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Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Rubyter, ci sono le riforme a larghe intese,
l’inchiesta è slow

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Non disturbare il manovratore, anche se è indagato. Il manovratore è impegnato nelle riforme, legge elettorale e persino titolo quinto della Costituzione, e allora l’inchiesta è soft e soprattutto slow. Parliamo di Rubyter, indagine dovuta perché ordinata in sede di motivazione dai giudici di due collegi, Ruby1 e Ruby2, a carico tra gli altri di Berlusconi, dei suoi legali e delle ‘olgettine’ mantenute a 2500 euro al mese per dire il falso in aula secondo l’accusa.

Non s’era mai vista un’indagine per corruzione in atti giudiziari partire senza il sequestro dei conti correnti di chi dà e di chi prende, produttore e consumatore, e senza perquisizioni. Si sa che l’inchiesta c’è, l’ha confermato il capo della procura di Milano in favore di telecamere, ma ‘calma e gesso’. A gennaio 2011 per Ruby1 in sede di indagini preliminari furono subito fuoco e fiamme. Allora il Cav era a Palazzo Chigi, una differenza non da poco e la procura avvertì subito che avrebbe chiesto il processo con rito immediato. Impegno mantenuto. Adesso l’unica eventualità esclusa con certezza è l’immediato. La scelta è quella di andare piano, magari attendere le sentenze di appello di Ruby1 e 2, lasciare che a Roma vadano in porto le riforme per evitare l’accusa di voler interferire con i tempi della politica.

Insomma è la magistratura che fa politica e non è certo una novità. Da decenni si assiste a un pullulare di magistrati che si atteggiano da politici o che si sostituiscono ai politici, la famosa funzione vicaria, e di politici che fanno i giudici. Grande è la confusione sotto il cielo ma la situazione non è eccellente. Anzi. Del resto Edmondo Bruti Liberati, per anni segretario dell’Anm, organo più politico che sindacale, diventò procuratore capo anche con i voti del centro-destra dentro al Csm. All’unanimità. Nel senso che avrebbe dovuto garantire tutti, nei limiti del possibile, ovvio. E in tempi di larghe intese, con il Cav ospite nella sede del Pd, per realizzare le riforme che daranno il via alla Terza Repubblica, la tranquillità è d’obbligo anche al di là di quello che imporrebbe il codice insieme alle risultanze istruttorie. Berlusconi ha molto meno potere di 3 anni fa di questi tempi, ma conserva un ruolo importante, è sempre uomo di rispetto, protagonista di uno dei più grandi ‘inguacchi’ istituzionali della storia d’Italia. I magistrati lo monitorano, lo controllano ma senza affondare i colpi. Politicamente non sarebbe opportuno. Così è se vi pare, in un paese dove i magistrati sono indipendenti. Da chi? (Frank Cimini)

 

 

 

 

 

Categoria: Berlusconi
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