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Dice il procuratore Francesco Greco guardando le balaustre alte pochi centimetri al terzo piano del Palazzo di Giustizia: “Ma vi rendete conto quante sentenze abbiamo ascoltato appoggiati qua?”. E’ appena finito un incontro durato circa un paio d’ore nell’ufficio del Presidente della Corte d’Appello Marina Tavassi tra i vertici della giustizia milanese e il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Antonio Montinaro, l’avvocato di 31 anni precipitato da un parapetto al quarto piano, è a pochi metri da qua, in un letto del Policlinico. “Abbiamo ascoltato e preso in carico le istanze della giustizia milanese che merita la nostra particolare attenzione – promette il Guardasigilli – Non può accadere che in un tribunale e in uno Stato come il nostro una persona si faccia male perché si appoggia a un parapetto”.
Stavolta non si puo’ dire che non fosse stato annunciato: “Abbiamo presentato 5 – 6 segnalazioni negli ultimi due anni, l’ultima un paio di mesi fa, sia sulla sicurezza in generale che sulle balaustre in particolare – spiega Greco – dossier mandati alla Commissione Manutenzione (di cui fanno parte Tavassi, il Presidente del Tribunale Roberto Bichi e il Procuratore Generale Roberto Alfonso) che li ha girati a sua volta al Ministero”. Risposte zero. Il lungo torpedone di magistrati, ministro, giornalisti, avvocati, sovrintendenti si sofferma prima dove Antonio è cascato sei metri più sotto, poi in altri punti critici, con una particolare attenzione per le acciaccate vetrate. Ha un senso di solenne e ridicolo vedere il corteo snodarsi nel vecchio Palazzo mentre Antonio rischia di non camminare mai più. (manuela d’alessandro)