Questo post è stato letto 13673 volte.
Ma se l’avvocato finisce nei guai, chi difende l’avvocato? E se l’avvocato nei guai è anche un politico, per lui ci vuole un avvocato-politico? E se l’avvocato-politico-uomo finisce nei guai per una vicenda che ha molto a che vedere con le donne, non sarà meglio farsi affiancare da un avvocato-politico-donna? Facciamo di meglio: qui ci vuole un grande-avvocato-politico-donna-diideeoppostealletue.
Succede questo: Niccolò Ghedini, nell’inchiesta Ruby ter, si farà difendere da Giulia Bongiorno. Una che ha fatto assolvere (e in parte prescrivere) Andreotti nel famoso processo per mafia. Penalista considerata tra le migliori in Italia, professionista impegnata nel sociale per i diritti e la difesa delle donne. Ma non in linea, politicamente, con Silvio e i suoi legali. Finiana, e capace di comporre una lettera del seguente tenore: “Berlusconi, con le sue parole e i suoi comportamenti, ha inferto una ferita a tutte le donne italiane”. Lo scriveva a giugno 2011 in una missiva Repubblica, il giornale più odiato dal Cavaliere.
Ieri l’altro legale storico di Berlusconi, Piero Longo, ha svelato l’asso nella manica per respingere le accuse di corruzione in atti giudiziari a lui rivolte nell’inchiesta Ruby ter: sarà assistito da un’avvocatessa che gode di grande stima, non solo a Milano, per preparazione, esperienza e per una sincerità con cui spesso stupisce gli interlocutori. Garantista inflessibile, aria burbera, la giusta ‘cattiveria’ in aula. Una che, pensa un po’, rivendica orgogliosamente la propria storia politica, per lungo tempo tutta a sinistra. Non in parlamento, ma come consigliera comunale a Milano, quello sì. Prima nell’ala migliorista del Pci, poi nel Pds. Una che nel lontano ’81 rappresentava come parte civile il Partito Comunista nel processo per l’uccisione di Giovanni Losardo, ex assessore rosso del comune di Cetraro, assassinato dalla ‘ndrangheta. Non sarà lei la vera toga rossa? E difende un parlamentare di Forza Italia? Beh, Nadia Alecci durante Tangentopoli difese Enzo Carra e per lui coniò l’espressione “gogna della sfilata in manette”. Nel 1995 fu nominata come legale – questa è bella – dal pm Fabio De Pasquale, allora indagato per abuso d’ufficio (poi archiviato) in relazione al suicidio in carcere di Gabriele Cagliari. Sì sì, quel De Pasquale definito “famigerato” dal Cavaliere. Quello che ha condotto le indagini sui fondi neri Mediaset che hanno portato Berlusconi alla condanna definitiva e alla decadenza. Nadia Alecci ottenne il proscioglimento di Lele Mora nell’inchiesta sui fotoricatti che vide invece condannare Fabrizio Corona. Poi assunse la difesa di quest’ultimo, in una fase successiva.
Nell’inchiesta Ruby è stata prima difensore di Lele Mora, poi di Emilio Fede, rinunciando al mandato secoli prima della sentenza. Ora sarà al fianco di Piero Longo, che a “la Zanzara” di Radio24 la definisce “un’amica stimata”. E se il duo Bongiorno-Alecci ce la facesse anche questa volta?