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Il generale ora in pensione Giampaolo Ganzer, ex comandante del Ros dei carabinieri, è stato condannato in appello a 4 anni e 11 mesi in relazione a operazioni sotto copertura, irregolari secondo l’accusa che aveva chiesto in primo e secondo grado 27 anni di reclusione per associazione a delinquere traffico di droga, peculato e altri reati. L’associazione era già “caduta” davanti al Tribunale che aveva condannato l’ufficiale a 14 anni. In appello sono state riconosciute le attenuanti generiche che hanno finito per ridimensionare la pena.
La vicenda invece resta gravissima, perché Ganzer e altri ufficiali e sottufficiali della cosiddetta “Benemerita” utilizzando mezzi e strutture dell’Arma, oltte che trafficanti di stupefacenti professionali, inventavano brillanti operazioni al fine di acquisire meriti e fare carriera. E c’è pure il giallo di una discreta somma di denaro sparita misteriosamente.
L’indagine era nata a Brescia, poi fu trasferita per competenza a Milano dove venne affidata a due pm molto famosi i quali però non avendo evidentemente voglia di occuparsene e mettersi contro il Ros si inventarono la competenza della procura di Bologna. La Cassazione a stretto giro di posta decise che il fascicolo doveva tornare a Milano, smentendo seccamente magistrati presentati ancora oggi dal giornalismo politicamente corretto come cavalieri senza macchia e senza paura. Se ne occuparono quindi altri pm che chiesero e ottennero il processo oggi arrivato al verdetto di secondo grado.
Va ricordata inoltre la responsabilità del legislatore nel varare norme che consentono operazioni spregiudicate in un paese in cui l’esercizio dell’azione penale è obbligatorio, senza dimenticare che i “paletti” furono successivamente allargati dal Parlamento in piena estate subito dopo la pubblicazione della sentenza del Tribunale. Qualcuno parlò di legge salva Ganzer, il quale non si era dimesso nè dopo il rinvio a giudizio nè dopo la condanna a 14 anni. “La decisione spetta ai miei superiori”, spiegò ai tempi l’ufficiale dei carabinieri. La pensione ha risolto il problema. All’italiana. Una condanna a 4 anni e 11 mesi per chi aveva il compito di contrastare il crimine non è cosa da poco, anche se Ganzer non è certo l’unica persona ad uscire male da questa storia. (frank cimini)