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Davanti a telecamere e giornalisti riuniti in occasione dell’indagine più annunciata della storia perché ordinata da due collegi giudicanti, il capo della procura Edmondo Bruti Liberati fa suonare davvero la sveglia del suo smartphone alle 10,59, l’ora che lo stesso magistrato aveva indicato nei giorni scorsi. Manca la troupe della Rai, ma si inizia lo stesso e il perché lo spiega Bruti in versione ironica: “Se è ad orologeria…”. E così sia.
Un comunicato di 5 righe viene letto dal procuratore per dire che in data odierna è nato un fascicolo sulla base di quanto deciso e trasmesso dai giudici della quarta sezione penale del Tribunale e poi dai loro colleghi della quinta, i processi Ruby e Ruby2.
Gli indagati sono 44 più uno, aggiunto in extremis sulla base delle ultime carte arrivate al quarto piano. “Nomi non posso farne, le ipotesi di reato sono quelle citate dai collegi”. C’è come reato più grave la corruzione in atti giudiziari di cui risponde Silvio Berlusconi insieme alle ragazze che avrebbero incassato (ma ora non più) 2.500 euro al mese per dire il falso nei processi in relazione alle feste di Arcore e anche i suoi legali Niccolò Ghedini e Piero Longo.
A occuparsene non sarà Ilda Boccassini che aveva seguito in aula il Ruby-Berlusconi. Spiega Bruti che è stata lei a chiederlo “perché pressata da altri impegni”. Il fascicolo è stato assegnato all’aggiunto Pietro Forno che era stato il pm di udienza di Ruby2 e che sarà affiancato dal sostituto Luca Gaglio.
La corruzione in atti giudiziari è un reato contro la pubblica amministrazione e quindi di competenza del secondo dipartimento, coordinato dall’aggiunto Alfredo Robledo. Ma è prevalsa la logica del “precedente”, per cui l’indagine resta a uno dei due aggiunti già vicini all’affaire. La circostanza non potrà non suscitare polemiche all’interno della Procura perché anche a questo livello i precedenti di strane assegnazioni di indagini sul filo del rasoio tra dipartimenti diversi non mancano. Anzi.
Comunque con Ruby siamo a 3 e appare probabile andare oltre perché si parla di spezzettare l’inchiesta anche se Bruti esclude richieste di procedere con rito immediato, come era già accaduto per il Cav. Insomma Ruby come Moro, bis, ter, quater, penta, sixies. L’affare Moro per molti storici segnò l’inizio della fine della Prima Repubblica, quello avviato con le avventure e le disavventure della ragazza marocchina rischia di seppellire quel che resta della Seconda Repubblica.
(frank cimini, manuela d’alessandro)