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Trecentocinquantamila euro: tanto vale la collezione di cimeli garibaldini lasciata da Bettino Craxi, l’ex segretario del Partito Socialista ed ex Presidente del Consiglio morto nel 2000 ad Hammamet, dove si era ritirato per sottrarsi agli ordini di cattura. Un piccolo museo che Craxi aveva accumulato nel corso degli anni, tra fiere dell’antiquariato e mercatini, inseguendo la sua passione per l’eroe dei Due Mondi. E che invano aveva cercato di far arrivare nella sua villa tunisina: l’intera collezione, chiusa in alcune casse che ufficialmente contenevano lana grezza, venne intercettata nel 1997 dalla Guardia di Finanza nel porto di Livorno, mentre stavano per essere imbarcate nel porto maghrebino. Da allora, il ‘museo’ di Craxi è rimasto al centro di una lunga e farraginosa vicenda giudiziaria, che ora torna alla luce grazie all’annuncio pubblicato su ‘Il Giornale’ oggi dal commercialista milanese Paola Grossini, incaricata dal Tribunale di Milano di mettere all’asta l’intero lotto. Un destino malinconico anche perché la vendita giudiziaria è conseguenza della decisione degli eredi di Craxi – la moglie Anna e i figli Stefania e Bobo – di rinunciare all’eredità del celebre congiunto.
È una facoltà, questa, del cosiddetto ‘rilascio’, che il codice civile concede agli eredi del defunto, quando si rendono conto che lo scomparso ha lasciato al mondo più debiti che crediti: e quindi accollarsi gli uni e gli altri risulterebbe antieconomico. Nel conteggio del dare e dell’avere, probabilmente hanno pesato anche i risarcimenti che Craxi – e di conseguenza i suoi eredi, se avessero accettato l’eredità – avrebbero dovuto versare allo Stato in seguito alle condanne definitive che sono state inflitte al ‘lider maximo’ nel corso dei processi di Mani Pulite. Su indicazione del giudice Pierpaolo Gori, della quarta sezione del Tribunale di Milano, la curatrice ha pertanto deciso di procedere all’asta. La collezione che verrà ceduta al miglliore offerente consta di 172 pezzi: ne farebbero parte un busto in terracotta di Garibaldi, un suo biglietto autografo, spade, libri, quadri, e campionario di riproduzione dei Mille. Il curatore ha fatto quantificare in 350mila euro il valore dell’eredità craxiana. Per visionare il contenuto delle casse è necessario firmare un impegno alla riservatezza, e per partecipare all’asta bisogna versare una caparra di 35 mila euro. Troverà acquirenti all’altezza? (orsola golgi)