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Il pm Eugenio Albamonte sta per passare dalla procura di Roma alla direzione nazionale antimafia. In parole povere promosso. Nella migliore delle ipotesi che non sembra fatto quella più probabile Albamonte ha impiegato oltre cinque anni dal 2019 a oggi per realizzare che non c’erano comportamenti penali rilevanti da addebitare al ricercatore storico Paolo Persichetti indagato cambiando piu volte l’ipotesi di reato. Alla fine nessun risultato. Eppure era stato un gip a dire che non c’erano ipotesi di reato “e forse mai ce ne saranno”.
L’asscszione sovversiva a fini di terrorismo era caduta nel giro di pochi mesi. Il favoreggiamento, la violazione di segreto in relazione a carte della commissione Moro2 che sarebbero state pubblicate dopo 48 ore apparivano da subito destinati a subire uguale sorte.
Eppure l’8 giugno del 2021 Persichetti subiva una lunga perquisizione dove venivano sequestrate pure le carte mediche del figlio diversamente abil. Il quasto generale è quello della caccia ai ministeri inesistenti del caso Moro, a presunti complici sfughiti a decenni di indagini, a mandanti rimasti nell’ombra perché la teoria del Grande Vecchio non ha mai smesso di affascinare toghe sbirri politici e varia umanita’. Questo nonostante cinque processi e varie code abbiano detto che dietro le Br c’erano solo le Br. O meglio le lotte so viali ma questo non si può dire perché in pratica è una sorta di reato.
Albamonte non era e non è in buona fede. È stato uno strumento volontario ( si è prestato) all’attività della polizia di prevenzione che non indaga sui reati ma sulle intenzioni che attribuisce al malcapitato di turno. E ovviamente nel caso in cui non emergano riscontri succede niente. La polizia di prevenzione è una potenza assoluta, incontrollata e incontrollabile. Come e forse più della magistratura.
A Paolo Persichetti hanno impedito e continuano a impedire di svolgere il suo lavoro la ricerca storica. Hanno impedito di fatto la pubblicazione del secondo volume sulla storia delle Br “Dalle fabbriche alla campagna di primavera” scritto il primo con Elisa Santalena e Marco Clementi. Albamonte ha aspettato che scattasse la prescrizione per depositare una richiesta di archiviazione sulla quale decidera il gip. Decisione scontata. Albamonte se ne va alla Dna. E la polizia di prevenzione continuerà il suo sporco lavoro.
(frank cimini)