giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Bruti-Robledo, l’omertà nel dna di csm e consiglio locale

L’ultima notizia sta nell’ennesimo rinvio. Da parte del consiglio giudiziario, il Csm locale, al 22 settembre per esprimere il parere sulla conferma di Edmondo Bruti Liberati come capo della procura di Milano. Parere da inviare al Csm, che nonostante l’annuncio del pg della Cassazione al momento della richiesta di trasferimento dell’aggiunto Alfredo Robledo a Torino, non ha compiuto un atto che sia uno del procedimento disciplinare a carico di Bruti. E nemmeno in relazione all’iter del procedimento a carico di Robledo, la vicenda del quale sembra in pratica chiusa con la misura cautelare con destinazione Torino.

Tutto ciò accade dopo che i pm di Brescia, nel chiedere l’archiviazione dell’abuso d’ufficio a carico di Bruti, avevano “rimproverato” il capo della procura per valutazioni squisitamente politiche in riferimento sia al fascicolo Sea dimenticato per 6 mesi un cassetto e assegnato a Robledo solo quando ormai era impossibile fare indagini sia all’archiviazione del primo esposto dei radicali per le firme false del partito di Formigoni.

Insomma, stiamo parlando di comportamenti omertosi, perché da Brescia era chiara l’indicazione della valutazione disciplinare in sede di archiviazione penale. Ci sono dei magistrati che accusano un loro autorevole collega di aver agito in base alla politica e non accade nulla. E’ ridicolo sciacquarsi la bocca con i nomi di Falcone e Borsellino a ogni occasione per poi silenziare oltre limite una storia scabrosa dove finora ha pagato solo uno dei due protagonisti, quello che ricopriva il ruolo meno importante dal punto di vista gerarchico.

E come se non bastasse Bruti potrebbe chiedere la proroga dell’incarico in deroga alla norma che fissa il pensionamento a 70 anni. Con i tempi delle decisioni di Csm e consiglio locale evidentemente se lo può permettere. Ma non c’è bisogno di un eccessivo spirito critico per concludere che l’indipendenza della magistratura è ormai una barzelletta. Senza dimenticare la moratoria delle indagini su Expo a evento in corso che manda tanti saluti pure all’esercizio obbligatorio dell’azione penale, altro principio buono per essere sbandierato in convegni e comunicati. Al pari dei nomi dei magistrati uccisi dalla mafia (frank cimini)

ps a ottobre il consiglio giudiziario, dopo innumerevoli rinvii, ha pronunciato il ‘non luogo a provvedere’ sul parere per la conferma di Bruti Liberati. La decisione è stata motivata col fatto che il procuratore ha annunciato di andare in pensione il 16 novembre e il parere sarebbe ormai superfluo.

Belén testimone nel processo ai vip posta foto in bikini da Ibiza

Fermi tutti, rinviate l’udienza, la teste non è a Milano. “Impegni all’estero”. E ci mancherebbe, quando uno ha da fare fuori dall’Italia mica lo si fa tornare in fretta e furia per testimoniare. Certo, se poi il processo si tiene nel caldo afoso del Tribunale di Milano un 10 luglio, non è che ci si possa aspettare la coda di testimoni davanti all’aula del dibattimento. Insomma, Belén Rodrìguez c’ha da fare, è in vacanza a Ibiza con la sorella e altre amiche. Solo il giudice ha avuto bisogno di una comunicazione da parte di un avvocato, ma del resto non è certo tenuto a seguire Instagram, piattaforma su cui la showgirl ha implicitamente comunicato ai suoi numerosi fan che non sarebbe stata a Milano, con una serie di fotografie culminate, nel corso del fine settimana, in questi scatti.

Già il processo è quello che è. Si parla di diffamazione per alcune puntate del programma ‘Le Iene’ che mettevano in dubbio la veridicità di diversi articoli comparsi sui settimanali del gruppo Cairo ‘Nuovo’ e ‘Diva e Donna’. Roba da investire la Consulta, la Corte europea per i diritti umani e se necessario il tribunale dell’Aja. Tra gli imputati, l’ex direttore di Italia 1, Luca Tiraboschi, l’autore e regista delle ‘Iene’ Davide Parenti, il giornalista Filippo Roma, le showgirl Elenoire Casalegno e Vanessa Incontrada e i cantanti Gigi D’Alessio e Anna Tatangelo (le loro canzoni non sono citate nel capo d’imputazione), tutti accusati di diffamazione. Una di quelle cose per cui in un paese normale ci si parla tra avvocati, si transa, non si transa, ma non si intasa un tribunale.

Insomma, per venerdì scorso uno dei legali della difesa aveva citato la starlette argentina. Ma lei era alle Baleari, in vacanza. Chissà se, arrivato a casa, il giudice si è iscritto a Instagram. Chissà se ha sognato l’imminente sospensione feriale delle udienze. Chissà se ha pensato ‘beata Belén’.

La pagina Istagram di Belén Rodríguez

Le molliche di pane per la rondine prigioniera del Tribunale

 

 

“Era bellissima”. Quando l’hanno vista volare, gli impiegati dell’ufficio ‘Ritiro copie’ sono stati trafitti da un raggio di bellezza. Poi lei si è infilata in una crepa dello stanco Palazzo di Giustizia, dove il muro aveva ceduto, in un punto troppo alto per aiutarla a scendere. Sono rimasti col naso all’insù a scrutare ogni piccola oscillazione nel nido di cemento. Hanno chiamato i vigili del fuoco e quando sono arrivati lei è uscita a tradimento, volava e rimbalzava contro le vetrate del terzo piano. Carcere a vita. I vigili se ne sono andati come i medici che dicono che non c’è più nulla da fare. Era venerdì e loro  hanno deciso di lasciarle una fila di molliche di pane sul davanzale con a fianco un cartello destinato a chi vuole mettere sempre tutto in ordine. “Si prega di non buttare  niente. C’è una rondine che non riesce a uscire dal Palazzo”. Da allora non l’hanno più vista. Oggi qualcuno diceva: “C’è una cosa nera nel buco. E’ lei, è morta”. (manuela d’alessandro)

I verbali di Lucarelli e del fotografo Carriere, le due verità sulle foto di Villa Oleandra

Selvaggia Lucarelli voleva vendere le 191 immagini strappate alla regale intimità di Villa Oleandra, durante la festa di compleanno di Elisabetta Canalis? Ed era consapevole della loro provenienza illecita?

Sono alcuni dei temi scoppiettanti del processo che vedrà imputati dal 19 giugno a Milano oltre a Lucarelli gli altri due blogger Gianluca Neri alias ‘Macchianera’ e Guia Soncini. (blog star)

Quello che finora appare certo – dalla lettura dei verbali d’interrogatorio che Giustiziami ha potuto consultare - è che le versioni di due dei protagonisti di questa vicenda non collimano. E c’è una data che, così come sottolineata dagli inquirenti, appannerebbe la credibilità della versione di Lucarelli.

Il 12 ottobre 2010 è una  giornata importante per l’inchiesta. Negli uffici del commissariato di Porta Venezia vengono sentiti non come indagati ma come testimoni, e quindi con l’obbligo di dire la verità, Selvaggia Lucarelli e il fotografo Giuseppe Carriere.

Ascoltiamoli.

Giuseppe Carriere, fotografo dell’agenzia Roma Press. “Durante un pranzo da ‘Giannino’ col giornalista di ‘Chi’ Gabriele Parpiglia e la giornalista pubblicista Selvaggia Lucarelli, ho avuto in visione da quest’ultima un servizio fotografico  posato e non carpito relativo a una festa privata,  se non erro  per il  compleanno della compagna Elisabetta Canalis avvenuta nella casa di George Clooney, noto attore cinematografico che non ha mai permesso ad alcuno di fotografare l’interno della sua abitazione in località  Laglio in provincia di Como e  per questo le foto avevano un grande interesse giornalistico e di conseguenza  un grande valore  economico. Poichè per mediare con le testate giornalistiche e cedere eventuali diritti internazionali necessita un’ agenzia fotografica competente mi sono rivolto alla Lucarelli per questo scopo. Parpiglia ha chiamato il suo direttore Signorini e ha manifestato interesse per la cosa.  Pertanto abbiamo abbiamo concordato un appuntamento. Ho avuto una chiavetta da Lucarelli delle citate foto e mi sono recato dal  vice direttore Massimo Borgnis, ignaro della provenienza del servizio che Lucarelli mi aveva riferito di avere ricevuto anonimamente”. Carriere spiega poi che Borgnis gli avrebbe offerto 100mila euro per le foto ma con la richiesta di firmare una liberatoria con la quale assumersi la responsabilità della liceità o meno delle foto. “A questo punto non essendo sicuro della loro provenienza ho chiesto di verificarla, non avendone i mezzi. Successivamente ho saputo da Borgnis della illecita provenienza delle foto e mi sono totalmente estraniato perché non è mia etica trattare materiale fotografico indebitamente carpito”. Infine, Carriere precisa che “la Lucarelli mi riferiva di avere avuto le foto tramite il suo blog con una mail”. Continua a leggere

Pm Brescia: Bruti violò obblighi ma non c’è prova che fosse consapevole

Domani il consiglio giudiziario valuterà se confermare Edmondo Bruti Liberati nell’incarico di capo della Procura. Alla vigilia della decisione, Alfredo Robledo porta all’attenzione del consiglio un documento che, a suo avviso, impedirebbe il rinnovo della carica di quello che è stato il suo ‘nemico pubblico’ in una lunga contesa finita davanti al Csm.  La ‘carta’ gettata sul banco da Robledo arriva da Brescia ed è la richiesta della Procura locale di archiviare un’indagine in cui Bruti è indagato per omissione in atti d’ufficio.  Continua a leggere