giustiziami

Cronache e non solo dal Tribunale di Milano

Anarchici, perché il Riesame ha bocciato pm Dambruoso

“Non sono enucleabili incitamenti alla commissione di reati rivolti ai loro lettori trattandosi di documenti che esprimono spesso ricorrendo a meri slogan posizioni radicalmente critiche proprie dei gruppi cosiddetti antagonisti verso le politiche migratorie senza però trascendere nell’istigazione a delinquere”.  È questo dei tanti passaggi in cui il Riesame di Bologna boccia su tutta la linea il pm Stefano Dambruoso e il gip che con la richiesta della procura aveva fatto copia e incolla arrestando        7 anarchici accusati di associazione sovversiva finalizzata al terrorismo. Tutti scarcerati appunto dal Riesame il 30 maggio dopo tre settimane di detenzione.

Adesso sono state depositate le motivazioni in cui si sottolinea che i documenti scritti del gruppo “non contengono espressioni idonee a indurre i lettori a passare alle vie di fatto per realizzare gli obiettivi selezionati costituendo piuttosto tesi di programmazione di un’azione politica voora a porre in atto la cosiddetta controinformazione in vista di una futura aggregazione di soggetto sociali subalterni”.

I giudici affermano inoltre che l’incendio di un tetto collegato a un manufatto con alcuni ripetitori televisivi “non aveva messo in pericolo la pubblica incolumità“. Inoltre non era stato necessario nemmeno l’intervento dei pompieri.

Il Riesame ricorda inoltre che in relazione al detto incendio “considerando la pena edittale di due anni non è possibile disporre alcuna misura cautelare”.

E la solidarieta’ ad alcune persone detenute per fatti di terrorismo “non può essere ritenuta istigante a commettere atti violenti in quanto ci si limita a esortare gli aderenti al movimento a non abbassare la testa”.

Dalle motivazioni emerge quello che gli stessi inquirenti avevano detto in conferenza stampa parlando di arresti nell’ambito di una strategia di tipo preventivo in vista di disordini originati dalla crisi economica dovuta al diffondersi del corona virus. Insomma era un processo alle intenzioni.

Il Riesame ricorda che la Cassazione in materia di 270 bis, associazione sovversiva, fissa dei paletti molto concreti. Va detto che in materia il Riesame di Bologna la pensa all’esatto opposto di quello di Roma che di recente ha confermato tutti gli arresti di anarchici tranne uno e che spieghiera’  i motivi intorno a Ferragosto.

Al centro di entrambe le inchieste ci sono azioni di solidarietà con immigrati reclusi in strutture senza aver commesso reati e con detenuti mentre si continua a non sapere nulla dei motivi per cui nella prima decade di marzo 15 reclusi morirono nel corso di rivolte. L’unico dato certo al riguardo è che 34 detenuti saranno processati per devastazione a Milano. (frank Cimini)

Steccanella: perché lascio la difesa di Vallanzasca

 


Visto che ieri è emersa la notizia a seguito dell’articolo sul carlino di Bologna, Ti mando la lettera-segnalazione che il 29 giugno ho inviato al Presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano in cui racconto la (pessima) esperienza direttamente sperimentata nel caso in oggetto in questi 4 anni, motivando le ragioni della mia (dolorosa) rinuncia al mandato depositata il giorno stesso (24 giugno) in cui mi è stato notificato l’ennesimo rigetto dopo l’ultima udienza del 23 giugno.

Chiarisco che la Presidente del TDS di Milano (Dr.ssa Di Rosa) gode della mia massima stima, ma quanto accaduto nel caso in oggetto dimostra l’assurdo di un sistema organizzativo che prevedendo un continuo turn over fa si che ogni singolo magistrato che si trova quel giorno in udienza adotti decisioni che quello successivo disattende, risultando quindi incomprensibili e come tali non spiegabili al cliente (o almeno io non ci riseco non capendole io per primo).

Con grande amarezza ho quindi dovuto rinunciare ad un incarico che avevo assolto per oltre 4 anni con il massimo impegno e senza alcun compenso al solo fine di consentire per una persona che aveva trascorso 50 anni in galera (credo sia il record assoluto in Itala) il rispetto della nostra Costituzione che, contrariamente a quanto ritengono i vari Salvini et similia, non prevede che debba “marcire in galera” per un tentato furto di mutande di sei anni fa, neppure se si chiama V.

In sintesi mi sono sentito “preso in giro” anche nella mia (evidentemente ritenuta inutile) funzione oltre che vedere frustrato un faticoso lavoro di anni con operatori del carcere di Bollate, mediatori, cooperative di recupero ecc (tutti, debbo dire, straordinari)

Non ho neppure ritenuto di leggere il provvedimento di rigetto nella sua interezza dopo avere visto scritto che necessita di un percorso graduale un detenuto 70enne che ha trascorso l’intera vita dietro le sbarre e al quale restano non troppi anni di vita. (Avvocato Davide Steccanella)

 

 

 

 

 

 

 

Greco truffato ma indagine a Milano…. scandaloso

Tra i truffati per i servizi aggiunti a insaputa degli utenti con gli smartphone c’è il capo della procura Francesco Greco che rivela il “dettaglio” in conferenza stampa spiegando di essersi accorto di aver pagato 20 euro a bimestre in più per qualcosa che non aveva chiesto. Ma il fascicolo di inchiesta è a Milano dove gli accertamenti sono coordinati dal suo ufficio.

Insomma indaga la parte offesa. L’intero incartamento dovrebbe essere già a Brescia titolare delle indagini sui fatti in cui magistrati in servizio a Milano sono coinvolti come indagati o come parte offesa. Il condizionale è d’obbligo considerando che abbiamo a che fare con una procura abituata ad applicare le regole soprattutto quelle previste dall’articolo 11 con estrema disinvoltura e secondo le proprie convenienze.

Insomma ci sono procure più uguali di altre. La famosa indagine sul sistema Sesto San Giovanni fu mandata a Monza con un anno e mezzo di ritardo. Finita in gran parte in prescrizione. Ma nessuno tra gli addetti ai lavori nessun giornale fece notare la cosa. Per non parlare del CSM regno dell’omertà e dell’Anm associazione sempre pronta a lamentare tentativi di delegittimazione della magistratura quando le toghe sono brave a far tutto da sole.

Negli anni della ”mitica” Mani pulite ne accaddero di tutti i colori. A iniziare dal caso Sme toghe sporche trattenuto per anni illegittimamente. Fu la Cassazione anni e anni dopo a spedirlo a Perugia. Prescrizione.

Anni prima era accaduto che un procuratore aggiunto si trovasse al telefono con un sottufficiale della gdf mentre questo veniva arrestato per corruzione. “Io ‘ste cose a tappeto non le capisco” diceva il magistrato per confortare l’amico. Quelle “cose” erano coordinate dall’ufficio in cui lui era aggiunto. La procura di Milano decise da sola che non c’era nulla di penalmente rilevante senza investire della questione i colleghi di Brescia.
Insomma non c’è nulla di nuovo sotto il sole (frank cimini)