La notizia questa volta è di quelle che fanno davvero “sobbalzare” anche chi è ormai abituato a vivere in un paese dalla scarsa memoria e dalle facili rimozioni. Diego Marmo, sissignori proprio lui, quel pm, ricorderete, che schiumante di bava alla bocca tuonava le peggiori cose contro il “camorrista” Enzio Tortora a quel famigerato processo di Napoli dove si consumò una delle più vergognose pagine della nostra storia giudiziaria, è stato nominato assessore al Comune di Pompei. Beh, poca notizia direte voi, giacchè, come tristemente noto, il predetto magistrato, ben lungi dal pagare (così come i non meno colpevoli colleghi di istruttoria Lucio Di Pietro e Felice di Persia) alcun pedaggio per quella indecente vicenda, aveva percorso imperterrito tutti i successivi gradini burocratici della amministrazione della giustizia, fino al vertice della Procura di Torre Annunziata. Ora in pensione, quindi, perché non conferirgli un bell’assessorato che come ben si sa in Italia non si nega a nessuno ? Il punto è che il citato assessorato sarebbe, udite udite, niente meno che quello alla (giuro !) “legalità”. Continua a leggere
Articoli del mese: giugno 2014
NoTav, l’Europa ai giudici: “Per noi processo inutile”
“Abbiamo la presidenza della Commissione Europea, non so se c’è qualcuno in aula per questa Commissione Europea che, peraltro, ha fatto pervenire uno scritto dove sostanzialmente dice che non è interessata granchè alla cosa”, afferma il presidente della Corte d’assise di Torino, come risulta dalle trascrizioni di udienza del 22 maggio. La “cosa” è il processo in cui la procura di Torino accusa 4 militanti NoTav di aver agito con finalità di terrorismo con gravi danni all’immagine dell’Italia e dell’Unione Europea, imputazione che prevede fino a 30 anni di carcere per aver danneggiato un compressore in un cantiere dell’alta velocità a maggio del 2013.
Si tratta dell’unica vera notizia fin qui del processo iniziato il 22 maggio, ma che i giornali non hanno pubblicato. Anche dal tono e dalle parole usate dal giudice si capisce che all’Europa di questo processo importa nulla, anzi che lo considera inutile. Continua a leggere
E’ un pm il ‘papà’ della pianta che cammina
e ci racconta la sua storia
Ricordate la disperata invocazione di un anonimo che chiedeva rispetto per la pianta sofferente al quarto piano della Procura? la-pianta-che-cammina-nel-palazzo Ecco, il ‘papà’ del vegetale ha voluto ringraziarci con una scritta a penna, come vedete nella foto, per avere sposato la causa di questo vegetale in cerca d’amore. Possiamo solo dirvi che è un pubblico ministero molto simpatico, ma di più non è lecito rivelare sulla sua identità. Ci ha però autorizzati a raccontare la tormentata storia di questa pianta.
Un giorno il nostro pm decide di portarla a Palazzo da casa della mamma, dove giace in condizioni critiche, sperando di darle nuovo vigore. Ma la pianta sparisce all’improvviso e lui la cerca in ogni angolo finché non la ritrova in un ufficio della Procura. La rimette nella sua ‘casa’, quel fazzoletto tra gli ascensori e i finestroni che danno sull’Umanitaria, al quarto piano, e lascia un bigliettino con la scritta “Grazie di averla accudita con cura”. Ma la pianta ‘cammina’ e sparisce di nuovo. Lui non demorde e la rimette al suo posto col biglietto quasi in rima che potete leggere nell’immagine. Dopo il nostro interevnto, aggiunge la scritta di ringraziamento per Giustiziami. Come tutti i benefattori non vuole che si faccia il suo nome ma ci tiene a sottolineare che la sensibilità è di casa anche in questo luogo di sofferenza.
Alfano emette sentenza col rito del comunicato stampa.
E se Bossetti non fosse il killer di Yara?
E se non fosse Massimo Giuseppe Bossetti l’assassino di Yara? E, se anche lo fosse, è giusto quello che sta accadendo in queste ore con la gogna ‘istituzionale’ del muratore di 44 anni, padre di tre figli, incensurato, accusato di avere ucciso la piccola stella della ginnastica artistica?
Il Ministro Angelino Alfano ha introdotto nel nostro codice penale il processo col ‘rito del comunicato stampa’. “Le forze dell’ordine, d’intesa con la magistratura, hanno individuato l’assassino di Yara Gambirasio”. Questa la sentenza arrivata alle sei della sera firmata dal giudice monocratico Angelino, che forse si aspettava una fulminea confessione da parte di Bossetti. Magari avrebbe potuto aspettare a diffondere la nota per la stampa per evitare la folla coi forconi attorno alla caserma dove l’accusato ha opposto il silenzio alle contestazioni dei pm di Bergamo. In questa storia c’è già stato un presunto colpevole, il marocchino Mohamed Fikri, fermato in presunta fuga a bordo di un traghetto, sulla base di un’intercettazione tradotta male, e per oltre due anni rimasto sulla ‘graticola’ in attesa di un’archiviazione. E qui vogliamo ricordare pure il fermo di Alberto Stasi per il delitto di Garlasco, seguito dalla pomposa conferenza stampa del Procuratore di Vigevano il quale dichiarò di avere individuato la “pistola fumante” della sua colpevolezza nel dna della vittima, Chiara Poggi, trovato sui pedali di una bicicletta. ‘Prova’ bocciata dal gip che scarcerò il presunto colpevole con tante scuse dopo pochi giorni.
Massimo Giuseppe Bossetti sarebbe l”Ignoto 1′ a cui si dava la caccia da anni, il figlio illegittimo dell’autista di autobus Giuseppe Guerinoni, scomparso nel 1999 a cui era riconducibile il profilo genetico trovato sugli slip di Yara. L’esame del dna, che gli è stato estratto con l’espediente del test dell’ etilometro in un normale controllo stradale, è risultato “perfettamente coincidente” con quello trovato sulle mutandine. Sicuramente è una prova a suo carico, e che prova, come lo è la cella del suo telefono agganciata a Brembate di Sopra il 26 novembre 2010 quando la 13enne era uscita dalla palestra per non tornare mai più a casa. Bene. Questa è l’accusa, poi ci sarà una difesa, giusto? Bossetti potrebbe difendersi, è la prima ipotesi che ci viene in mente, dicendo di non avere ucciso Yara ma di averne ‘soltanto’ vilipeso il cadavere. Oppure potrebbe anche semplicemente essere colpevole, ma la certezza potremmo averla dopo una confessione o dopo un processo con tutte le garanzie per l’imputato. Perché questo richiede la nostra legge, a dispetto del Ministro Alfano, oggi, e non solo (vedi link qui sotto) dimentico del garantismo profuso per il suo ex amico Berlusconi. (manuela d’alessandro)
madre-arrestata-per-triplice-infanticidio-intanto-alfano-promette-inseguiremo-lassassino
angelino-perche-le-notizie-le-racconti-a-meta
la-polizia-tiene-il-riserbo-per-un-mese-ma-alfano-spiattella-tutto-in-gioielleria
Il refuso del Governo: errore o profezia sul futuro di Vegas in Consob?
A volte i lapsus nascondono semplici errori, in altri casi potrebbero celare profezie. E se a farli ci si mette il Governo ai giornalisti non resta che farne la cronaca. Venerdì sera Anna Genovese si è trovata ‘a sua insaputa’ presidente della Consob, dopo alcune ore però l’errore (fotografato da Giustiziami e ora irreperibile sul sito di Palazzo Chigi) è stato corretto: la dicitura in neretto da “Avvio procedura incarico a presidente di Consob” è diventata “Avvio procedura incarico nella commissione Consob”. Auguri dunque al neo commissario Genovese, ma in bocca al lupo anche al presidente Giuseppe Vegas in caso di ulteriori errori. (oriana lupini)