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“Non ho nulla in contrario che si tolga all’imputato il diritto di mentire, che è una cosa molto particolare che abbiamo in Italia”. Alla presentazione in aula magna del libro ‘Estetica della giustizia’ firmato dall’avvocato Ennio Amodio, il procuratore capo Francesco Greco prende posizione sulla possibilità di eliminare una delle garanzie difensive previste nel nostro ordinamento.
Greco guarda agli Stati Uniti, patria dell’obbligo di essere onesti, ma solo a metà. “Nei film americani emerge come figura fondamentale quella dell’avvocato perché i diritti non vengono tutelati dalla magistratura. In Italia è diverso: abbiamo un pubblico ministero indipendente che non viene eletto né controllato e si pone nell’immaginario come tutore vero, poi che lo sia o meno è un altro discorso Il pm svolge la funzione che negli Usa ha un avvocato”. Che non vada proprio così lo dimostrano la politicizzazione del Csm, ormai lampante anche a molte toghe, e l’ormai celebre ringraziamento di Matteo Renzi alla Procura milanese per la “sensibilità istituzionale” dimostrata a proposito delle non indagini su Expo.
Ma sulla carta per Greco dobbiamo essere orgogliosi del nostro sistema. “Nel confrontarci col resto del mondo e ragionare sui concetti di garantismo e giustizialismo, dobbiamo chiederci: l’obbligatorietà dell’azione penale e l’autonomia della magistratura sono valori positivi o negativi? Io dico che ci fanno essere un paese più civile degli altri e, nella mia esperienza, vedo che i colleghi stranieri ci invidiamo e ammirano”. Almeno l’estetica, tanto cara al professor Amodio, è rispetatta. (manuela d’alessandro)