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Il giorno della presa della Bastiglia, quest’anno, coincide con l’inizio del processo a Fabio Rizzi, autore della riforma sanitaria in salsa leghista indicata dal presidente della Regione Roberto Maroni come un esempio di efficienza italiana e non solo. Difficile paragonarla a una rivoluzione come avrebbe voluto Palazzo Lombardia. E del resto la capitolazione di Rizzi e di quella pagina politica è iniziata tempo fa, con l’arresto firmato dal gip di Monza, Emanuela Corbetta, che ieri ha notificato a Rizzi e altri 13 imputati il decreto che fissa il giudizio immediato al 14 luglio, il giorno della presa della Bastiglia, appunto.
E’ una storia di appalti truccati in continuazione, da quando la ‘regina delle dentiere’ Maria Paola Canegrati, imprenditrice brianzola, entra nelle convenienti simpatie di Valentino Longo, braccio destro di Rizzi. Stando alle accuse, per anni truccano appalti al punto da trasformare la Canegrati in una quasi monopolista del settore dei servizi odontoiatrici negli ospedali pubblici.
Rizzi – stando alle accuse del pm Manuela Massenz – ne riceve un aiuto per la campagna elettorale da 19,997 euro, pagati alla ditta che produce borse e gettoni per carrelli, con il logo della Lega Nord, in occasione delle regionali del febbraio 2013. Altri 50mila euro da spartire con il suo braccio destro Longo in occasione di una vendita di quote del gruppo Canegrati a terzi. E profitti derivanti dalla partecipazione al 50 per cento in una società della stessa Canegrati attraverso la copertura delle compagne di Rizzi e Longo. Una parte del denaro sarebbe passato dalla Svizzera, grazie a un professionista, Stefano Lorusso, arrestato in Florida tempo dopo la retata, e da poco passato ai domiciliari. Poi c’è la storia di un finanziamento alle società di un imprenditore del settore, promosso presso Finlombarda dalla solita coppia Rizzi-Longo. I quali, oltre che di corruzione, rispondono anche di associazione per delinquere. “Promotori e organizzatori, nelle rispettive qualità – sintetizza il gip – il primo di consigliere regionale e presidente della Commissione permanente Sanità e Politiche sociali del Consiglio regionale, il secondo di appartenente allo staff del primo, con incarichi pubblici nell’ambito dell’odontoiatria. Avrebbero abusato “dei propri ruoli e poteri” perché “inducevano i dunzionari pubblici preposti alla gestione dei servizi di odontoiatria e alle forniture odontoiatriche dell’aziende ospedaliere della regione, a favorire nell’indizione delle gare d’appalto o nella scelta del contraente privato le società riconducibili alla Canegrati”. Hanno due settimane di tempo per chiedere riti alternativi. Fonti legali indicano che sarebbero intenzionati a chiedere il patteggiamento.