giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Ma quale “gogna mediatica”…
I giornali sono la “cassa di risonanza” delle Procure

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Faceva una certa impressione vedere la solenne parata di sabato per l’annuale inaugurazione giudiziaria degli ‘ermellini’. Tra i vari interventi pervenuti dalle  sedi, mi hanno colpito quelli di Milano, Torino e Palermo perché si è fatto esplicito riferimento alle più importanti indagini condotte dalle locali Procure.
Grande enfasi di stampa ha avuto poi la denuncia di “gogna mediatica” del Presidente Canzio, che ha rivendicato il merito di una risposta sobria ed imparziale dei magistrati milanesi.
Ha fatto benissimo il Presidente, ci mancherebbe, a pubblicamente lodare il lavoro del suo distretto, ma lascia un filo perplessi quel pubblico lamento sulla “gogna”.
Da almeno 40 anni in Italia infatti, e gli esempi sono così elcatanti che risulta inutile qui ricordarli, assistiamo ad una quotidiana, quanto preoccupante, “cassa di risonanza” da parte dei media nostrani alle principali inchieste delle varie Procure, e anche quella milanese in questi anni non si è certo sottratta.
Non molto tempo fa un articolo del Corriere della Sera ha sollecitato la Suprema Corte di Cassazione ad una rapida fissazione di una udienza che evitasse il rischio di una prescrizione “importante” ed è noto come andò.
Anche gli anni di “Mani Pulite”, ma prima ancora quelli delle “emergenze terrorismo e mafia”, videro una sorta di rincorsa alla notizia stile “sbatti il mostro in prima pagina” da parte dei media più seguiti. Insomma, e per farla breve, non pare davvero che nel nostro paese la Magistratura soffra di una stampa così ostile.
Ad eccezione di quella palesemente schierata e di parte ovvio, ma questo non la rende una ennesima “emergenza”, di cui come noto il nostro paese è sempre in cerca per sopravvivere, così “stringente”. Anzi, se dobbiamo dirla tutta, mi paiono più preoccupanti della “gogna” certe ricerche di “ribalta” che in questi anni non sono certo mancate, e spiace non aver sentito da Canzio, ma questo per vero ha riguardato anche tutti gli altri interventi, il benché minimo accenno, neppure larvato, a quello che in gergo comune si usa definire “esercizio di autocritica”.

(avvocato Davide Steccanella)