giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Le balle giudiziarie top del 2013: dai diamanti della Lega all’imprenditore assolto

La cronaca giudiziaria è materia scivolosa, si sa, e allora alla fine di questo 2013 ci prendiamo un po’ in giro anche noi.  Ecco le notizie false che abbiamo contribuito, anche con l’aiuto di fonti e intervistati, a mettere in circolazione.

1) LA ‘BUFALA’ DELL’IMPRENDITORE ASSOLTO PER LA CRISI

Alcune testate scrivono che un imprenditore è stato assolto per la crisi, dando pieno credito alla versione dei suoi avvocati. Invece nelle motivazioni, uscite diversi giorni dopo la notizia, il giudice spiega che il motivo dell’assoluzione dall’accusa di evasione andava individuato nell’interpretazione ‘tecnica’ di una norma sui concordati  preventivi. Nemmeno una parola sulle sue difficoltà finanziarie. Ma la ‘notizia’ che è passata, una delle più cliccate nelle cronache del 2013, è che se un imprenditore evasore affoga insieme al Paese nei debiti può anche guadagnarsi l’assoluzione.

2) LO YACHT DI RICCARDO BOSSI

In piena bufera sulla Lega, spunta uno yacht da 2,5 milioni di euro ormeggiato in Tunisia, la cui proprietà sarebbe di Riccardo Bossi. Il sospetto, spiegano i giornali, è che l’imbarcazione di lusso sia stata comprata coi soldi dei rimborsi pubblici. Il rampollo del ‘Senatur’ riesce però a dimostrare di non c’entrare nulla con lo yacht.

3) LA ‘PAGHETTA’ DEL TROTA E I DIAMANTI DI ROSI

Ancora Lega e ancora forzature giornalistiche (non sempre invenzioni, a volte anche le fonti sbagliano). Renzo e Riccardo Bossi, scrivono i giornali, avrebbero ricevuto una ‘paghetta’ da 5mila euro mensili coi soldi dei rimborsi elettorali del Carroccio. L’ipotesi viene smentita in ambienti giudiziari pochi giorni dopo essere finita in prima pagina e avere creato ironie e moti d’indignazione popolare. Negli atti depositati con la chiusura delle indagini di qualche giorno fa non c’è traccia dello ‘stipendio’ per i figli di Umberto Bossi. Una balla anche la notizia che Rosi Mauro aveva comprato i famosi ‘diamanti della Lega’ con i soldi dei rimborsi elettorali. Dopo che lo scoop è stata sparato, si è scoperto che la ‘pasionaria’ li acquistò coi suoi risparmi personali.

4) LE BUGIE DI MICHELLE

“Io c’ero, ho visto tutto. Il Cavaliere ha passato almeno una notte con Ruby quando lei era minorenne”. Il racconto è di Michelle Conceicao. Il bravo collega riporta tutto in un’intervista che sembra segnare una svolta nel caso Ruby. Invece poi il pm Ilda Boccassini analizza i tabulati e vede che la prostituta brasiliana non è mai stata ad Arcore quando c’era anche Ruby. E Michelle in aula non osa mentire alla ‘rossa’.

5) LA FANTASIA DI PROTO

In questo caso i giornalisti italiani sono in buona compagnia perché anche il Financial Times, folgorato dalla sua immaginifica ascesa, gli ha dedicato la prima pagina. Alessandro Proto ha tenuto per mesi in scacco la Consob e i giornali millantando Opa e operazioni finanziarie di alto livello. Tutte balle enfatizzate dai giornali, come ha certificato la sentenza con cui ha patteggiato 3 anni e dieci mesi, lo scorso 22 ottobre.

(Manuela D’alessandro, Roger Ferrari, Nino Di Rupo)

Le 5 assoluzioni ‘top news’ del 2013

Abbiamo scelto le cinque assoluzioni che hanno fatto più notizia nel 2013 perché gli imputati sono stati ‘sbattuti’ in prima pagina, com’è giusto che fosse vista la rilevanza delle inchieste in cui erano coinvolti. Le assoluzioni nella maggior parte dei casi non sono ancora definitive e i pm avranno modo di fare ricorso, se lo riterranno opportuno.

 

1) VIDEO CHOC SU DISABILE: TUTTI ASSOLTI I MANAGER DI GOOGLE

La loro condanna in primo grado nel 2010 a sei mesi di carcere fece il giro del pianeta, scatenando la stampa americana che le aveva interpretate come una censura della libertà del web. Tre manager di Google erano stati giudicati colpevoli dal Tribunale di Milano per non avere impedito che fossero caricate sul motore di ricerca le immagini in cui un ragazzino disabile subiva angherie dai compagni di scuola. Ieri la Cassazione li ha assolti in via definitiva confermando il verdetto d’appello. Nessuna responsabilità da parte loro nel non avere impedito che quelle immagini crudeli diventassero uno dei video più cliccati in rete.

2) INQUINARONO L’AREA CALCHI TAEGGI: 17 ASSOLTI

L’accusa era terribile: avere avvelenato l’area Calchi Taeggi, 300mila metri quadri su cui dovevano essere edificati appartamenti. Invece, nel maggio scorso 17 imputati, tra i quali imprenditori e dirigenti dell’Arpa, sono stati assolti ‘perché il fatto non sussiste’. Secondo la Procura, gli imputati avevano voluto costruire senza bonificare l’area e avevano “alimentato l’espandersi dello stato degli inquinanti nel terreno”. Niente di tutto ciò per il giudice.

* Il 2 giugno 2014 la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di assoluzione.

3) SCALATA DI UNIPOL A BNL: ASSOLTO L’EX GOVERNATORE FAZIO

“Il fatto non sussiste”. Il 6 dicembre scorso la Corte d’Appello di Milano (dopo un annullamento con rinvio della Cassazione) ha assolto Antonio Fazio dall’accusa di aggiotaggio nella tentata scalata di Unipol a Bnl. Scagionati anche gli ex vertici della compagnia di assicurazioni Giovanni Consorte, Ivano Sacchetti e Carlo Cimbri, l’ad del nuovo colosso assicurativo nato dalla recente fusione tra Unipol e Fonsai. Si è chiuso così uno dei capitoli più roventi dell’estate dei ‘furbetti del quartierino’, quella che portò alle dimissioni dell’allora Governatore di Bankitalia (comunque condannato per la scalata di Bpi ad Antoveneta).

4) PAOLO MALDINI CORROTTO? NO, ASSOLTO

Per gli appassionati di calcio era stata una fucilata al cuore: Paolo Maldini, giocatore di talento e fair play adamantini, processato per avere corrotto un funzionario dell’Agenzia delle Entrate. Nel febbraio scorso i giudici l’hanno assolto “per non avere commesso il fatto”. “Giusta conclusione di un processo assurdo”, il commento della bandiera del Milan e della Nazionale.

5) CRAC SAN RAFFAELE, INCOLPEVOLI GLI IMPRENDITORI

L’accusa era associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta per avere contribuito ad affossare sotto una montagna di debiti l’ospedale San Raffaele. Il 30 aprile gli imprenditori Fernando Lora, Gianluca Zammarchi e Carlo Freschi sono stati assolti con formula piena. Un ‘passo falso’ per un’inchiesta che ha avuto il merito di scoperchiare le trame che hanno portato al quasi crac dell’ospedale fondato da Don Verzé. (manuela d’alessandro)

Pinelli, un video, il ricordo di una storia di 44 anni fa…attuale

La sala del Grechetto a pochi metri dal ‘Palazzo dell’ingiustizia’ è piena, persone anche in piedi, a 44 anni dalla notte in cui Pino Pinelli fu ucciso in Questura, c’è la proiezione del video di Alberto Roveri dove parlano la vedova Licia, le figlie Claudia e Silvia. Sala piena, ma la maggior parte dei presenti allora c’era già, giovani pochissimi. Trasmettere la memoria non è facile.

Licia, una bella sciarpa rossa al collo, voce squillante, ricorda di aver visto il marito vivo l’ultima volta partito da casa per ritirare la tredicesima e poi di averlo reincontrato sul marmo dell’obitorio. Nel frattempo aveva chiamato in Questura lamentando di non essere stata avvisata della morte di Pino e il commissario Calabresi le aveva risposto: “Signora qui abbiamo da fare”.

In sala il giornalista Piero Scaramucci racconta che Calabresi indagò su Pinelli post-mortem per cercare di trovare almeno un elemento che lo collegasse a qualche bombarolo. “Gli stessi responsabili dell’omicidio di Pino poi iniziarono a parlarne bene un brav’uomo, ma era tutto funzionale a costruire anche il santino di Calabresi” aggiunge Scaramucci.

Capelli e barbe bianche sul filo dei ricordi. Per riaffermare che Pinelli non ha avuto giustizia, anche se è diventato un santino. Al pari del ‘commissario-finestra’. Lui era il più alto in grado, la stanza dalla quale Pino Pinelli “cadde” era la sua. Ci furono depistaggi e imbrogli, la verità fu nascosta accuratamente per responsabilità degli inquirenti e della politica a cominciare da quello che allora era il più grande partito di opposizione. Gli atti giudiziari di piazza Fontana e dintorni dicono che Pinelli fermato e trattenuto illegalmente per 3 giorni morì di “malore attivo”. Una storia di 44 anni fa… attuale…

Cucchi, Aldrovandi e tanti altri, vittime delle “forze dell’ordine”, sacrificati sull’altare della “sicurezza” che secondo gli utili idioti non sarebbe nè di destra nè di sinistra (frank cimini)

Pena ridotta a Ganzer, non l’unico a uscire male da vicenda grave

Il generale ora in pensione Giampaolo Ganzer, ex comandante del Ros dei carabinieri, è stato condannato in appello a 4 anni e 11 mesi in relazione a operazioni sotto copertura, irregolari secondo l’accusa che aveva chiesto in primo e secondo grado 27 anni di reclusione per associazione a delinquere traffico di droga, peculato e altri reati. L’associazione era già “caduta” davanti al Tribunale che aveva condannato l’ufficiale a 14 anni. In appello sono state riconosciute le attenuanti generiche che hanno finito per ridimensionare la pena.

La vicenda invece resta gravissima, perché Ganzer e altri ufficiali e sottufficiali della cosiddetta “Benemerita” utilizzando mezzi e strutture dell’Arma, oltte che trafficanti di stupefacenti professionali, inventavano brillanti operazioni al fine di acquisire meriti e fare carriera. E c’è pure il giallo di una discreta somma di denaro sparita misteriosamente. Continua a leggere

Sciolse un bimbo nell’acido, è lo storico ufficiale della Repubblica

E’ la fotografia di un Paese, non solo della sua giustizia…. C’è un signore, si fa per dire, che sciolse un bambino nell’acido e che da anni è protetto dallo Stato perché un parlamento di pagliacci istigati dai magistrati approvò una legge sciagurata e incostituzionale…Costui da un’aula bunker sta riscrivendo la storia d’Italia con tutti i mezzi di informazione che gli fanno da megafono, come se avessero a che fare con un oracolo…

Ovvio che nessuna Corte Costituzionale dirà mai che la legislazione premiale non è congrua con la Carta, per usare un eufemismo. Perché c’è la ragion di Stato. Quelle norme nate per risolvere il problema della sovversione interna, etichettato come “terrorismo” e “anni di piombo”, delegato dalla politica ai magistrati, non possono essere messe in discussione. Il discorso vale per l’intera madre di tutte le emergenze. Basti pensare che Magistratura Democratica, la corrente di “sinistra” delle toghe ha sospeso la presentazione dell’agenda 2014 dopo aver chiesto e ottenuto da Erri De Luca un bellissimo articolo che toccava il nervo scoperto dei vincitori che processano i vinti. Insomma l’agenda 2014 finirà al rogo. Quello è l’unico periodo della storia patria di cui non si può parlare. Nessuna obiezione è possibile.  Affinchè nei tribunali della Repubblica si possa continuare a giudicare le persone non per quello che hanno o avrebbero fatto ma per cosa pensano di ciò che hanno fatto. E allora chi sciolse il bambino nell’acido diventa lo storico ufficiale di un Paese dove la politica iniziò a suicidarsi mettendo nelle mani dei giudici compiti che erano suoi, salvo lamentarsi poi che le toghe hanno troppo potere. (frank cimini)