La Consob mostra un’ incredibile solerzia nell’aprire indagini sui giornalisti ma non altrettanta, stando a quanto emerge dalle prime battute dell’indagine su UnipolSai , ne avrebbe profusa sull’analisi dei conti della compagnia assicuratrice bolognese. In una nota di venerdì scorso, l’organo di vigilanza prometteva di approfondire le variazioni del valore del titolo in relazione alle informazioni diffuse a mercato aperto, con chiaro riferimento alla notizia della perquisizioni nella sede del nuovo gigante delle assicurazioni, avvenute il giorno prima.
Non è la prima volta che la Consob reagisce stizzita alla diffusione di notizie sull’indagine coordinata dal pm Luigi Orsi. Nei mesi scorsi aveva aperto un’inchiesta su Giovanni Pons e Vittoria Puledda del quotidiano La Repubblica: in un articolo dell’11 dicembre 2012 avevano messo in fila le possibili debolezze dei bilanci Unipol, che aveva in corso la fusione con Fonsai. Proprio per verificare se ci siano responsabilità di funzionari dell’autorità di controllo nell’abbellire i conti della società che stava per convolare a nozze con le macerie dell’impero Ligresti, la Guardia di Finanza ha portato via 45 computer dalla sede romana di Consob. Dall’analisi del materiale informatico il pm si aspetta di capire se il Presidente Giuseppe Vegas (non indagato) non solo non avrebbe vigilato sulla fusione, com’era suo compito istituzionale, ma avrebbe anche ostacolato nei fatti la verifica su quanto valesse davvero Unipol. Anzitutto, impedendo che il funzionario Marcello Minenna, capo dell’Ufficio Analisi Quantitative, calcolasse il valore dei derivati in pancia a Unipol e poi tenendo all’oscuro delle operazioni in corso uno dei commissari della Consob, Michele Pezzinga. (manuela d’alessandro)