giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Avvocati: sempre più difficile difendere i meno abbienti

Sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale le nuove tabelle per la determinazione degli onorari.
Le tariffe, ferme al 2014, sono state aggiornate tenendo conto dell’aumento del costo della vita. Peccato che si sia tenuto conto di quello desunto dall’indice ISTAT 2021 e non di quello attuale. Ne è risultato un aumento ridicolo di alcune decine di euro. Difficile pensare che il Consiglio dei Ministri non sia consapevole che in questi ultimi mesi il costo della vita è aumentato più che negli ultimi dieci anni: le nuove tariffe sono obsolete ancor prima di entrare in vigore. Bisognerà aspettare altri 10 anni per un adeguamento che è già urgenza? Era impensabile un meccanismo di adeguamento automatico?
Due.
Si conferma la disparità tra le tariffe in materia civile e amministrativa rispetto a quelle penali. Esempio. Un giudizio civile ordinario relativo ad una causa del valore di 300 mila euro in primo grado può portare alla liquidazione di un onorario di oltre 22 mila euro, quasi 24 mila in un procedimento amministrativo. Prendiamo invece il caso di un reato punito con la pena dell’ergastolo in cui è in ballo la vita stessa dell’imputato. Quanto spetta al difensore per difenderlo davanti alla Corte di Assise? 7.327 euro, al massimo: quanto l’onorario corrispondente ad una causa civile del valore di 30 mila euro. E’ questo il valore della vita umana? Oppure le tariffe penali sono più basse perché nei casi di gratuito patrocinio (e difese di ufficio degli insolventi) gli onorari devono essere liquidati dallo Stato? Se l’obiettivo è quello di fare economia risparmiando sull’effettività della difesa, l’avvocatura dovrebbe denunciarlo.
Terzo.
Come è intuibile spesso i processi per le imputazioni più gravi sono anche i più delicati. Non è raro che il dibattimento si protragga per numerose udienze e che si ascoltino decine di testimoni e si affrontino questioni tecniche estremamente complesse. Opportunamente in questi casi nel testo precedente la riforma era prevista la possibilità di aumentare gli onorari dell’ottanta per cento. La riforma ha ora introdotto un novità peggiorativa. Il nuovo decreto ministeriale l’ha ridotta al 50 per cento.
Per compensare questa drastica riduzione, il Consiglio Nazionale Forense aveva proposto al Governo di determinare la misura degli onorari in considerazioni delle ore effettive di durata delle udienze. Ma il Consiglio dei Ministri, che pure nel resto ha fatto

sue tutte le osservazioni dell’avvocatura, si è “dimenticato” di questa disposizione. E nessuno (neppure l’avvocatura stessa) sembra essersene accorto.
Ovviamente l’avvocato può concordare con l’imputato un compenso superiore a quello previsto nella tariffa, ma, appunto, il cliente deve essere economicamente in grado di farlo. Potrà eventualmente beneficiare del gratuito patrocinio, ma in questo caso i compensi per i difensori sono ulteriormente ridotti, di un terzo.
Risultato: con la nuova tariffa i compensi per l’avvocato si sono ridotti e difendere adeguatamente i meno abbienti sarà sempre più difficile.
avv. Eugenio Losco avv. Mauro Straini
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Processo Byalistock, anarchici assolti da accusa terrorismo

Già la Cassazione in sede di misura cautelare aveva ridicolizzato l’indagine perchè si era aggrappata alla potenzialità sovversiva della musica hip-ho, ma adesso c’è una sentenza che assolve gli anarchici dall’accusa di terrorismo. La corte d’Assise di Roma ha detto alla richiesta della procura di condannare gli imputati del processo Byalistock a sette anni per partecipazione ad associazione sovversiva. Ci sono alcune condanne per imbrattamento danneggiamento seguito da incendio e altri reati satellit.

La sentenza era stata emessa lo scorso 29 settembre ma nessun giornale ne aveva dato notizia perché soprattutto nei processi in cui c’è di mezzo il terrorismo e la sempre verde pista anarchica le assoluzioni non fanno clamore mediatico ma costituiscono esclusivamente una sorta di antipatico contrattempo.

La Cassazione aveva già smontato l’inchiesta spiegando che non basta la mera adesione ideologica ma c’è bisogno di azioni e contributi concreti per sostenere l’accusa di terrorismo. La Suprema Corte rimproverava i giudici per  aver sopravvalutato l’accensui e di alcuni fumogeni durante un sito in davanti al carcere di Rebibbia in solidarietà con i detenuti alle prese con l’emergenza Covid.

Dalle motivazioni in sede di annullamento delle misure cautelari emergeva che i pm e i giudici territoriali praticano una sorta di emergenza infinita che mette fortemente a rischio il diritto al dissenso.

Tra le persone assolte l’anarchica Francesca Cerrone arrestata all’estero e poi estradata che era stata indicata dai giornali scritti sotto dettatura della procura come una sorta di pericolo pubblico numero uno..

Non bisogna dimenticare che nella relazione dei servizi l’anno scorso l’operazione Byalistock al pari della bolognese Ritrovo pure quella miseramente fallita era stata presentata come successo investigativo nonostante fossero già intervenuti gli annullamenti degli arresti da parte della Cassazione.

Tra 90 giorni la corte d’Assise depositera’ le motivazioni con cui spiegherà l’ennesimo flop delle procure nella caccia agli avversari politici (frank cimini)

La moratoria Expo non vale per chi manifestò contro

La moratoria delle indagini su Expo ideata e praticata dalla mitica procura gestione Bruti Liberati e Greco per salvare “l’evento” con politici e persino giudici che “mangiarono” non vale per chi protestò in piazza. Anni dopo la giustizia presenta il conto a Andrea Casieri condannato complessivamente a 4 anni e 9 mesi per manifestazioni di piazza arrestato in Francia e in attesa dell’udienza per l’estradizione.

Una condanna a 9 mesi per gli incidenti del primo Maggio 2015 e un’altra a 4 anni per una manifestazione dell’Onda ottobre 2009 dove Casieri lancio un fumogeno. Una pena record e senza la concessione delle attenuanti generiche. Una volta avremmo parlato e scritto di “giustizia di classe”. Ma tocca farlo ancora. Lo stato si vendica di chi manifesta contro un evento cattedrale del lavoro precario e gratuito, con appalti assegnati senza gare pubbliche anche per decisione degli stessi magistrati nel capitolo spinoso di Expo giustizia. Dove un fascicolo di indagine in verità venne pure aperto ma solo per fare il giro d’Italia dei palazzacci prima di essere archiviato a Trento senza neanche fare le iscrizioni al registro degli indagati perché cane non mangia cane.

Due pedi e due misure come è nella tradizione del tempio di Mani pulite dove si indaga solo se conviene e se risulta opportuno. Per poi usare la clava del processo penale al fine di regolare lo scontro sociale e politico dalla parte del padrone.

Paga il conto di Expo Andrea Casieri che con ogni probabilità sarà estradato e dovrà attendere di scendere come pena scontata sotto i quattro anni per poter accedere all’affidamento ai servizi sociali. Una storia di democratura (frank cimini)