giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

L’investigatore privato querela Tronchetti:
“Macché spia, i dossier li facevo per te”

L’esecutore dei dossier fabbricati all’ombra di Telecom, Emanuele Cipriani, querela Marco Tronchetti Provera il quale, in un’intervista andata in onda a ‘Presa diretta’ del 27 gennaio scorso, è tornato a sostenere la sua linea processuale: i report illeciti nascevano da iniziative autonome della security guidata da Giuliano Tavaroli e non su indicazione dei vertici aziendali. I dossieraggi, assicura Tronchetti, rispondevano esclusivamente agli interessi “di spie e ladri”.

Sarà la Procura di Roma a indagare sulla denuncia per diffamazione aggravata presentata nei giorni scorso dall’ex titolare dell’agenzia investigativa ‘Polis d’Istinto’, condannato in primo grado a 5 anni e mezzo di carcere, che si è sentito chiamare in causa sia in quanto autore dei dossier, sia perché nella trasmissione di Riccardo Iacona, Tronchetti ha fatto proprio il suo nome. Continua a leggere

A processo gli “evasori” archiviati dal pm Francesco Greco

Ha fatto ‘bingo’ la procura generale di Milano che dalla primavera dell’anno scorso aveva tolto una serie di indagini fiscali a carico di imprenditori dopo che la procura, pm Francesco Greco responsabile del pool reati societari, voleva fossero archiviate per mancanza di elementi sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio.

Il sostituto procuratore generale Gianni Griguolo ha citato direttamente davanti al Tribunale due gruppi di imputati, il primo di 4 e il secondo di 3, per luglio e settembre. Nel primo caso c’è omesso pagamento di Iva per 70mila euro, nel secondo per 193mila euro. Le indagini non erano state fatte. Il procuratore aggiunto Greco aveva chiesto al gip di archiviare. Il gip aveva rigettato l’istanza della procura avviando la procedura che ha portato poi la procura generale, chiamata istituzionalmente a controllare l’operato dei pm, ad avocare e a fare le indagini non eseguite prima. Continua a leggere

Le 5 assoluzioni ‘top news’ del 2013

Abbiamo scelto le cinque assoluzioni che hanno fatto più notizia nel 2013 perché gli imputati sono stati ‘sbattuti’ in prima pagina, com’è giusto che fosse vista la rilevanza delle inchieste in cui erano coinvolti. Le assoluzioni nella maggior parte dei casi non sono ancora definitive e i pm avranno modo di fare ricorso, se lo riterranno opportuno.

 

1) VIDEO CHOC SU DISABILE: TUTTI ASSOLTI I MANAGER DI GOOGLE

La loro condanna in primo grado nel 2010 a sei mesi di carcere fece il giro del pianeta, scatenando la stampa americana che le aveva interpretate come una censura della libertà del web. Tre manager di Google erano stati giudicati colpevoli dal Tribunale di Milano per non avere impedito che fossero caricate sul motore di ricerca le immagini in cui un ragazzino disabile subiva angherie dai compagni di scuola. Ieri la Cassazione li ha assolti in via definitiva confermando il verdetto d’appello. Nessuna responsabilità da parte loro nel non avere impedito che quelle immagini crudeli diventassero uno dei video più cliccati in rete.

2) INQUINARONO L’AREA CALCHI TAEGGI: 17 ASSOLTI

L’accusa era terribile: avere avvelenato l’area Calchi Taeggi, 300mila metri quadri su cui dovevano essere edificati appartamenti. Invece, nel maggio scorso 17 imputati, tra i quali imprenditori e dirigenti dell’Arpa, sono stati assolti ‘perché il fatto non sussiste’. Secondo la Procura, gli imputati avevano voluto costruire senza bonificare l’area e avevano “alimentato l’espandersi dello stato degli inquinanti nel terreno”. Niente di tutto ciò per il giudice.

* Il 2 giugno 2014 la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di assoluzione.

3) SCALATA DI UNIPOL A BNL: ASSOLTO L’EX GOVERNATORE FAZIO

“Il fatto non sussiste”. Il 6 dicembre scorso la Corte d’Appello di Milano (dopo un annullamento con rinvio della Cassazione) ha assolto Antonio Fazio dall’accusa di aggiotaggio nella tentata scalata di Unipol a Bnl. Scagionati anche gli ex vertici della compagnia di assicurazioni Giovanni Consorte, Ivano Sacchetti e Carlo Cimbri, l’ad del nuovo colosso assicurativo nato dalla recente fusione tra Unipol e Fonsai. Si è chiuso così uno dei capitoli più roventi dell’estate dei ‘furbetti del quartierino’, quella che portò alle dimissioni dell’allora Governatore di Bankitalia (comunque condannato per la scalata di Bpi ad Antoveneta).

4) PAOLO MALDINI CORROTTO? NO, ASSOLTO

Per gli appassionati di calcio era stata una fucilata al cuore: Paolo Maldini, giocatore di talento e fair play adamantini, processato per avere corrotto un funzionario dell’Agenzia delle Entrate. Nel febbraio scorso i giudici l’hanno assolto “per non avere commesso il fatto”. “Giusta conclusione di un processo assurdo”, il commento della bandiera del Milan e della Nazionale.

5) CRAC SAN RAFFAELE, INCOLPEVOLI GLI IMPRENDITORI

L’accusa era associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta per avere contribuito ad affossare sotto una montagna di debiti l’ospedale San Raffaele. Il 30 aprile gli imprenditori Fernando Lora, Gianluca Zammarchi e Carlo Freschi sono stati assolti con formula piena. Un ‘passo falso’ per un’inchiesta che ha avuto il merito di scoperchiare le trame che hanno portato al quasi crac dell’ospedale fondato da Don Verzé. (manuela d’alessandro)

Ligresti-Cancellieri-Cav, il Belpaese del ”tengo famiglia e pure amici”

Non si ferma la saga da ”amici miei” che vede coinvolto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri per i suoi presunti rapporti con i Ligresti. Tanto che, proprio mentre il Guardasigilli incassa la fiducia del Parlamento malgrado i turbamenti del Pd su quelle telefonate con la compagna e il fratello di ‘Don’ Salvatore, da Milano esce ‘nero su bianco’ il virgolettato di un verbale dell’ingegnere di Paternò: racconta di quella volta che avrebbe raccomandato la vecchia amica a Berlusconi. Una ”segnalazione”, una spintarella, presunta, all’italiana.

E’ il 15 dicembre 2012. Il pm di Milano Luigi Orsi interroga Salvatore Ligresti in una tranche dell’inchiesta Fonsai, quella in cui è indagato per calunnia e corruzione anche l’ex presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini, che per 8 anni avrebbe chiuso un occhio sul gruppo assicurativo anche perché Ligresti gli aveva promesso, tramite Berlusconi, un posto all’Antitrust. E quando il pm gli chiede ”quanto spesso” gli sia ”capitato” di ”segnalare delle persone all’autorità politico-amministrativa”, l’ex patron di Fonsai si ricorda della sua vecchia conoscenza. ”Mi feci latore – ha spiegato – del desiderio dell’allora prefetto Cancellieri che era in scadenza a Parma e preferiva rimanere in quella sede anziché cambiare destinazione”. E con chi si fece latore? Con il Cavaliere ovviamente, che c’entra sempre. Continua a leggere

Rcs, ora indaga la Procura, giornalisti ricevuti da pm Greco

La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta sulle disavventure di Rcs che hanno portato qualche giorno fa anche alla vendita dello storico immobile di via Solferino, ‘casa’ del Corriere della Sera. Il procuratore aggiunto Francesco Greco e il pm Adriano Scudieri indagano per appropriazione indebita su uno dei ‘capitoli’ più drammatici della crisi che ha colpito il colosso dell’editoria italiana, quello relativo a Rcs Sport. Ci sono già alcuni nomi iscritti nel registro degli indagati sui quali però al momento viene mantenuto stretto riserbo. Secondo l’ipotesi dell’accusa, qualche manager si sarebbe arricchito attraverso le sciagurate transazioni tra Rcs Sport e alcune associazioni sportive ad essa collegate, una delle cause principali dell’indebitamento del Gruppo. Si calcola un ammanco da dieci milioni di euro anche se l’audit interno sta ancora facendo i calcoli dopo che sono stati azzerati i vertici della società controllata. Stamattina, tre componenti del cdr sono stati ricevuti per un colloquio informale di oltre un’ora nell’ufficio del procuratore Greco durante il quale i giornalisti hanno espresso la loro preoccupazione per quanto sta accadendo in via Solferino. Il procuratore gli avrebbe garantito massimo impegno nel fare chiarezza sulle vicende che hanno mortificato negli ultimi mesi anche il più importante quotidiano italiano. Era stata la stessa Rcs nei mesi scorsi a presentare un esposto in Procura che si era aggiunto a quello  dell’Ordine dei Giornalisti di Roma su altro capitolo della vicenda, quello sull’acquisto da parte di Rcs della società editoriale spagnola Recoletos. Un altro ‘bagno di sangue’ per la società che potrebbe avere arricchito qualcuno anche se per ora l’ipotesi di appropriazione indebita riguarda solo Rcs Sport. (manuela d’alessandro)