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Non piange e non ride. Quello che è successo lo sfiora come un’eco lontana da un altro pianeta. “Non capisce, ha lo sguardo fisso nel vuoto”, spiegano i suo avvocati. Ma oggi Abdelmajid Touil è un uomo libero, oltre che innocente rispetto all’accusa di avere partecipato alla strage del Museo del Bardo, 24 morti, tra cui 4 italiani. Il rischio dell’ espulsione è ancora vivo, bisognerà però scavalcare la decisione del giudice di pace di Torino che non ha convalidato il suo trattenimento nel Cie in quanto tappa di passaggio verso il Marocco dove rischierebbe la vita. In un provvedimento di tre righe, il giudice, valutata la “particolarità della situazione”, accoglie la richiesta della difesa di farlo uscire dal centro. A fianco degli avvocati Guido Savio e Silvia Fiorentino, è emersa una presenza decisiva, quella del procuratore Armando Spataro il quale, “in adesione ai principi enunciati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”, ha espresso parere contrario alla permanenza del ragazzo nel Cie.
“Siamo felicissimi, è stata evitata l’ennesima figuraccia dell’Italia in tema di diritti umani”, esultano i legali. Cosa acccadrà ora? Ci sono tre strade per evitare che l’espulsione si concretizzi. Una, improbabile, è che la Questura di Milano revochi il ‘foglio di via’ verso il Marocco. Poi ci sono due carte in mano agli avvocati: il ricorso al giudice di pace di Milano contro il provvedimento di espulsione e la richiesta alla commissione territoriale competente dello status di rifugiato. Touil non lo sa ma dalla sua libertà passa un pezzo della nostra democrazia. (manuela d’alessandro)
Il provvedimento del giudice di Torino