettazioni, sono indagati perché avrebbero preso dei tablet in cambio di favori ad amici imprenditori. Poco dopo, stando a quanto dichiarato oggi da Sala che ne ha annunciato la sospensione, vengono spostati in uffici “in cui non avevano più nessun contatto con l’esterno e non si occupavano di gare”.

Le carte dell’inchiesta, che avrebbe poi appurato altri gravi casi di corruzione a carico dei due,  raccontano una storia diversa.  Dal sito del Comune il gip apprende di quelle che definisce “importanti competenze connesse al nuovo incarico” assegnato a Innocenti, piazzato alla “Direzione centrale Sviluppo del Terriorio – settore Sportello Unico per l’Edilizia” dove ci si occupa, tra le altre cose, di procedimenti di condono e controllo e vigilanza sull’attività edilizia, gestione delle procedure sanzionatorie e demolizioni di ufficio”. Altrettanto di rilievo, considera il magistrato, l’incarico attribuito a Lotumulo alla Direzione Centrale Mobilità, Trasporti, Ambiente ed Energia.  Tanto da poter parlare di due persone la cui “sfera di potere è molto ampia e solida sia per i ruoli apicali che per la stratificazione nel tempo del loro potere”.

Lo stesso pm Luca Poniz, nel chiedere l’arresto, evidenziava il pericolo di “reiterazione di reati della stessa specie” dal momento che i due “continuano a ricoprire ruoli di vertice all’interno dell’amministrazione comunale in settori pertinenti ai lavori pubblici“.  (manuela d’alessandro)