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Non distinguono tra un’associazione sindacale e un’associazione per delinquere come non era mai accaduto nemmeno in momenti di enormi tensioni sociali tipo un cinquantennio fa. È “l’addebito” dei giudici del Riesame di Bologna ai pm di Piacenza e al gup che aveva accolto la richiesta di arrestare i sindacalisti di SiCobas e Usb per associazione per delinquere. Sono state depositate le motivazioni del verdetto con cui lo scorso 3 agosto erano tornati in liberta’ gli indagati.
Il rischio secondo il Riesane è quello della criminalizzazione in se dell’associazione sindacale per giunta in un settore delicato come quello della logistica dove le condizioni di lavoro sono molato difficili. Il picchettaggio le occupazioni degli stabilimenti industriali il blocco delle merci non c’entrano nulla con la contestazione del reato previsto dall’articolo 416 del codice.
Il Riesame ha smantellato l’impianto accusatorio della procura convalidato dal gip che aveva fatto copia e incolla rispetto alla richiesta di arresto sia pure optando per i domiciliari al posto del carcere.
La magistratura era intervenuta pesantemente nel conflitto sociale scegliendo di tutelare datori di lavoro senza scrupoli che aumentano lo sfruttamento dei lavoratori con il sistema dei subappalti.
Una operazione politica travestita da indagine giudiziaria per bloccare le iniziative di lavoratori in lotta per la difesa dei loro diritti.
I giudici ridicolizzano l’accusa ai sincadacalidti di essersi addirittura arricchiti perché i numerosi accertamenti patrimoniali hanno portato a un nulla di fatto. Nessun pagamento in nero Messina fattura falsa come del resto ammesso poi dagli stessi pm. Insomma l’associazione per delinquere ipotizzata e esibita a fine luglio in una conferenza stampa è caduta e si è fatta pure molto male.
(frank cimini)