giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Il cartello del giudice civile, se volete disturbarmi dovete essere simpatici

 

Il giudice civile Enrica Alessandra Manfredini non ne può più di gente convinta che il suo sia l’ufficio informazioni della nuova palazzina della giustizia in via Pace. Ma ha deciso di sublimare l’insofferenza in un ‘gioco’ aperto ai seccatori di passaggio, invitati a dare sfogo alle più estreme fantasie per disturbarla. Partecipate numerosi! (m.d’a.)

48 anni senza un giorno di assenza e con passione, va in in pensione Laura Bertolé Viale

Quarantotto anni e mezzo senza un giorno di malattia.

“Ecco, tutto quello che dovevo fare l’ho fatto”.  Laura Bertolé Viale sposta alcuni fogli sull’immenso tavolo del suo ufficio elegante, quasi li accarezza. C’è una firma importante, l’ultima della sua vita giudiziaria, con la quale toglie l’indagine, per assegnarla a quello che ancora per oggi è il suo ufficio, a un pubblico ministero che non ha indagato a fondo su un delitto. Negli ultimi cinque anni da avvocato generale dello stato, come mai nessun suo predecessore, ha esercitato il potere – dovere di avocazione, anche inimicandosi magistrati di peso a cui biasimava scarso ardore investigativo. E’ stata la prima a mettere il naso tra i rovi burocratici e reali dove è in costruzione da 20 anni l’aula bunker del carcere di Opera, ottenendo che la corte dei conti aprisse un’indagine. E una dei pochi ad accorgersi che il sistema di affidamento dei fondi Expo alla giustizia milanese era oscuro e non rispettoso della legge, tanto da decidere di starne fuori mentre attorno a lei c’era la corsa alla fetta più sostanziosa.

“Sono entrata in magistratura nel maggio del 1968, tredici anni al tribunale civile e  poi ho seguito da giudice penale e da pubblico ministero tutti i terrorismi: rosso, nero e islamico”.  Ha sostenuto l’accusa nei processi d’appello per le stragi di piazza Fontana e della Questura di Milano, giudice estesore della prima condanna in appello perAdriano Sofri, si è occupata dell’omicidio Calabresi. E’ stata anche rappresentante dell’accusa in diversi processi a Silvio Berlusconi (All Iberian, Mills, diritti tv, nastro Unipol).

“Ho fatto tutto, vado in pensione contenta”. Magistrato con la porta sempre aperta a tutti, mancherà molto a una giustizia che non ama guardare allo specchio le sue deformità. (manuela d’alessandro)

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In Anm baruffa via mail sul comunicato di ringraziamento a Bruti Liberati

“L’Anm, certa di interpretare il sentimento di tutti i soci saluta affettuosamente nel giorno del suo congedo Edmondo Bruti Liberati e lo ringrazia per il contributo prezioso che ha sempre offerto per l’attività dell’associazione nella quale ha rivestito con saggezza e spirito di unità il ruolo di segretario generale e presidente in anni difficili”. E’ il comunicato dell’associazione nazionale magistrati che ha dato il via alla baruffa interna sulle mailing.list.

“Grazie di queste espressioni – gongola l’ex procuratore -  Sono così belle che rischio uno sdoppiamento della personalità: mi chiedo se sono proprio io, la persona alla tastiera, quella di cui parlate…”.

“Prima di parlare a nome di tutti chi rappresenta un’associazione dovrebbe informarsi sul vero sentimento dei propri soci e sulle persone che intende incensare”, è una delle note critiche dove si ricorda che la personalità del procuratore di Milano “è stata molto divisiva al suo interno”.

“Per interpretare correttamente il sentimento dei soci sarebbe bastato leggere questa mailing-list nei diversi mesi dello scontro nella procura di Milano… Non mi pare di ricordare un encomiabile spirito di unità” si legge ancora.

C’è chi ricorda le parole di Bruti Liberati al collega Alfredo Robledo nel corso del contenzioso poi finito con il trasferimento dell’aggiunto a Torino. Bruti “apostrofò” il suo aggiunto affermando che la nomina dello stesso era stata determinata dalla “incontinenza” di qualche consigliere del Csm.

C’è poi chi in modo secco si dissocia dal comunicato dell’Anm “concernente il pensionamento di Bruti che non ha la mia stima nè sul piano personale nè su quello professionale e che diventò capo di una procura delicata in base alla nota profezia dell’allora consigliere del Csm Celestina Tinelli intercettata in una ‘scomoda’ telefonata”.

Altri colleghi manifestano fastidio “per l’effluvio di mail celebrative”. “Il fatto è che l’improvvida moda  dei cosiddetti bilanci sociali degli uffici giudiziari non contempla l’ipotesi del loro mancato gradimento verso il pubblico” è il contenuto di un’altra mail critica verso quella che fu una delle innovazioni di Bruti al vertice della procura di Milano.

“Un gruppo di persone tenta di coprire in un giubilo retorico una storia complessa e molto rilevante, il tutto in poche mail e senza spargimento di sangue, così da non innescare l’ennesimo coro di ‘je suì Edmondo Bruti Liberati’. Direi un eccellente risultato per la democrazia” è lo scritto di un magistrato che invita un collega: “E accattati un vocabolario”.

E ancora: “Perchè l’Anm fa simili comunicati di commiato per taluni colleghi e tace del tutto per altri”. C’è chi da là colpa alla “ossessione del partito unico che impazza nel paese e che ci deve vedere per forza arruolati”.

Insomma i vertici dell’Anm danno la sensazione di aver prevaricato almeno una parte degli iscritti i quali non stanno zitti e lo fanno notare. Chissà se questa baruffa via mail influirà in qualche modo sul Csm che dovrà nominare il successore di Bruti. Continuità o discontinuità? Interno all’ufficio o esterno? I 90 e passa pm intanto aspettano di sapere se e cosa cambierà, dopo aver vissuto l’asprezza di uno scontro interno che ha lasciato non pochi strascici anche se Bruti nell’intervista d’addio aveva detto: “Ufficio tranbquillo da quando non c’è più quella persona. Il problema non ero io”. (frank cimini e manuela d’alessandro)

Matteo Renzi vuole mettere le mani sulla Procura di Milano?

Matteo Renzi vuole mettere le mani sulla Procura di Milano?

Scorrendo la rosa ufficializzzata oggi dei 10 candidati (qui la lista) alla successione di Edmondo Bruti Liberati, brilla tra i nomi favoriti per i bookmakers quello di Giovanni Melillo, capo di gabinetto del Ministro Andrea Orlando. “Se dovesse arrivare lui, significherebbe il commissariamento della Procura”, teorizza un pubblico ministero, e non è il solo al quarto piano del Palazzo di Giustizia a dirsi spaventato da questa eventualità.

All’apparenza Melillo potrebbe essere il ‘procuratore straniero’ mai visto a Milano (dove da sempre vince la soluzione interna), il gran pacificatore che viene da fuori per redimere gli spiriti bollenti di una Procura distrutta dallo scontro fratricida Bruti – Robledo. In realtà Melillo in quella stagione disgraziata ci è entrato quando, a luglio 2015, il Ministro della Giustizia promosse un’azione disciplinare contro Alfredo Robledo al quale veniva contestato di aver pagato 1 milione a tre custodi per far conservare  non sul Fondo Unico della Giustizia (FUG) ma sulla banca Bcc di Carate Brianza i 90 milioni sequestrati a 3 banche estere per truffa sui derivati al Comune di Milano. Colpì il fatto che l’esercizio del potere disciplinare sul magistrato venne esercitato dopo che alla fine del 2014 la Procura Generale della Cassazione aveva già archiviato gli stessi addebiti disciplinari a carico di Robledo.

In ogni caso, un uomo del Governo proprio ‘terzo’ è difficile immaginarlo.  Se Giovanni Melillo ha proposto la sua candidatura al Csm deve averlo fatto col consenso del Guardasigilli, al quale sembra piacere molto l’idea di porre un suo fedelissimo in cima a una Procura per tradizione riottosa alla politica (fatta salva l’ultima parte dell’epoca Bruti).

Lui o il procuratore di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, altro nome ‘benedetto’ dai bookmakers,  potrebbero zittire le ambizioni del trio milanese di pretendenti: Alberto Nobili, Francesco Greco e Ilda Boccassini. Tra loro, il più in corsa appare Greco, il quale, nonostante sia stato consulente del governo Renzi e abbia una notevole capacità relazionale a tutti i livelli, potrebbe non essere considerato abbastanza prono ai desideri della politica. A Nobili spetta il primato di più amato dai colleghi pm milanesi: magistrato capace e  uomo saggio, viene indicato da molti come l’uomo ideale per ricompattare la Procura. Gli manca l’appeal politico, e non pare poco in un mare, come quello del Csm, attraversato da implacabili correnti.  (manuela d’alessandro)

Un logo per Bruti, Expo sponsor della procura o viceversa?

C’è il coloratissimo logo ufficiale di Expo sulla pagina 8 della relazione sul bilancio della responsabilità sociale preparata da Edmondo Bruti Liberati. Siamo nell’aula magna del palazzo di giustizia per l’ultimo atto della carriera in toga del procuratore capo che dal 16 novembre andrà in pensione. In pratica è una sorta di “messa cantata” e a officiare il rito ci sono il ministro Andrea Orlando, il rettore del politecnico Giovanni Azzone, il sindaco Giuliano Pisapia, il presidente dell’ordine degli avvocati Remo Danovi.

“Sensibilità istitituzionale è rapidità delle indagini per consentire ad altre articolazioni della società di intervenire per assicurare la prosecuzione delle opere in condizioni di ripristinata legalità”. Con queste parole Bruti risponde ai giornalisti che gli chiedono a cosa si riferisse Renzi il quale prima in agosto e poi ieri aveva “ringraziato” la procura di Milano per la sensibilità istituzionale dimostrata in relazione a Expo.

“Sensibilità istituzionale significa che la procura ha rispettato la legge” è invece l’ineffabile spiegazione del guardasigilli. Come dire che un panettiere ha fatto il pane. Quelle parole del presidente del consiglio, dette nel bel mezzo dell’evento e poi ribadite a distanza di 3 mesi  dopo la chiusura formale dell’esposizione, rappresentano una pietra miliare di una vicenda di cui si parlerà ancora a lungo.

Quel logo sulla relazione del procuratore può essere un incrocio tra un lapsus freudiano e un bollino di garanzia sul fatto che tra le ragioni del “successo” di Expo 2015 c’è stata la moratoria sulle indagini al fine di non disturbatore il manovratore (frank cimini e manuela d’alessandro)