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I magistrati di Milano divisi sui tempi di applicazione della pronuncia della Consulta sulla legge Spazzacorrotti. Qualcuno, la minoranza, sta accogliendo subito le istanze degli avvocati che chiedono il ritorno alla libertà di chi stava dentro con una condanna a meno di 4 anni. La maggioranza invece, in particolare al Tribunale di Sorveglianza, ha deciso di rinviare la decisione a quando saranno pubblicate le motivazioni dei giudici costituzionali, dopo il comunicato che comunque ha tutti i crismi dell’ufficialità. La questione potrebbe avere risvolti importanti se e quando saranno concessi eventuali risarcimenti per l’ingiusta detenzione. Tra i primi a uscire, un detenuto condannato per corruzione. Il sostituto pg Antonio Lamanna ha accolto, nel suo caso, la richiesta di sospendere l’ordine di esecuzione della pena “vista l’interpretazione costituzionalmente orientata effettuata dalla Corte Costituzionale», ritenendo di “anticiparne gli effetti perché trattasi di pronuncia con effetti favorevoli al condannato in materia di liberta”. La Consulta aveva stabilito che è incostituzionale la retroattività della legge voluta dal governo Lega – 5 Stelle che aveva reso arduo l’accesso alle misure alternative al carcere per i condannati ai reati contro la pubblica amministrazione, tra cui peculato, concussione e corruzione. Ora, col divieto di applicazione retroattiva della legge penale sfavorevole, così come scolpito dall’articolo 25 della costituzione, potranno uscire. Quando, almeno a Milano, non è chiaro. (manuela d’alessandro)